Cucina e dintorni/ Gli interventi ‘salvifici’ degli chef

di Stefano Manocchio*
Abbiamo visto come l’esposizione televisiva degli chef sia totale e globale; niente di strano, finché si parla di padelle, piatti, lavorazioni, tecniche di cottura e via discorrendo. Ma quello che sembra invece essere al momento predominante nella televisione enogastronomica è il ruolo ‘psicologico’ che cuochi e chef rivestono nelle trasmissioni, dove affrontano casi umani, a volte disperati, ristoranti che della cucina hanno a malapena l’insegna e che vengono meno a qualunque caratteristica del mangiare anche in maniera mediocre, ignorandone anche le regole elementari.
In particolare un ciclo televisivo fa vedere lo chef che risolleva moralmente il ristoratore che chiede aiuto, lo conforta, gli insegna a cucinare, gli sistema per bene il locale diroccato e gli permette di passare da una sorta di bettola ad elegante rifugio per i buongustai. Sembra tutto esagerato o costruito per due motivi: 1) i miracoli non si realizzano in tre giorni; 2) Se il livello a cui erano abituati i ristoratori che chiedono aiuto prima era quello, non si capisce come abbiano potuto tirare avanti, anche alla meno peggio e non chiudere subito. Insomma questo potere ‘salvifico, dei maghi della cucina, che come chef però sono a livello internazionale, sembra strano.
LA RICETTA DELLA SETTIMANA.Polpettone di patate.Lavare e lessare le patate, sgocciolarle e pelarle, poi schiacciarle e girare la purea con un cucchiaio di legno, aggiungendo burro, latte e tocchetti di mortadella. Aggiungere uova e far amalgamate il tutto, poi spolverare di parmigiano e pepe. Creare una forma di salame, imburrarlo e farlo cuocere in teglia in forno preriscaldato a 180°. Cottura: un’ora.
*giornalista appassionato di cucina

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