Il museo dei misteri e i castelli Monforte e d’Alessandro caratterizzano le giornate della cultura

di Massimo Dalla Torre


Sono giunte alla 22 esima edizione le giornate nazionali dei castelli la onlus a carattere
scientifico fondate nel 1964 dal meneghino Piero Gazzola. Giornate che vedono l’apertura
di dimore storiche d’ interesse e racchiudenti veri e propri tesori molto spesso ignorati
dalla gente. Una due giorni che prenderà il via il 25 e il 26 settembre con la possibilità di
scoprire castelli, rocche, torri ed altre architetture fortificate che caratterizzano il patrimonio culturale italiano ma anche altro come il museo dei misteri a Campobasso.

Location che ospita le macchine nate dall’inventiva di uno scultore locale Paolo Saverio di Zinno nel 1752 che, disegnò e susseguentemente costruì grazie alla maestria dei fratelli Cancellario le macchine portate e spalla rappresentanti scene del nuovo e del vecchio testamento.

Macchine che, sono il fulcro della festività’ del corpus domini, tant’è che la sfilata degni
ingegni è considerata una delle nove manifestazioni più importanti nel mondo e che ha
sfiorato il riconoscimento dell’UNESCO per cedere il passo alla transumanza e ai tratturi
che sono la testimonianza della civiltà pastorale ricca di oltre 2000 anni di storia.

Ad
arricchire l’iniziativa la sezione molisana dei castelli il cui presidente è l’architetto Franco
Valente ha scelto due siti: il castello Monforte di Campobasso e quello d’Alessandro di
Pescolanciano. Il Monforte costruito da Ugo secondo di Molise nel XII^ secolo su un
precedente manufatto longobardo a sua volta addossato alle mura ciclopiche di origine
sannitica che, in parte è ancora possibile vedere. Sanniti la popolazione che tenne in
scacco le aquile romane che, dopo tre guerre riuscì a sconfiggere materialmente ma non
moralmente.

Il castello prende il nome da quello che è stato il personaggio più discusso
del 1456. Il conte Cola di Monforte che fu senza ombra di dubbio protagonista di un
periodo storico particolarmente travagliato caratterizzato da guerre e capovolgimenti di
fronti senza però mai perdere il cipiglio e la valenza fino alla fine quando fu chiamato dalla repubblica serenissima di San Marco a comandare le insegne della città lagunare.


Costruito in posizione elevata, tant’è che ancora domina l’abitato del nucleo storico di
Campobasso e di conseguenza dell’intera città, presenta una pianta quadrangolare con un
mastio parallelepipedo inserito nella cinta muraria che si estendeva nelle sottostanti
abitazioni tant’è che era difficile espugnarlo.

Nel xxv^ secolo le torri di scolta poste al lato della fortezza furono trasformate in bastioni con l’obiettivo di accogliere le bombardiere necessarie alla protezione dell’intera costruzione che però per uno strano del destino fu declassato e trasformato senza però perdere le sue caratteristiche peculiari che tutt’oggi possono essere ammirate specialmente quando ci si spinge fin sopra gli spalti dove da anni ha sede la stazione metereologica dell’aeronautica militare.

L’altro castello quello di Pescolanciano di proprietà’ della famiglia d’Alessandro presenta caratteristiche differenti dal Monforte, oggi ospita la mostra permanente dei castelli molisani che fanno del territorio della ventesima regione dello stivale uno scrigno di storia, cultura e tradizioni e affondano le radici nella notte dei tempi che invitano ad una visita approfondita da parte di chi non conosce le vestige storiche del Molise tutt’altro che sconosciuto, anzi presente più che
mai.

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