Cgil e Cisl accusano: Il Molise continua a perdere treni

E’ una storia amara che racconta di una regione che non vuole o non sa capire che il
primo dei suoi mali è l’immobilità
.
Scrivere sulla condizione del Molise suscita sempre sentimenti di preoccupazione ma anche di
dolore per chi, molisano, torna ad affrontare e a doversi misurare con situazioni di stallo o di
incapacità che peggiorano le condizioni di una regione che continua a rinunciare al futuro e a
vivere con rassegnazione il suo declino.
Ed è così che ancora una volta dobbiamo amaramente evidenziare l’incapacità di un governo
regionale nel gestire il sistema ferroviario. Una incapacità che si declina nella mancata consegna dei lavori di elettrificazione della Campobasso- Roccaravindola e nel mancato adeguamento delle stazioni di Campobasso e Isernia.

Lavori che procedono con una lentezza inaccettabile per chi, dovendosi spostare, deve ricorrere agli autobus sostitutivi e percorrere strade in condizioni fatiscenti in viaggi della speranza preclusi ai cittadini disabili condannati a dover provvedere autonomamente alle loro esigenze di spostamento pena l’immobilismo. Una condizione che ha ricadute anche sui lavoratori degli appalti ferroviari e dei lavoratori di Mercitalia che sono stati trasferiti in altre regioni. Una incapacità che si concretizza nella mancata attivazione dei treni della metropolitana leggera Bojano- Matrice dopo che su questa tratta sono state investite ingenti risorse per adeguare o costruire diverse stazioni in un’opera che resta cattedrale nel deserto.

Una incapacità che si palesa nel disinteresse di un governo regionale che, dopo ben due mesi dalla frana che ha determinato la chiusura della tratta ferroviaria CB – Termoli, ancora non si attiva per rimuovere dieci carriole di terra spezzando il Molise in due, provocando disagi ai molisani anche in questo caso disabili ma anche perché l’utilizzo di autobus sostitutivi non permette il trasporto di animali domestici o di mezzi di trasporto sostenibili quali, per esempio, le bici senza considerare che percorrere la vecchia statale 87 con autobus sostitutivi significa davvero intraprendere una via crucis infinita. E ancora una volta a pagare le spese sono anche i dipendenti del personale viaggiante di Trenitalia e i capistazione spostati su altre regioni. Tutto questo mentre il PNRR parla un’altra lingua che è quello degli investimenti proprio sulla tratta chiusa, che è quella dello sviluppo delle infrastrutture per segnare una svolta significativa. Ma in Molise si annotano dimissioni strategiche di assessori preposti, si annotano vuoti che non vengono colmati, scaricabarili indicibili e soprattutto il menefreghismo di chi può ma non fa, di chi proclama ma non agisce…ed è così che questa regione continua a perdere i treni che potrebbero portarla verso un futuro più accettabile.

FILT CGIL MOLISE (Lucia Merlo) – FIT CISL MOLISE (Simone Vitagliano)

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