Maio: Sulle riforme ha ragione Natale, ma non impegnarsi sull’area di crisi è un delitto

Il Governo Renzi non ha compreso la gravità della crisi industriale del Molise, non ha aperto alcun confronto con le istituzioni regionali su nessuna emergenza sociale, si lascia andare a giudizi affrettati sulla Corte d’Appello ed è rimasto in un silenzio assordante anche in occasione dell’intervento di Papa Francesco del 5 luglio all’Università in cui si sollecitava un Patto per il Lavoro da firmare tra lo Stato, la Regione, i Sindacati, le Imprese e i Comuni.
Ad oggi non c’è un procedimento vero adottato dal Governo in favore del Molise e non si scorge alcuna disponibilità e nessuna volontà ad accogliere la richiesta regionale di 200 milioni di finanziamento per sostenere la ripresa economica del Distretto Produttivo di Bojano – Isernia – Venafro e salvare 3 mila posti di lavoro della GAM, dell’ITTIERRE e delle altre aziende in crisi.
A fronte di un’indisponibilità manifesta che trae origine dalla mancanza di fondi e dalla scarsa considerazione di cui gode il Molise sul piano nazionale, le dichiarazioni del Presidente dell’Associazione Industriale Mauro Natale risultano inopportune, gravi e sbagliate, perché spaccano la rappresentanza sociale ed indeboliscono una richiesta necessaria per il nostro territorio del tutto ignorata e disconosciuta dal Governo.
Altra cosa è invece la posizione del Presidente degli Industriali sull’esigenza di riformare il modello economico regionale ponendo fine all’assistenzialismo clientelare, uscendo fuori dalle società partecipate, superando gli enti sub-regionali e dicendo no a tutte le richieste di aumentare il numero di occupati nel pubblico impiego e nelle società collegate alla pubblica amministrazione e alla Regione Molise.
Ha ragione l’Associazione Industriale quando chiede riforme vere che aiutano le imprese private che operano sul mercato con le regole della concorrenza e della sana competizione. Se si vogliono abbassare le tasse regionali sulle aziende private bisogna diminuire le spese degli enti pubblici con uno snellimento ed una riduzione dei costi di strutture sub-regionali, agenzie e consorzi, ma gli industriali cominciassero a fare la loro parte investendo sul lavoro, sull’innovazione e sulla competitività delle loro aziende.

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