Giornata della Memoria, De Matteis:la politica può agire incitando e favorendo il rispetto e la riscoperta dei sani valori

Esprimere un parere nella giornata del ricordo assume quest’anno un significato del tutto particolare. Riuscire a trovare delle argomentazioni sulla ricorrenza del 27 gennaio, vuol dire, nel 2015, pensare al presente, con la mente al passato e la testa chinata sui libri. Sui libri perché per fortuna sono pochi coloro che fisicamente sono in grado di descrivere ciò che sulla propria pelle hanno subito, e di conseguenza molte descrizioni, molte tematiche arrivano dai libri che raccolgono le memorie di questi eroi e martiri di una guerra atroce. Una guerra non combattuta in trincea, ma dentro quello che veniva definito un campo di lavoro ma che in realtà era un inferno. Non che esistano conflitti che non siano un inferno, ma la shoah rappresenta il marcio nel marcio, un’apocalisse talmente profonda che resterà nello storia della sofferenza umana, tra gli esempi massimi di tormento, violenza scellerata e paura. Dicevo libri, memoria, ma anche presente perché negli ultimi mesi si sono ripetute scene di violenza inaudita in Francia, ai danni di una redazione colpevole di esercitare una professione che ha dimestichezza con la satira. Non solo nella Francia, ma episodi dai quali viene fuori una violenza inaudita, ci giungono da guerriglieri ispirati da matrici religiose, o almeno così vogliono farci credere. Pensieri ed ideologie che sfociano in rapimenti, sevizie e violenze, decapitazioni, barbari massacri che hanno avuto come vittime non solo soldati, ma anche professionisti e persino volontari, come le nostre ragazze rapite in Siria. Ma se da un punto di vista spirituale mi risulta difficile capire come la religione possa prevedere forme così scellerate di devastazione umana, dall’altro non mi capacito di come poi si possano placare attentati ed attentatori a suon di moneta corrente. Ecco dunque che bisogna ricordare gli avvenimenti legati alla fine della seconda guerra mondiale con uno sguardo attento al presente. Questi soprusi, queste vittime, questi soldati che uccidono senza pietà, questi terroristi non sono troppo lontani dall’Italia fanno riecheggiare se non altro il timore che esiste uno sterminio al quale lo Stato deve difenderci. A tal riguardo la politica può agire solo incitando e favorendo il rispetto e la riscoperta dei sani valori, favorendo il dialogo e l’esortazione all’ascolto della parola del Signore e all’insegnamento didattico impartito dai nostri docenti ed educatori. Credo si debba insistere anche sul riconoscimento di una diversità che non vuol dire annientamento del pensiero altrui. Pertanto anche nel Molise, non dimentichiamo mai che nella nostra regione esistevano dei campi di concentramento, piccoli ma funzionali, ma cerchiamo di affrontare un discorso didattico per le nuove generazioni, attente più ai cambiamenti legati al progresso tecnologico che non all’ideologia. A nome e per conto della Provincia di Campobasso credo che questo 27 gennaio debba unirci tutti alla riflessione e ad una presa di posizione affinché certi episodi non abbiano più a ripetersi, ovunque.

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