Libera Molise: trivelle, un ulteriore colossale pericolo per un territorio piccolo,marginale e fragile quale è il Molise

Ecco arrivare a passi da gigante un ulteriore colossale pericolo per un territorio piccolo,marginale e fragile quale è il Molise. In seguito all’approvazione del decreto legge nazionale “SBLOCCA ITALIA” del 2014 sulla velocizzazione di attività definite strategiche per la nazione, si è ritenuto di semplificare autorizzando – tra l’altro – concessioni per la ricerca di idrocarburi nel suolo e nel mare italiano, nonché lo stoccaggio sotterraneo di gas naturale. Tegole enormi che cadono sulla testa di tutti noi, cittadini comuni, politici, esseri umani che hanno sperimentato, almeno dall’era industriale in poi, la deriva dell’uso forsennato di idrocarburi. Tutto ciò con un enorme danno, sotto gli occhi di tutti, sui cambiamenti climatici dell’intero pianeta. Nell’incontro che si è svolto a Campobasso il 17 novembre scorso, affollatissimo e partecipato, il comitato “NO TRIVELLE in Molise” ha fornito a tutti noi la percezione di un ritorno al passato, come se le fonti fossili fossero l’unica risorsa energetica ancora possibile da sfruttare nel terzo millennio!  Il passaggio graduale che si sta faticosamente attuando, nella consapevolezza che la sostenibilità ambientale debba essere il faro direzionale nelle scelte di politiche nazionali, d’improvviso si arresta davanti al carattere d’imperio, definito strategico, di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dato allo spinoso argomento dal c.d. “sblocca trivelle”, poiché si accentra dai territori locali a Roma il potere decisionale in materia.
Appuriamo stupiti che il 63/65% del territorio molisano è interessato da richieste di autorizzazioni per la ricerca di idrocarburi, pur essendo tutti consapevoli – nel contempo – che il medesimo territorio sia in quasi totale dissesto idrogeologico, classificato sismico e, su gran parte di esso, insistono zone ad alta biodiversità, zone SIC e ZPS e, per fare solo un esempio, la riserva MAB nell’Alto Molise riconosciuta dall’UNESCO per il suo elevato valore naturalistico, una delle sole nove in Italia.  Come si può conciliare tutto questo? LIBERA MOLISE ha da sempre considerato il rispetto del territorio in cui viviamo la base di una convivenza sociale e democratica degna di tale nome .
Ricordando in un passato recente la lotta contro l’eolico Selvaggio o lo sventato atterraggio di una nursery di giovani manze nel basso Molise, una centrale a biomasse in un delicato territorio, conca alluvionale con attività produttive alimentari ai margini di un auspicato parco nazionale del Matese, etc. etc.: ricordando ciò non ci si trincera certo dietro il retrivo ritornello della sindrome NIMBY “Non nel mio cortile”. Si conferma, Invece, il concetto che ogni società civile ha, ad oggi, tutti gli strumenti di conoscenza, scientifici e di visuale prospettica migliorativa, per rientrare nella logica di adeguarsi ai cambiamenti, conviverci e consegnare un futuro meno negativo per noi e per i prossimi abitanti del pianeta.
LIBERA MOLISE sarà di nuovo in “lotta” ed al fianco di cittadini che vedono con una semplice motivazione affaristica, decisa altrove, pesantemente minacciato il suolo e il mare di questo piccolo territorio, scherzosamente (ma non tanto!), considerato un Molise che non esiste nella cartina geografica dell’Italia.
Purtroppo lo “SBLOCCA TRIVELLE” interessa tutto il suolo italiano e, in particolare, tutto l’Adriatico, la dorsale appenninica, zone abitate, boschi. Un primo atto comune delle Regioni è stato quello di chiedere un referendum sul prosieguo di questa miope e scellerata politica. Quindi si dovrà far conoscere ai cittadini i rischi (ad esempio il gas del metanodotto ultimo, stoccato in parti fragili del territorio, per l’utilizzo poi nel nord Europa … forse siamo i “bomboloni” della Germania? ) e si tenterà di creare una forte opposizione perché la democrazia in cui ancora viviamo impone scelte condivise e legalitarie. LIBERA è nata 20 anni fa anche con questo precipuo scopo!

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