Piano Sociale/ Primiani (M5S): inascoltate le richieste degli ambiti territoriali


L’approvazione del Piano sociale regionale 2020-22 non ci soddisfa, ma soprattutto non può soddisfare gli operatori del settore perché si tratta di un Piano che arriva con due anni di ritardo ed è carente sotto vari punti di vista. Nei mesi scorsi, in IV Commissione consiliare, abbiamo ascoltato tanti di loro, abbiamo sentito gli Ambiti territoriali sociali e tutte le altre componenti interessate. Un giro di consultazioni doveroso, chiesto da me e dalla collega di Commissione Patrizia Manzo, e necessario a definire al meglio un Piano che rappresenta lo strumento normativo grazie al quale regolare i servizi sociali sul territorio. Una sorta di ‘timone’ che definisce metodi e strategie per realizzare servizi di welfare mirati ed efficienti in ogni comune.
Tutte le parti ascoltate in Commissione avevano segnalato le carenze del Piano in bozza, ad esempio la totale assenza di integrazione sociosanitaria. Una mancanza grave soprattutto perché intanto il Piano sanitario ancora non è stato approvato.

Insomma è stata persa un’occasione per integrare sociale e sanità, ambiti strettamente collegati.
Per questo abbiamo presentato proposte concrete contenute in alcuni ordini del giorno. Abbiamo chiesto, ad esempio, di promuovere l’erogazione integrata delle prestazioni sanitarie e sociali, attraverso il concorso di Asrem e Comuni.

E abbiamo chiesto di garantire una risposta unitaria e globale ai bisogni di salute che richiedono interventi sanitari e azioni di protezione sociale sulla base delle esperienze virtuose degli ATS. Dietro queste parole si celano problemi concreti. Ad esempio l’ATS di Campobasso si trova costretto a sobbarcarsi economicamente l’esistenza del SerD e l’integrazione sociosanitaria servirebbe ad evitare esempi simili.


Ma al Piano Sociale manca anche un sistema informativo unico ed è grave perché la raccolta dati sociosanitari è indispensabile ad una corretta programmazione. Anche in questo caso abbiamo fornito una soluzione: prevedere adeguati fondi per l’adozione di un sistema informativo unico e omogeneo per tutti gli Ambiti. Ma abbiamo anche proposto di aumentare e rendere stabili i fondi agli Ats e ai relativi Piani di Zona, a prevedere forme di sostegno per l’anticipazione delle risorse agli operatori degli Ambiti, a prevedere pagamenti puntuali e a promuovere un sistema d’integrazione sociosanitaria attraverso una nuova legge di riforma.


Le nostre proposte sono state respinte così il Molise si ritrova un Piano sociale monco, un ‘timone’ che non riesce a dirigere la nave regionale verso politiche integrate utili ai cittadini.
Certo, l’approvazione è utile per il sostentamento degli Ats, ma il documento arriva in ritardo, al termine di un percorso difficile, sofferto, e non fornisce alcun valore aggiunto. La mancata integrazione tra politiche di settori diversi mostra la cronica incapacità di dialogo tra assessorati, uno dei tanti parametri che misurano lo stato comatoso della maggioranza a guida Toma. Non abbiamo bocciato il documento per senso di responsabilità nei confronti di un Piano importante per tanti cittadini e lavoratori, ma il documento è insufficiente a risolvere i loro problemi.

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