Poste: Bilancio di un anno visto dall’interno e dall’esterno

Siamo di fronte a una drammatica situazione mondiale, foriera di possibili disastri per tutti noi. Il terrorismo colpisce e minaccia nelle forme più bieche e barbare, cercando di creare una situazione d’insicurezza totale. Siamo sull’orlo di un baratro da cui, in altri tempi, sono scaturiti orrore, morte e guerre. L’Isis è un nemico che in troppi hanno sottovalutato e, in buona parte, perfino favorito rifornendo direttamente o indirettamente armamenti e ordigni bellici d’ogni genere. Alla base di tutto ci sono interessi economici e finanziari che coinvolgono le persone, le organizzazioni umane e gli stati stessi, al punto che l’economia non è più a servizio dell’uomo, ma, sempre più, è l’uomo ormai asservito a intrighi economici che non riesce più a controllare.

Guardiamo ora alla nostra Nazione. La ripresa economica, alla base del sostentamento e del benessere umano, in Italia c’è ma non si vede. È un gioco di parole che sintetizza bene la percezione di tutti noi. E, ovviamente, non è solo questione di percezione. Infatti, solo le imprese che hanno avuto il coraggio di investire fortemente su processi e prodotti innovativi vedono aumentare l’esportazione e riescono a fronteggiare la crisi. Al contrario, per chi vive di solo mercato interno il calvario ancora, non è finito: pesa ovviamente il tono basso della domanda e, forse anche di più, il ritmo lento che segue gli investimenti.

Sul campo della disoccupazione, anzi – voglio essere positivo – dell’occupazione siamo assistendo a un lento miglioramento, che si spera sia duraturo, ma per il mercato del lavoro si prevede nei prossimi sei mesi un periodo ”sostanzialmente stagnante”. Insomma, il quadro generale mostra che l’orizzonte non è ancora sgombro dalle nuvole.

In questo precario contesto economico, non ci si meraviglia neppure di fronte alla truffa perpetrata dagli Istituti Bancari nei confronti di oltre 130.000 (centotrentamila) tra azionisti e obbligazionisti, ai quali sono state appioppate obbligazioni subordinate, in massima parte senza le previste e doverose informazioni Mifid sulla rischiosità dell’investimento. Per chi non lo sapesse, le responsabili sono Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti e Cassa di Risparmio di Ferrara tutte socie di (Intesa, Uni-credit ed Ubi).

Stesso schema utilizzato da Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca e MPS, che hanno indotto i risparmiatori a stipulare investimenti ad alto rischio fornendo cattivi consigli al fine di far acquistare bond subordinati spacciati per sicuri; gli stessi Istituti garanti in materia, Bankitalia e Consob, chiamati a vigilare in circostanze del genere, hanno tradito le famiglie.

Ovviamente il Governo ha approvato il decreto salva-banche, per salvare gli istituti incriminati, manovra non certo a beneficio dei risparmiatori. È bene sapere che il decreto costa oltre 2 miliardi e che, solo poche settimane prima, lo stesso Governo aveva incassato 3,1 miliardi con la vendita del 40% di Poste Italiane. Ciò perché ci si renda conto delle assurdità del mondo economico e della politica attuale….

Inoltre, la legge Monti-Fornero sulle pensioni è stata la più gigantesca operazione di cassa fatta sul sistema previdenziale italiano. Sono stati prelevati nel periodo 2013-2020 circa 80 miliardi di euro con una manovra economica, perpetrata a danno di lavoratori e pensionati su un sistema giudicato sostenibile da tutte le istituzioni nazionali e internazionali. Questi interventi hanno introdotto elementi di eccessiva rigidità nell’accesso alla pensione, generando iniquità e problematiche che ancora oggi aspettano una soluzione definitiva. È necessario un intervento strutturale di riforma che dia certezze ai lavoratori e alle lavoratrici, giovani e meno giovani, e restituisca una parte delle risorse risparmiate sulla loro pelle per riaffermare solidarietà, flessibilità, equità, rispetto dei diritti. Tale riforma è urgente anche per sbloccare il mercato del lavoro e offrire occupazione ai giovani, pesantemente penalizzati dall’attuale normativa, sia per il loro futuro pensionistico, che per il sostanziale blocco del turn-over, attualmente in atto.

Che non vi siano pasti gratis non è solo una legge economica, è anche un principio valido per le forze sociali. E lo sarà sempre di più con l’avanzare della globalizzazione e l’imminente arrivo della quarta rivoluzione industriale, quella che economisti ed esperti hanno già definito Industry 4.0. Per questo bisogna alzare la guardia contro scelte non lungimiranti e di piccola manutenzione, poiché è richiesto, ed è urgente e ormai indifferibile, un cambiamento radicale nell’assetto organizzativo che investa i sindacati e renda attuale e aggiornata la stessa mission della Cisl.

Senza un’autoriforma calibrata sulle esigenze dei tempi nuovi il sindacato corre il rischio di divenire “sempre più marginale nell’esercizio del proprio ruolo di soggetto collettivo, fino a ridurre la propria azione a testimonianza simbolica, priva di efficacia politica e sociale”.

È evidente, infatti, il riscontro sui luoghi di lavoro dell’opera svolta quotidianamente dalla Cisl sul territorio e sulla figura dei delegati, chiamati ad assumere compiti importanti e nuova centralità.

Il nostro modello sindacale dovrà essere adeguato alle nuove sfide che abbiamo davanti, sul piano economico e sociale. Non esistono più rendite di posizione per nessuno, tantomeno per il sindacato. Conseguenza diretta di questo ragionamento è che dobbiamo ridisegnare la struttura organizzativa della Cisl, in coerenza con il nuovo sistema di relazioni industriali incentrato sulla valorizzazione della contrattazione aziendale e sulla partecipazione dei lavoratori alle decisioni. Non si tratta di una novità assoluta, ma di un’esigenza che in questi anni abbiamo già affrontato in tante vertenze importanti, assumendoci le nostre responsabilità in situazioni difficili e complicate. Tuttavia, i fatti hanno dimostrato che avevamo ragione. È importante tornare a essere soggetto di frontiera e rimettersi a studiare materie importanti e fondamentali quali il lavoro nelle sue forme, l’organizzazione lavorativa, il rinnovo degli strumenti sindacali, affiancando ai vecchi strumenti le nuove tecnologie e riscoprendo un nuovo ruolo sindacale, tenendo a mente che la nuova frontiera dell’economia digitale non è materia da futurologi perché tutti siamo in grado di affrontare con efficacia i nuovi apparati tecnologici, per quanto sofisticati siano.

La necessità di aprirsi al nuovo non cancella comunque l’esigenza di fare ordine in casa. Il processo di riorganizzazione della Cisl passa anche dalla creazione di un nuovo sindacato dei servizi: in questi anni si sono spese energie in un progetto ambizioso che non può essere vanificato. Vista dall’interno, la SLP è in buona salute. Negli ultimi dodici anni la crescita degli iscritti è stata costante arrivando a 65000 iscritti solo all’interno di Poste.

In questo scenario il CDA di Poste rende pubblico l’andamento di Poste Italiane.

  • Al 30 settembre i Ricavi totali: € 23,9 miliardi, +6,0% (€ 22,6 miliardi al 30.09.2014).
  • Risultato operativo: € 930 milioni, +26,9% (€ 733 milioni al 30.09.2014).
  • Utile netto: € 622 milioni (€ 333 milioni al 30.09.2014).
  • Masse gestite/amministrate: € 471 miliardi, +2,1% (€ 462 miliardi al 31.12.2014).
  • Raccolta diretta BancoPosta: € 45 miliardi, +2,0% (€ 44 miliardi per i primi nove mesi dell’esercizio 2014).
  • Raccolta premi Gruppo Poste Vita: € 14,5 miliardi, +14,2% (€ 12,7 miliardi al 30.09.2014).
  • Ricavi da servizi Postale e Commerciale: -6,5%, rallentamento del calo.

A questo punto è necessario effettuare forti investimenti a supporto del processo di trasformazione da realizzarsi nel 2016.

E, poiché siamo alla fine dell’anno, rendiamo pubblico anche il nostro pensiero che sicuramente è molto più critico rispetto a quello del CDA. Possiamo affermare che il 2015 è stato intenso di attività, dalla presentazione del Piano di Impresa, dalle pesanti sanzioni disciplinari, razionalizzazioni degli Uffici, accordo di MP con un nuovo modello di Servizio e riorganizzazione del settore Impresa. Abbiamo visto la metamorfosi del progetto PCL che infine ha portato all’accordo di settembre, ma il 2015 sarà ricordato, nella storia di Poste Italiane, come l’anno della grande trasformazione, sicuramente la più importante fino ad oggi: la privatizzazione. La pubblicità e le attese sono state tante ma adesso tutto sembra esser svanito, nulla è cambiato. È inaudito che un’azienda come Poste, quotata in Borsa, sia oggi così piena d’inefficienze, contraddizioni e mancanza di qualità. Come organizzazione sindacale chiediamo che la teoria si trasformi in pratica; digitalizzazione e miglioramento dei servizi postali sono solo un miraggio, sono cambiate in modo evidente le tariffe dei prodotti e dei servizi postali ma non la qualità con cui gli stessi si offre ai cittadini. In seguito alla riorganizzazione del servizio postale chiediamo di rispettare il contenuto degli accordi in termini di qualità e servizio, perché conosciamo bene le difficoltà che vivono giornalmente i singoli territori a causa di una cattiva gestione, di mancanza di organizzazione e di una reale carenza di risorse, sia umane che strutturali. Se è vero che occorre ricollocare tutte le risorse in eccesso, non dobbiamo per questo dimenticare i part-time che lavorano solo 15 giorni al mese. Suggeriamo da tempo un vero e proprio cambio di rotta verso un contratto a tempo pieno, sinonimo di garanzia e miglioramento di qualità nel rispetto dei cittadini. Inoltre, il prossimo anno deve essere l’anno del riconoscimento del contratto di lavoro per i postali, garanzia di tutela per i lavoratori. Affronteremo questo momento e ci aspettiamo delle risposte da parte dell’azienda. La Slp Cisl accompagnerà ed assisterà tutti i lavoratori in questo nuovo e tortuoso cammino e ci impegneremo al fine di portare a casa dei risultati concreti, pur riconoscendo le difficoltà che incontreremo in questo percorso.

Ringraziamo tutti i lavoratori per il prezioso contributo prestato quotidianamente che ci ha permesso di dar voce alle esigenze della categoria e cogliamo l’occasione per augurare a Voi tutti e alle Vostre famiglie i più sinceri auguri di Natale. Che possiate trascorrere dei momenti di serenità e spensieratezza con i vostri cari e nell’affetto della famiglia. 

 

Il Segretario Interregione SLP-CISL Abruzzo – Molise

Antonio D’Alessandro

 

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