Daniele Sepe omaggia il Molise nel suo ultimo album con il brano “Uagliun e Uagliol”

“Le avventure di Capitan Capitone e i fratelli della Costa” è il titolo dell’ultimo lavoro discografico di Daniele Sepe, artista napoletano, compositore e sassofonista richiestissimo dai grandi artisti per le sue performance e composizioni.

Il 2019 è stato l’anno della lavorazione che ha visto impegnare oltre cinquanta musicisti da tutto il mondo e da poco meno di un mese è disponibile su tutte le piattaforme (da mercoledì scorso anche su Spotify).

Ebbene, tra di loro figurano ben 3 musicisti molisani, tutti componenti della band Patrios, fondata a Rocchetta a Volturno.

Insieme a Capitan Capitone, hanno partecipato alla registrazione di numerosi brani dell’album ma a uno in particolare, quello che evoca il Molise. Uagliùn & Uagliòl, scritto e arrangiato da Daniele Sepe e Antonello Iannotta, con il contributo musicale di Luca Casbarro (fisarmonica e zampogna), Federica Ilaria Leva (voce e cori), i tre molisani, mentre Fabrizio Musto (batteria) e Alessandro Coletta (chitarra) componenti dei Patrios, sono di San Vittore. Inoltre, per rimanere ‘in zona’, anche il coro di bambini di Pescasseroli ha contribuito al brano molisano.

“Uagliun & Uagliole è un riadattamento moderno di un vecchio testo popolare molisano che tratta di disattenzione familiare – spiega Sepe -. Abbiamo usato il ritmo dispari della Valjia, antica danza albanese importata in Italia dalle numerose comunità arbresh”.

È soprattutto la stima e l’amicizia che lega il musicista napoletano con Antonello Iannotta (percussionista e fondatore dei Patrios) ad aver portato il progetto nella regione. Il percussionista dei Patrios ormai da circa tre anni collabora a pieno titolo con Sepe: è presente infatti anche negli album precedenti. Questa collaborazione lo ha portato negli ultimi mesi ad avere collaborazioni di grande prestigio con Vinicio Capossella (ospiti insieme a Propaganda Live e allo Sponz Festival oltre a essere presente nell’ultimo album “Ballate per uomini e bestie”, in quest’ultimo è presente anche Luca Casbarro) e con Stefano Bollani, durante il concerto di capodanno in piazza Plebiscito a Napoli.

Una produzione mastodontica viste le collaborazioni, alcune già affermate, altre invece, rese possibili grazie all’occhio e all’orecchio di Sepe che sceglie sempre protagonisti ‘veraci’ ma con un bagaglio musicale importante.

La proposta di Capitan Capitone affonda la ricerca nell’archetipo del mare. “L’argomento di fondo – spiega Sepe – è il mare. Il mare come memoria, come arte del viaggio e dell’incontro, della scoperta e della meraviglia Un mare dove i pesci s’incontrano e interagiscono tra loro, senza frontiere e senza limiti”.

L’attenzione invece che dedica il sassofonista napoletano al Molise, viene dalla propensione a rivalutare e elevare tradizioni musicali e lingue/linguaggi quasi perdute, riprese attraverso arrangiamenti che mescolano il nuovo con l’antico.

“Questo disco è stato completamente autoprodotto, come tutti i miei album – conclude l’artista -. È stato registrato per lo più nella mia camera da letto, o ha sfruttato il magnifico fatto che oggi ognuno di noi, ognuno che produce musica, ha a casa un computer una scheda audio e un microfono con cui poter registrare professionalmente, e da Amsterdam a Buenos Aires mi sono arrivati i contributi che hanno reso possibile una tale varietà di suoni.

È lui stesso a spiegare il progetto:
“Siamo giunti al terzo capitolo della saga di Capitan Capitone.
Sfruttando senza pietà l’immotivata stima nei miei confronti di tantissimi musicisti, questa volta ho approntato una ciurma numerosissima e variegata, così come si addice a nave pirata che si rispetti, dove non si fa distinzione di censo, religione, età e colore dei capelli.

Piccoli, adulti, veterani, bravi, meno bravi, famosi, meno famosi, tutti hanno dato una immensa mano ad armare il vascello.

E partiamo con una armata Brancaleone, nobili più dentro che fuori, alla conquista di un po’ di suoni del mondo.

Cazzimmao è il racconto, il rifacimento, di una antica filastrocca per bambini conosciuta sia in Brasile che in Portogallo, terre lontane unite dalla stessa lingua, residuo di antica dominazione, ma anche di antica migrazione.
Capitan Capitone, per me inaspettatamente, ha colpito la fantasia dei più piccoli, sempre più spesso mi sono ritrovato in prima fila una “chiorma” di bambini vestiti da pirati che volevano conoscere il Capitano, e molti brani di questo album sono stati realizzati per loro, e cosa più importante, con loro.
Altra cosa che mi interessava era raccontare certe storie della mia terra davvero poco conosciute, ed incredibili, come quella del generale Avitabile o del trombettiere del settimo cavalleggeri. L’avventura di Avitabile ha ispirato film come “l’uomo che volle farsi re” e la storia del trombettiere di Sala Consilina ci racconta cose diverse dal western hollywoodiano, storie di emigrazione che conducono verso mondi assolutamente distanti dai caciocavalli del Cilento.
Bailecito Trasteverino è il nostro omaggio alla canzone romanesca, da Claudio Villa, motociclista tenace come a me, a Gabriella Ferri, incrociata con la grande passione per la musica sudamericana.
Il corpo morto è l’usuale omaggio al nostro vate, Frank Zappa, guarda caso anche lui figlio di immigrati.
Marenare è la mia libera traduzione di una antica canzone francese di pirati, Le grand Courier. Il testo è stato scritto di getto al largo di Procida. La sorpresa per me è stata quando un vecchio pescatore mi ha raccontato che loro usano contro la coda di zefiro, la tromba d’acqua marina, una preghiera recitata a pantaloni abbassati. Non lo sapevo quando ho scritto il testo. Magia del mare.
Chesta è a vita mia è il nostro omaggio al mondo del blues, quella musica del diavolo che ci ha fatto crescere tra chitarre e elettricità, e che spesso parla dei guai di ognuno di noi, come avere il tabacco e non avere le cartine. Per rimanere nel meno grave.
Se tu se il mio vero amore è un brano scritto negli anni ’70 dal cantautore portoghese Vitorino, di cui già in Anime Candide avevo riproposto Menina sta a janela, ma questa volta vado più in là e ho tradotto liberamente il testo originale.
Lapo & Gonzalo è una sorta di nuova ‘A livella marinara, con confronto tra gabbiano ricco, radical, e gabbiano povero.
‘O guardio è canzone all’apparenza frivola, ma che racconta tra le righe della brutta storia di Davide Bifulco, e di tutti quelli che sono gli abusi di potere. E anche della contraddizione di uno Stato che vieta le droghe leggere, ma lucra col monopolio di stato sull’alcol, che è la piaga sociale di questa epoca. Moderno anestetico di giovani cervelli.
Zingari nasce come una specie di Black man di Stevie Wonder, lo ricordate? Quanti sanno che Elivis Presley o Dante di Nanni erano rom? Un esercizio di memoria, omaggio a un popolo senza esercito.
Ondas do mar de Vigo è un canto del XIII secolo, portoghese, tratto da un manoscritto attribuito a Martim Codax, è il canto disperato di una moglie che aspetta il suo uomo, imbarcato, e ci si imbarcava forzatamente o per disperata povertà, e lontano.
Cominciamento di gioia è una Istampitta della stessa epoca, con andamento di tarantella, un brano che continua la mia tradizionale passione per la musica popolare medievale sin dai tempi di Vite Perdite.
Del Trombettiere di Custer già vi ho accennato.
Poteva mancare il pezzo trap? E no, il Capitone è fustigazione divertita anche del contemporaneo, e l’amore moderno, quello nato su Instagram o su Facebook, è parte integrante di questo breve racconto. Romeo & Giulietta 2.0.
Core ‘e pappavalle è un choro, un altro omaggio al Brasile di Pixinguina e Hermeto Pascoal. All’inizio avevo chiesto a Stefano (Bollani) di fare il solo su questo brano, ma poi ho pensato “ma ’sto Stefano lo dobbiamo sempre associare al Brasile?” Ed ho preferito proporgli, a lui e alla sua compagna Valentina Cenni, di scrivere una favoletta marinara per bambini, ed è nato Dino pesciolino fino. Spero proprio che nel futuro ci regalino un bell’album per bambini.
Sono la nostra speranza i più piccoli, sono quelli che dovranno salvarci, quelli che dovranno riparare i nostri errori e portare più in là quello che parte di noi ha fatto di buono. Evitare lo Spritz e imbracciare un libro.
Le nuove avventure di Capitan Capitone sono dedicate a loro”.

( nella foto Daniele Sepe (a sinistra) con i Patrios e ‘Gl Cierv’)

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