Ben vengano i protocolli di legalità, ma quando l’interesse dello Stato alla utilità della spesa
pubblica è già compromesso per gravi carenze istruttorie e contrattuali allora è necessario che gli incontri in Prefettura siano prioritariamente destinati a chiarire il perchè nella progetto “Lotto Zero” manchino le due uniche due valutazione che consentirebbero allo Stato di verificare se i primari interessi di “utilità” e “tutela ambientale”, intesa anche come tutela della salute pubblica, sono rispettati.
Non è un caso, infatti, che l’art. 22, co. 3, del D.lgs. 152/2006, in attuazione dell’art. 5 della
direttiva 2011/92/CE (già 85/337), preveda che nello studio di impatto ambientale, tra le le
soluzioni alternative, sia obbligatoriamente valutata anche la cd. “opzione zero”, e cioè il contesto che si determinerebbe in caso mancata realizzazione dell’opera. La mancanza della predetta valutazione comporta la nullità degli atti, e ciò ne rimarca la fondamentale importanza che essa riveste.
Parimenti non è un caso che nel Contratto di Programma che regola i rapporti tra Ministero
delle Infrastrutture ed ANAS S.p.A. sia presente un Allegato “C” che obbliga ANAS S.p.A. a
redigere un’ Analisi Costi / Benefici riportando la valutazione in base ai due contesti che si
determinerebbero in caso di realizzazione e di non realizzazione dell’opera. E’ un obbligo
contrattuale che vincola, in termini di vigilanza, anche il MIT, ed è grave che la procedura sia
arrivata a questo punto nonostante le due predette carenze istruttorie.
In più si consideri che ANAS S.p.A. è sottoposta al controllo della La Corte dei Conti sulla
gestione finanziaria e amministrativa di Anas (L. 259 del 1958), e ciò avviene tramite un
Magistrato delegato dalla Corte.
Il Molise è una Regione che ha patito un vero e proprio saccheggio di risorse senza che le
Istituzioni locali abbiano fatto valere gli interessi dei cittadini, e parimenti è successo nel caso del Lotto Zero.
In Area Matese lo Stato troverà sempre un presidio di vera democrazia ogni qualvolta pretenda
di agire al di fuori delle regole e della tutela del bene comune, specialmente quando, in una
Regione nella quale non riesce a garantire nemmeno i Livelli Essenziali di Assistenza, pretende di pendere centinaia di milioni di euro non solo violando leggi fondamentali ma finanche i vincoli contrattuali che lo legano a società che operano con strumenti di diritto privato.
I politici locali, almeno in questo caso di incredibile ed offensiva arroganza, abbiano il senso
civico di pretendere il rispetto delle leggi.
Alfonso Mainelli portavoce di “Area Matese. Civico Movimento Politico per Bojano e l’area matesina”