Il film della settimana/ “Cena con delitto-Knives out” di Rian Johnson (Usa)

Pietro Colagiovanni *

Il film (2019) è scritto e diretto da Rian Johnson, regista, sceneggiatore e musicista country statunitense, regista che ha diretto anche l’ultimo episodio della saga di Star Wars “Gli ultimi Jedi”. E’un giallo pensato e realizzato volutamente come un giallo old fashion, come quelli di Agatha Christie, magari della saga di Hercule Poirot. “Cena con delitto” è un film corale, con un gruppo di attori di altissimo spessore su cui svetta l’investigatore privato del caso, interpretato da Daniel Craig in una sua rara uscita fuori dai panni di 007.

Accanto a lui Jamie Lee Curtis, Ana de Armas, Chris Evans (Capitan America) Michael Shannon, Don Johnson (indimenticabile in Miami Vice), Toni Collette e altri formidabili caratteristi del cinema a stelle e strisce. La trama non è semplice, anzi nelle migliori tradizioni del giallo deduttivo enigmistico (Agatha Cristhie ma anche e, forse, soprattutto Arthur Conan Doyle) è decisamente complessa. Parte da un suicidio, che forse suicidio non è, quello di Harlan Thrombey, ricchissimo scrittore di gialli trovato senza vita, con la gola tagliata dopo la festa di compleanno per i suoi 85 anni.

La polizia interviene per gli accertamenti di routine ma con gli agenti si presenta, ingaggiato da un misterioso committente, anche un notissimo investigatore privato Benoit Blanc (Daniel Craig). E’stato davvero un suicidio o dietro la morte dello scrittore si cela un vero e proprio omicidio? Per rispondere a questa domanda vengono radunati tutti i membri della famiglia Thrombey che avevano partecipato alla festa di compleanno, oltre al personale di servizio e alla giovane infermiera che assisteva Thrombey, Marta Cabrera (Ana De Armas).

Da lì un susseguirsi di vicende, colpi di scene, con qualche cedimento al film d’azione americano ma sempre nei limiti di un giallo pensato avendo in testa La signora in giallo (durante il film si vede anche un piccolo cameo televisivo della serie tv con Jessica Fletcher in primo piano). Non facciamo lo spoiler perchè il film, godibile e ben realizzato, va visto non conoscendo il sorprendente (come in ogni giallo che si rispetti) esito finale. Volendo aggiungere qualche nota diciamo che si tratta quasi di un’operazione nostalgia, ben curata e tesa ad attualizzare il filone del giallo deduttivo. E’un film politicamente corretto perchè i buoni includono le minoranze etniche di recente immigrazione. La famiglia di Harlan (ma non Harlan, che è uomo giusto) viene invece descritta come un coacervo di pulsioni negative, con la classica morale calvinista che il danaro, quando non lo si guadagna con il proprio lavoro, porta solo corruzione e corrosione morale.

Detto questo, che rileva sino ad un certo punto, il film si poggia tutto (potremmo dire quasi esclusivamente) sulla forza dei suoi attori, capaci di dar vita ad una perfomance collettiva di altissimo livello, con una profondità di recitazione teatrale di solito carente nelle produzioni cinematografiche statunitensi. La trama, infatti, raggiunge il suo effetto giallo con più di qualche fatica, la sceneggiatura presenta diversi buchi, alcune ambientazioni non sono particolarmente indovinate. Nel complesso, però, il film è godibile e piacevole e regala due ore di buon intrattenimento grazie soprattutto alla forza dei suoi interpreti.

Voto 3,25/5

*imprenditore, comunicatore, fondatore del gruppo Terminus

per commenti, recensioni o sollecitazioni e suggestioni cinematografiche potete contattarmi a colagiov@virgilio.it

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