Legge di bilancio 2022: nuovi fondi per borse di studio universitarie

Gli studenti sono in attesa di un decreto ministeriale all’esame della Corte dei conti, che attua la riforma contenuta nel PNRR.

La nuova legge di bilancio prevede, infatti, lo stanziamento di maggiori fondi per incrementare gli importi e il numero di beneficiari delle borse di studio universitarie.

Quale sarà l’aumento previsto per le borse di studio? Oggi, soprattutto a causa dei ritardi e dei problemi del nostro sistema di welfare universitario, l’Italia nella classifica dell’Unione Europea per numero di giovani laureati è ferma al penultimo posto, nel nostro Paese, infatti, solo il 12% degli studenti universitari è percettore di borsa di studio contro il 25% di media a livello comunitario.

Per invertire l’attuale situazione, dunque, il Piano nazionale di ripresa e resilienza autorizza lo stanziamento di 500 milioni di euro in tre rate (rispettivamente nel 2022, 2023 e 2024) e una riforma dei criteri per l’erogazione dei sussidi in standby.

Secondo quanto riportato nella proposta del MIUR si tratterebbe di un aumento di 200,00€ per le borse percepite dagli studenti “in-sede”, di 500,00€ per quelle degli studenti “pendolari” e di 700,00€ per i c.d. “fuori sede”, si parla ancora di un aumento di circa 900,00€ per i programmi come Erasmus+ e di un incremento del 20% delle borse percepite dalle donne iscritte a un corso di laurea Stem (essendo queste solo il 20%).

Il Ministero ha inoltre pensato di modificare le soglie d’accesso ai benefici che saranno fissate a €24.335,11 per l’ISEE ed a €52.902,433 per l’ISPE così chè, entro il 2024, aumenterà di circa 100.000 unità il numero dei borsisti.

Quale è il pensiero degli studenti?
In qualità di rappresentante degli studenti in Senato Accademico mi associo all’orientamento dei miei colleghi dell’Unione degli studenti Universitari, secondo i quali, sono necessari interventi strutturali e mirati all’incremento della fruizione dei benefici connessi al diritto allo studio.

Personalmente mi preme evidenziare che ritengo insufficienti gli interventi contenuti nel decreto, infatti, il rischio, connesso soprattutto alla modifica delle soglie di accesso ai benefici, è quello di un grosso aumento di idonei non beneficiari.

Senza investimenti ad hoc il provvedimento perde di fatto significato, gravando ancor di più su un sistema già al collasso.

In conclusione, posso dire che, per quanto vengano accolte positivamente le intenzioni del Ministero che sembrerebbe, finalmente, iniziare a comprendere le criticità che rivestono il nostro sistema di welfare universitario, tuttavia gli interventi ad oggi previsti non sono ancora in grado di rispondere alle esigenze delle studentesse e degli studenti del nostro Paese.

A conferma di tutto ciò vi è sicuramente il calo delle immatricolazioni dell’ultimo anno accademico che annovera tra i principali motivi delle rinunce al proseguimento negli studi proprio l’insufficienza dei benefici di garanzia del diritto allo studio universitario.

William Sergio rappresentante degli Studenti nel Senato Accademico  UNIMOL e componente del Consiglio Direttivo di Azione

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