Nascita della Commissione parlamentare dei diritti della donna e dell’uguaglianza di genere

La Consigliera di Parità e Autorità per i diritti e le pari opportunità della Regione Molise Giuditta Lembo sarà presente domani 25 settembre 2018 a Roma presso il Senato della Repubblica su invito personale delle Parlamentari promotrici dell’incontro che vedrà la nascita della Commissione parlamentare dei diritti della donna e dell’uguaglianza di genere.

“Sono onorata – afferma la Lembo – di aver ricevuto l’invito a questo evento importantissimo durante il quale sarà presentato il DDL che prevede la nascita di una Commissione ad hoc sui diritti della donna e sull’uguaglianza di genere, una Commissione che nasce da un accordo politico trasversale tra diverse Parlamentari, in un momento in cui si sta da più parti denunciando che l’Italia ha la peggiore performance quanto ad azioni e politiche di pari opportunità tra uomini e donne: secondo l’ultimo Rapporto del World Economic Forum (Wef) di Davos, il nostro Paese è in 82esima posizione su 144 totali in fatto di uguaglianza di genere.

Solo nel 2016 eravamo in 50esima posizione e nel 2015 sul gradino 41 del Rapporto “Global Gender Gap Index” elaborato dal World Economic Forum. Ad essere prese in considerazione – prosegue Giuditta Lembo – sono state le disparità sul lavoro, sia in termini di partecipazione sia di salari, la rappresentanza politica e la salute. La situazione italiana è peggiore anche di quella di Grecia (78esima), Belize e Madagascar e supera di poco Birmania e Indonesia. L’allarme sul mancato gender gap è di tipo mondiale: per la prima volta dal 2006, da quando viene calcolato dal Wef, il ‘”gap” globale di genere si è allargato, sia pure di poco, e l’uguaglianza ha fatto marcia indietro in tutti e quattro i campi (salute, istruzione, lavoro e rappresentanza politica) in cui viene misurata.

In base all’indice 2017, il divario di opportunità tra i sessi a livello globale si è chiuso per il 68% contro il 68,3% del 2016. Resta da chiudere un residuo 32% per arrivare alla parità, ma al ritmo attuale ci vorranno 100 anni per farlo contro gli 83 anni stimati nel 2016 e nel lavoro serviranno 217 anni. In Italia il gap di genere del 2017 risulta chiuso al 69% contro il 72% del 2016.

Il principale motivo dell’arretramento sta nel maggiore divario nella rappresentanza politica, dove il divario si è ancora ampliato e l’Italia dal 25esimo posto del 2016 è passata al 46esimo del 2017, principalmente in relazione alla presenza di donne al Governo (29esima da decima). Nella salute, il divario, pur restando minimo, si è un po’ allargato rispetto al 2016 ed è bastato a far precipitare l’Italia dalla 77esima alla 123esima posizione. Tra i dati spicca quello dell’attesa di vita in salute, che per le donne è calata a 73,7 anni dai 74 anni del 2016, mentre per gli uomini è salita a 71,8 anni da 71.

La situazione è pesante soprattutto in termini di opportunità nella vita economica, settore che vede l’Italia in un imbarazzante 118esimo posto (dal 117esimo dello scorso anno), legato alle disparità a carico delle donne nella partecipazione alla forza lavoro (89esimo posto), nei salari (126esimo) e nel reddito (103esimo). Tra i lavoratori scoraggiati, cioè che non cercano neppure un’occupazione, i cd. inattivi, il 60,5% sono donne. Senza tralasciare i 513 minuti di lavoro giornaliero delle donne contro i 453 degli uomini, con l’aggravante che il 61% del lavoro delle donne non è pagato contro il 23% per gli uomini.

La nascita di una Commissione permanente – precisa la Lembo – che monitori e analizzi, proponga e solleciti il Governo, affinchè si intervenga urgentemente sulle questioni quali occupazione femminile, salute della donna, rappresentanza di genere in politica, è ormai una necessità, una esigenza improcrastinabile. Una Commissione che verifichi tutti gli atti emanati dalle Camere affinché nessun provvedimento possa celare un discrimine legato all’essere uomo o donna e simile al modello europeo della Commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere (FEMM).

La Commissione si occuperà di eguaglianza di genere monitorando molteplici aspetti: dal divario salariale alla povertà femminile, dalla sottorappresentanza delle donne nei processi decisionali ai servizi all’infanzia e alla famiglia, dalla tratta degli esseri umani alla maternità e salute e collaborerà con la Commissione d’inchiesta sulla violenza contro le donne ed il femminicidio. La Commissione riferirá annualmente alle Camere proponendo adeguamenti della legislazione vigente alle normative dell’Unione europea ed ai diritti previsti dalle Convenzioni internazionali. Alla luce di questa importante novità – conclude Giuditta Lembo – invito le Consigliere regionali molisane Calenda, Matteo, Manzo, Romagnuolo, Fanelli e Scuncio, a valutare la possibilità di proporre la istituzione anche in Molise di una Commissione consiliare sulla tutela dei diritti della donna e dell’uguaglianza di genere alla luce degli ultimi dati riguardanti il tasso di disoccupazione femminile, l’emergenza di creare occupazione oltre che giovanile anche femminile va considerata sicuramente come priorità poichè è stato dimostrato che il lavoro delle donne è una risorsa per il nostro paese.

Non più perseguire la parità, ma le pari opportunità, vale a dire l’accettazione e la valorizzazione del fatto che c’è una differenza tra l’uomo e la donna e questa differenza non è da nascondere, da cancellare, ma da valorizzare e far valere all’interno di decisioni, di scelte, perché significa ottenere maggiori e migliori risultati, soprattutto in ambito professionale. Sono state fatte varie indagini e calcoli, a dimostrare che il fatto che le donne non lavorassero quanto gli uomini, e non fossero pagate quanto loro, comportava un danno complessivo per il prodotto interno lordo del Paese che bloccava lo sviluppo e la trasformazione di una società che doveva avere necessariamente, al suo interno, le due componenti maschile e femminile, ognuna delle quali contribuiva al raggiungimento dei risultati.

Auspico la nascita di un impegno trasversale all’interno del Consiglio regionale affinchè avvenga qualcosa di significativo che faccia sì che anche gli organismi posti a tutela della parità e delle pari opportunità esistenti possano avere un interlocutore all’interno del Consiglio regionale quale una Commissione consiliare con la quale confrontarsi sulle tante questioni ancora da risolvere che riguardano il mondo femminile.

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