Romagnuolo: allarme acqua nel Molise. Rivedere i protocolli con Puglia e Campania

Buoni si, ma non fessi e pertanto bisogna rivedere i protocolli di concessione delle nostre acque con Puglia e Campania. La mia posizione sulla conservazione e la difesa dell’acqua molisana è uno stato di necessità, anzi, è legittima difesa e io, per il ruolo istituzionale che occupo devo difendere tutti i molisani, tutte le fasce sociali e gli agricoltori. Se il Piemonte lancia l’allarme siccità e chiede aiuto alla Valle d’Aosta ma arriva un secco no, non vedo perché anche il Molise non debba fare e dire altrettanto con Puglia e Campania. Ribadisco a chiare lettere che bisogna prima soddisfare i bisogni dei cittadini molisani che tra l’altro pagano bollette salatissime, poi bisogna fare una approfondita indagine di quanta acqua servirà al Molise nei prossimi 150 anni e, solo dopo concedere l’acqua alle Regioni come Puglia e Campania e comunque, solo ed esclusivamente per uso e consumo alimentare. Per la loro agricoltura, si intraprenda un programma di desalinizzazione della costa adriatica. Il nostro lago per eccellenza, cioè quello di Guardialfiera (Liscione), è ormai al limite siccità, è in profonda crisi e, concedere altri 50 milioni di metri cubi alla Puglia per rimpinguare il lago di Occhito, sarebbe un crimine contro i molisani considerato che con la nostra acqua nella Capitanata ci annaffiano i peperoni. Esattamente un crimine, anche in considerazione che i nostri anziani e la popolazione più fragile e povera del Molise, non solo sempre più spesso trova i rubinetti a secco, ma paga bollette sempre più maggiorate. Credo che ormai sia il momento di non passare più per fessi. Chi vuole difendere la gestione e la sopravvivenza della nostra acqua molisana e impedire che domani sia l’acquedotto pugliese a gestire le nostre sorgenti, troverà in me un valido baluardo, faremo le barricate. Ormai non si scherza più.

Aida Romagnuolo

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