L’auspicio di Franco Mancini. Le portaborsarie

franco mancini1Dal Quotidiano del Molise del 14 novembre 2013


Il risalto mediatico che il noto programma “Le Iene” ha dato alla vicenda dei portaborse consiglia rimedi urgenti. Lavorano di sopra, di sotto. Su contratto o sulla parola? Il mistero si trascina da tempo, perché, va ricordato, l’istituzione della figura è della vecchia legislatura. In futuro, bisogna evitare che qualcuno, maliziosamente, intravveda una riedizione dell’ordine: “facite ammuina”. Il Regolamento n. 6975 della Real Marina – Napoli, 20 settembre 1841 – suggeriva che, in occasione di visite a bordo delle Alte Autorità del Regno,  “ tutti chilli che stanno a prora, vann’ a poppa e chilli stann’ a poppa vann’ a prora; chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra e chilli che stann’ a sinistra vann’a dritta; tutti chilli che stanno abbascio vann’ ncoppa e chilli che stanno ‘ncoppa vann’abbascio, passano tutti p’o stesso pertuso; chi nun tiene nient’a ffa, s’aremeni a’cca e a’lla”.

A distanza di oltre due secoli e mezzo, ci sono analogie e differenze: gli italiani, ad esempio, hanno qualche idea sulla persistenza del passaggio “ p’o stesso pertuso”; mentre non c’è rischio che, oggi, qualcuno ritenga che, nelle istituzioni, ci sia “ chi nun tiene nient’ a ffa” ( Brunetta è in minoranza).
Bisogna organizzarsi.
Dalle prossime consultazioni elettorali, sarà bene che i candidati, prima ancora di esporre progetti e programmi, presentino al popolo i portaborse. I programmi sembrano tutti uguali. Ed è difficile rispettarli. Un portaborsa  è per sempre. Non lo porti, no party. Facciamolo eleggere dai cittadini. Meglio se dietro primarie.  I concorrenti potranno lanciare gli slogan del caso: “ sarò il portaborse di tutti”, o ancora “ con me, sarà un Molise quotato in Borsa”, ovvero “per un Molise più tranquillo, lotta ai borseggi”. Potranno avere sponsor d’eccezione, debitamente dichiarati al mandatario elettorale: Gucci, Fendi, Piquadro. Nessuno potrà osare metterne in discussione l’esistenza, avendolo democraticamente votato. Anche fra loro potrebbero nascere coalizioni e specializzazioni: i portaborse di ( mano) destra e  sinistra, i responsabili ed i surrealisti. I riottosi all’utilizzo della funzione – quelli alla Manzo, Federico, Ioffredi, Petraroia, per intenderci –  sarebbero costretti a dotarsene, per non tradire le promesse fatte agli elettori.
Del resto, una volta si parlava di ministri senza portafoglio, ora di consiglieri senza portaborse: tutto si adegua.
Di fronte ai rischi per l’incolumità, qualcuno però consiglia di sostituirli con i bodyguards: costano meno e non danno fregature. Peraltro, la loro selezione avverrebbe con criteri e misure  oggettivi e trasparenti.
E se capitasse di essere accerchiati e di non reggere alla pressione della piazza indignata, anch’essi potrebbero ricorrere al motto : “ o la borsa o la vita”.

P.S.: nulla contro i portaborse. Se fossero, come augurabile, giovani competenti, utili e di talento, dovremmo finirla una volta per tutte di chiamarli così.
 Bensì, “portavalori”

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