Fai/Camera di Commercio: il problema resta:dove sono finiti 485.000 euro?

Questo il comunicato del presidente uscente della Camera di Commercio, Amodio De Angelis sulla vicenda dell’azienda speciale Fai. Essendoci noi occupati per primi della questione, gli forniamo una breve replica.

Spett.li redazioni,gli articoli pubblicati in questi giorni sull’Azienda speciale F.A.I. mi inducono a far chiarezza sulla questione richiamata.I fatti riportati con dovizia di particolari non corrispondono alla realtà. Infatti nella vicenda FAI la Giunta presieduta da Paolo di Laura Frattura , sulla base della puntuale relazione del Presidente pro tempore dell’Azienda Speciale FAI Paolo Spina, nonché membro di Giunta, che evidenziava un deficit ormai strutturale della gestione della FAI dovuto al venire meno dei finanziamenti regionali per l’attività di formazione, decise all’unanimità la messa in liquidazione dell’Azienda al fine di evitare dispendio di risorse da destinare alle imprese ed al territorio, rispettando così i principi di una sana e corretta amministrazione del denaro pubblico.Ho ritenuto necessario questo chiarimento in quanto ritengo che in questo momento così delicato per il sistema economico e quindi per le nostre imprese queste vicende non possano essere strumentalizzate per motivazioni che non riguardano il mondo delle imprese e delle associazioni.Sarebbe auspicabile una maggiore diffusione di tali comportamenti virtuosi.

Di virtuoso nella vicenda Fai c’è poco o nulla, e lo sa pure De Angelis. Il punto non è infatti il fatto che l’azienda è stata chiusa perchè erano terminati i finanziamenti regionali (cosa peraltro neppure vera, perchè non si tratta solo di fondi regionali ma anche statali ed europei e visto che l’Unioncamere, altra emanazione del sistema camerale, continua a fare praticamente la stessa attività della Fai) ma il fatto che si è chiusa dopo che Spina disse che c’era un deficit patrimoniale di circa 300.000 euro (è agli atti) e dopo che la liquidatrice (la direttrice dell’ente Lorella Palladino) sostenne che il deficit patrimoniale era di 485.000 euro. Il punto è semplice: se i fondi non c’erano più, a cosa sono serviti e perchè si sono spesi 485.000 euro di danaro del contribuente e delle imprese molisane? E perchè il deficit patrimoniale balla dai 300.000 euro di Spina ai 485.000 della Palladino? Oltre centomila euro di soldi pubblici dispersi nello spazio di qualche giorno e nessuno dice niente? Apprezziamo de Angelis per la sua leale e corretta difesa d’ufficio ma le risposte vere sulla questione, tutt’altro che lineare, dovranno arrivare inevitabilmente da altre fonti e da altri soggetti.

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