La situazione dei collaboratori coordinati e continuativi della Regione Molise

Nel corso di questi mesi sono scaduti o sono in scadenza diversi contratti di collaborazione coordinativa e continuativa a progetto stipulati direttamente con la Regione Molise o con società che prestano servizi consulenziali alla stessa. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di contratti stipulati con collaboratori che hanno svolto la loro attività presso la Regione Molise ininterrottamente da diversi anni: chi addirittura dal 2003, altri a partire dal 2005, altri ancora dal 2007/2008. Ci si riferisce in particolare, a quei consulenti/collaboratori che hanno prestato la loro opera nell’ambito dell’assistenza tecnica del POR Molise e che quindi non pesano sul bilancio regionale della Regione, ma sui fondi strutturali europei.Nella maggior parte dei casi si tratta di collaboratori che hanno lavorato e continuano a lavorare presso diversi assessorati della Regione Molise supportando gli uffici in maniera seria e puntuale. Quale è il problema? Il problema sta nel fatto che la Giunta regionale non ha intenzione di rinnovare ulteriormente tali contratti (alcuni decennali). Gli aspetti del problema legati alla cessazione del rapporto di lavoro ( perchè sempre di rapporto di lavoro si tratta: che si definisca atipico, precario, o altro, ci troviamo di fronte ad un rapporto di lavoro e di lavoratori) sono diversi. In primo luogo occorre rendersi conto che il problema esiste: esistono dei collaboratori (padri e madri di famiglia per i quali, in alcuni casi, il contratto di collaborazione con la Regione o con una Società di consulenza è l’unica fonte di reddito) il cui contratto è scaduto il 31 dicembre 2013, oppure il 28 febbraio 2014, oppure il 30 aprile 2014, o il 30 giugno 2014, comunque entro l’anno. I Collaboratori esistono! Non sono invisibili o trasparenti, non sono meteore o lampi, che adesso ci sono e tra un pò non ci saranno più. Sono persone reali come quelli della Gam, dello Zuccherificio, dell’Ittierre etc.
Se questo problema esiste occorre la volontà di affrontarlo: se questa intenzione sussiste è necessario che vengano delineati i tempi, (possibilmente rapidi e certi), le modalità, le procedure etc. Il terzo aspetto, consequenziale rispetto al precedente, riguarda l’accertamento delle condizioni per la prosecuzione di tali contratti di collaborazione, si tratta cioè di:
– verificare l’effettiva necessità delle prestazioni professionali garantite dai collaboratori;
– effettuare una ricognizione delle varie competenze rispetto alle esigenze emergenti dai vari uffici e dai vari servizi;
– stabilire, anche sulla base delle normative nazionali e regionali, se la prosecuzione del rapporto resta in campo alla Regione Molise oppure passa ad una società di consulenza esterna;
– delineare le modalità,  le procedure ed i tempi di tale prosecuzione.
L’ultimo aspetto del problema riguarda la necessità che questi lavoratori hanno di conoscere il loro destino professionale e lavorativo. Questi collaboratori sono consapevoli che non sarà possibile uscire dal limbo della precarietà e sono disponibili a convivere ancora con l’insicurezza tipica derivante da tale condizione; sarebbe necessario però il coinvolgimento della Giunta Regionale per sapere se vi sono delle possibili risposte alle loro aspettative. Il non avere una stabilità contrattuale, l’essere sottomessi ad una incertezza costante, il non potersi dare delle regole fisse di consumo, di acquisizione di beni fondamentali come la casa, di pianificazione familiare, implica un’esperienza di marginalizzazione che può diventare esasperante. Inoltre, si rendono conto che non possono fare delle “rivendicazioni”, nè aprire una “trattativa sindacale” o una “vertenza”, vorrebbero però avere la possibilità, nella chiara consapevolezza delle loro responsabilità e dei limiti dei loro diritti.

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