Pozzi di Capoiaccio/ La Edison declina per la terza volta l’invito in audizione e annuncia: indaga la Procura della Repubblica

La Edison Spa, per la terza volta, ha detto no. L’invito in audizione, presso la Terza Commissione consiliare, per trattare la questione dei pozzi dismessi di località Capoiaccio e, come è ormai noto, degli anomali tassi di radioattività certificati nell’area, è tornato anche questa volta al mittente ma con motivazioni nuove, mai fino ad ora espresse. Come si ricorderà, ho provveduto per ben due volte ad invitare i funzionari della Divisione Asset Idrocarburi – Direzione Produzione Italia – a partecipare ad una riunione di Terza Commissione – competente per argomento – alla luce delle risultanze delle analisi ambientali effettuate prima dall’Arpam, poi dall’Ispra e certificate dalla Commissione prefettizia che ha concluso le indagini nel dicembre scorso.
Alle prime due richieste, i funzionari competenti hanno risposto adducendo la necessità di conoscere gli esiti delle attività della Commissione prefettizia; quando ho alzato il tiro e ho comunicato che avrei inviato loro tutto il materiale di cui sono in possesso, la risposta è cambiata radicalmente con l’aggiunta di un “particolare” nuovo.
La Edison Spa, dietro consiglio dello staff legale dell’azienda, ha ritenuto di non dover accogliere l’invito in audizione alla luce del procedimento aperto, al momento contro ignoti, dalla Procura di Campobasso; attualmente si tratta di indagini preliminari che hanno ad oggetto la situazione ambientale del sito di Capoiaccio in relazione alle attività estrattive svolte fino agli anni Novanta.
Quindi, la società Edison ha preferito evitare di esporsi a domande e a esprimere pareri “per la tutela delle persone che venissero coinvolte e a garanzia e per il rispetto delle indagini in corso nell’ambito del suddetto procedimento penale” così come testualmente si legge nella risposta pervenuta a seguito della mia terza richiesta di audizione.
La convocazione, come è evidente, aveva come scopo principale quello di chiarire, con i diretti interessati, i contorni di una presunta (al momento) vicenda di inquinamento ambientale. Una “operazione verità” che, di certo, non finisce qui. Salvatore Ciocca

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