Movimento dei Cristiano Sociali, la Regione tiene fermi i fondi europei e nazionali destinati al contrasto alla povertà e all’Inclusione

Il Movimento dei Cristiano Sociali del Molise nel mese di aprile del 2016 avviò una mobilitazione sul territorio regionale a tutela delle fasce popolari più fragili, dei più poveri e delle persone svantaggiate, meno fortunate e che soffrono per la perdita del lavoro, per non disporre del necessario per vivere, per una propria disabilità grave, per non poter  più pagare il fitto della casa o per dover abbandonare gli studi per problemi economici.
Con una serie di proposte positive il nostro Movimento raccolse mille firme su una petizione popolare trasmessa a tutte le Istituzioni per sollecitarne l’attenzione ed il recepimento.
L’obiettivo era e rimane quello di alleviare il disagio sociale di chi soffre attraverso l’attuazione della nuova Legge Quadro Regionale sulle politiche sociali che recependo la legge 328/2000 ha tracciato il solco in cui operare a tutela delle fasce in difficoltà.
Per concretizzare gli obiettivi strategici della nuova norma quadro regionale sulle politiche sociali e del Piano Sociale Triennale 2016-2018 occorre potenziare la struttura tecnica, amministrativa e professionale del Servizio Politiche Sociali della Regione Molise e dei 7 Ambiti Territoriali di Zona in cui è divisa la regione, ed evitando di confondere questo specifico settore di contrasto alla povertà con la Direzione Generale della Sanità e con i temi sanitari.
Già dallo scorso anno il Movimento dei Cristiano Sociali sostenne la necessità di sbloccare i 12 milioni di fondi europei dell’Obiettivo Tematico 9 del POR FSE 2014-2020 a partire dal finanziamento ai comuni di 1.500 borse lavoro annuali per disoccupati di lunga durata. Riformare i Centri per l’Impiego per implementare i fondi nazionali per il Sostegno all’Inclusione Attiva e sommarsi al Reddito Minimo di Inclusione Regionale in vigore dal 2012, per prendere in carico i più poveri, le figure fragili e i soggetti svantaggiati per reinserirli nel mondo del lavoro restituendogli opportunità e prospettive.
Il Movimento dei Cristiano Sociali ha sostenuto con correttezza, tenacia e persistenza la propria mobilitazione culturale spronando i comuni, le regioni e le strutture statali ad occuparsi dei poveri, di chi soffre, dei non autosufficienti e di chi non ha casa né lavoro. Purtroppo su questi temi non si sono registrati riscontri, né avanzamenti, permane una politica degli annunci che è lontana dalla vita reale del 25% delle famiglie molisane che vivono sotto la soglia di povertà, e che supera ogni tollerabilità al cospetto dell’abbandono dei disabili gravi e gravissimi che dal 1 giugno 2016 sono stati privati del sostegno economico con scelte oggettivamente sbagliate e sulle quali  ci si è intestarditi a perseverare con assenza di buonsenso e di ogni minima attenzione.
L’arroccamento irresponsabile della Regione Molise degno di miglior causa accentua il disagio delle nostre famiglie in difficoltà, tiene fermi i fondi europei e nazionali destinati al contrasto alla povertà e all’Inclusione, non apre alcuna riflessione sugli effetti sociali di una crisi economica devastante e che ci obbliga come Movimento dei Cristiano Sociali a proseguire nella modestia delle nostre forze la mobilitazione a tutela di chi non ha voce, di chi non ha pane, casa o lavoro.
In un anno siamo riusciti ad avere riscontri dalla Presidente della Camera dei Deputati, dal Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, dalla Prefettura e da tante organizzazioni che hanno condiviso almeno in parte le nostre proposte, ma non siamo riusciti a scalfire le rigide posizioni delle istituzioni locali e della Regione Molise, e per questo pur consapevoli delle difficoltà che ci attendono continueremo a impegnarci affiancando i non autosufficienti, i disoccupati di lunga durata, i poveri e chi soffre per qualsiasi marginalità o esclusione.

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