Incidente mortale a Pozzilli, Cgil: un’altra vita spezzata nel fiore degli anni

Un’altra vita spezzata nel fiore degli anni mentre stava compiendo l’arte più nobile che
dovrebbe caratterizzare la vita di uomini e donne : il lavoro.
Il lavoro, quello cercato, quello perso, quello sancito nell’articolo 1 della nostra
magnifica Costituzione. Il lavoro quello che dovrebbe rappresentare compiutamente la
dignità sociale di ognuno di noi all’interno della comunità.
Oggi, nel bel mezzo di una crisi pandemica e epidemiologica, dovrebbero tornare
drammaticamente al centro dell’attenzione di tutti concetti tipo qualità del lavoro e
della vita, sicurezza sul lavoro e modelli alternativi di società nei quali l’elemento
fondante, in luogo del profitto e dello sfruttamento, dovrebbe essere l’uomo e il suo
ruolo nella vita e nella società per garantire a se stesso condizioni dignitose e a chi verrà
futuro solidale e sostenibile.
Servirà a poco fare ipocriti cordogli. Servirà a poco fare anche processi di Piazza o
attribuire responsabilità (che pur dovranno essere individuate) e risarcimenti. La vita
umana non ha prezzo. Oggi, ancora una volta, abbiamo perso tutti e siamo tutti
responsabili se non lavoriamo, da domani, nella direzione di concepire il lavoro come
elemento di dignità e di riscatto sociale e non di ricatto di vita. Riscatto, ricatto: una
piccola consonante che fa una grande differenza. Per quel poco che può servire un
abbraccio fraterno e vicinanza a familiari, amici e colleghi del ragazzo che ha perso la
vita a Pozzilli.

Paolo De Socio – Segreteria generale CGIL Molise

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