La denuncia di Bregantini: La GAM e l’area di crisi complessa devono ripartire

Tante volte siamo intervenuti, come Comunità cristiana, nei confronti della GAM. Con pochi frutti. Ma ora la situazione è ancora più drammatica. Si rischia un disimpegno totale da parte del Ministero del Lavoro, a Roma. Lo stabilimento sa di abbandono. I fondi per la ricostruzione del macello stanno fuggendo. Non si sa nemmeno se vi sia un imprenditore che, con l’aiuto dei fondi pubblici, si prenda questo necessario impegno del rinnovo del Macello, cuore vitale per l’intera filiera del pollo così decisiva per il Molise, terra “vocata” per questo tipo di aziende. La cassa integrazione è in bilico. L’area matesina è delusa. Una crisi lunghissima.

Eppure, guai se ci perdiamo d’animo. Forse ora abbiamo l’opportunità di riflettere in pieno, per dare una impostazione sistematica alla questione, individuando con onestà gli interessi contrapposti, scoprire le tante lentezze, denunciare il disinteresse di molti. Ma anche con speranza, tracciare linee progettuali di un futuro realmente imprenditoriale. Non assistenzialistico né caritativo. Per questo, il nocciolo è primariamente quello di far ripartire il Macello, a Bojano! Resta il cuore della filiera!

Ma ci pare doveroso, in primo luogo, ringraziare i tanti agricoltori che da decenni operano nell’allevamento dei polli. Con i loro capannoni, sono l’ossatura dell’industria del pollo, settore “tipico” per le nostre campagne, fonte di reddito e di dignità. Lo facciamo con le parole di Papa Francesco, nella sua visita in Molise, il 5 luglio del 2014: “Il restare del contadino sulla terra non è rimanere fisso, è fare un dialogo, un dialogo fecondo, un dialogo creativo. E’ il dialogo dell’uomo con la sua terra che la fa fiorire, la fa diventare per tutti noi feconda. Questo è importante. Un buon percorso formativo non offre facili soluzioni, ma aiuta ad avere uno sguardo più aperto e più creativo per valorizzare meglio le risorse del territorio. Perciò è necessario sollecitare l’applicazione dell’area di crisi complessa. Così si era espresso già papa Francesco, con precise parole, che noi ora rivolgiamo alla Politica, perché riprenda in mano questo primario impegno, con decisione: “Cari amici, oggi vorrei unire la mia voce a quella di tanti lavoratori e imprenditori di questo territorio nel chiedere che possa attuarsi anche un “patto per il lavoro”. Ho visto che nel Molise si sta cercando di rispondere al dramma della disoccupazione mettendo insieme le forze in modo costruttivo. Tanti posti di lavoro potrebbero essere recuperati attraverso una strategia concordata con le autorità nazionali, un “patto per il lavoro” che sappia cogliere le opportunità offerte dalle normative nazionali ed europee. Vi incoraggio ad andare avanti su questa strada, che può portare buoni frutti qui come anche in altre regioni.

Perciò, alla Regione, ricordiamo l’obbligo morale di mantenere gli impegni presi in passato, sotto altre Amministrazioni regionali, per rendere attrattiva l’area Matesina della filiera. La Politica non deve svolgere il ruolo di “imprenditore”. Sarà il privato a farlo! Deve però svolgere il ruolo di chi crea le condizioni per incentivare gli investimenti dei privati. La tempistica sia prioritaria per far fronte comune, unendo tutte le forze politiche per chiedere un intervento in sede ministeriale. Riflettiamo seriamente sui nostri limiti e carenze! Riprendiamo in mano i fili del percorso del riscatto sociale ed economico in Molise! Lasciamo cadere, tutti, la pietra della miopia. Investire è il futuro.

Ai Sindacati: un invito a stare sempre vicini, vigilanti, con empatia vera verso i lavoratori della GAM. Si punti ad affiancare gli ammortizzatori sociali con una visione progettuale di quelle che sono le politiche attive del lavoro, per una promozione intelligente e lungimirante! Con soluzioni innovative per gli operai anziani, tramite segni di ricollocamento in altre realtà pubbliche, con l’aiuto solidale della Regione e della Provincia.

Agli operai, infine, un preciso monito: la cassa integrazione va continuata e rivista. Non può continuare in questo modo. Va radicalmente ripensata, perché sia un sostegno che stimola il rientro nel lavoro, pensando a impegni di pubblica utilità.

I cassintegrati, per restare uniti e compatti, accolgano l’appello fatto a suo tempo dalla Pastorale del lavoro, di costituire un COMITATO PERMANENTE di una decina di operai, che si ritrovano ogni settimana, a Palazzo Colagrosso. Questo il compito: dare notizie, ripensare al ricollocamento dei lavoratori, evitare il doppio lavoro, tenere i contatti con le istituzioni politiche e con i sindacati ed il legame con il mondo degli allevatori, in stretto collegamento con la società civile e le scuole. Anche questo è stile imprenditoriale, capace di stimolare la piena partecipazione di tutti alle scelte di tutti! La GAM infatti resta un banco di prova per tutti. Per questo, intensifichiamo la preghiera al Signore, certi della sua benedizione, ma dentro un serio impegno di rinnovamento e di conversione, personale e sociale, da parte di tutti noi!

IL VESCOVO E LA PASTORALE SOCIALE E DEL LAVORO

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