930° anniversario di San Giovanni Eremita celebrato dalle arcidiocesi di Campobasso – Bojano e Benevento

Presso la Casa Natale di San Giovanni Eremita a Tufara, il parroco Don Bernardino De Iasio e l’Arcivescovo di Campobasso-Bojano, Padre GianCarlo Maria Bregantini hanno celebrato una funzione religiosa dedicata al Primo Santo del Molise nel 930° anniversario della nascita, e domani lo stesso Arcivescovo si recherà nelle grotte di Baselice e al Monastero di Santa Maria del Gualdo a Foiano Valfortore ripercorrendo il cammino e visitando i luoghi in cui operò il Patrono dell’Alta Valle del Fortore.
Lo scorso 22 luglio nella medesima Abbazia di Gualdo – Mazzocco si è svolta una celebrazione dedicata al fondatore di uno dei più importanti monasteri medievali dell’Italia Meridionale, presieduta dall’Arcivescovo di Benevento, Mons. Andrea Mugione.
Il 16 agosto grazie all’abnegazione dell’Associazione tufarola “I Pellegrini di San Giovanni Eremita” si è tenuto il pellegrinaggio a piedi per i 27 km che separano Tufara da Foiano Valfortore, e per il 27 agosto, per merito di un’altra associazione culturale, si terrà un seminario sulla comunicazione del Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il quale il 30 ottobre 2013 ha chiarito al massimo livello ecclesiastico possibile che “l’elevatio e traslatio corporis” avvenuta il 28 agosto 1221 con cui l’eremita molisano venne proclamato Santo si ritrova nelle citazioni delle lettere di Papa Onorio III “S. Joanne Eremita ad religiosos viros S. Mariae de Gualdo” e nell’opera di Papa Benedetto XIV (1740-1758) “De Servorum Dei Beatificatione et Beatorum Canonizatione”.
In precedenza, Papa Adriano IV con una Bolla Papale del 14 aprile 1156 indirizzata a San Giovanni Eremita aveva autorizzato i monaci dell’Abbazia del Gualdo di Mazzocco a vivere rispettando la Regola Benedettina.
Questi frammenti di storia religiosa medievale meritano giustamente di essere conosciuti e diffusi per consentire al Molise di riappropriarsi di eventi accaduti un secolo prima di San Francesco d’Assisi e riportate da un rigorosissimo ed autorevole studioso di Patristica, docente negli Atenei Pontifici Propagande Fide e Lateranense, membro ordinario di Archeologia Cristiana, socio onorario dell’Accademia di San Tommaso d’Aquino e Consultore della Pontificia Commissione Biblica così definito da Papa Giovanni Paolo II “…basta un solo nome: Padre Antonio Casamassa gloria insigne dell’Ordine Agostiniano e della nostra Università Lateranense”.
E’ pertanto, meritorio che i comuni di Baselice, San Bartolomeo in Galdo, Foiano Valfortore e Tufara celebrino in più eventi religiosi e culturali, insieme alle Arcidiocesi di Benevento e di Campobasso-Bojano la figura di un molisano nato nel 1084 che al ritorno da un viaggio a Parigi donò tutti i suoi averi ai poveri di Tufara e si ritirò in un eremo per insegnare con l’esempio che “ogni uomo quando nasce non ha nulla, quando muore non porta con sé nulla e quando vive è inutile che litiga per possedere ciò che non è suo”.

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