Centri per l’Impiego e Politiche Attive/ Boccardo: “Nessuna attenzione neppure su un settore fondamentale”

Mentre in Italia il dibattito su come spendere i miliardi di euro messi a disposizione dall’Europa, attraverso i il Recovery Plan è sempre più intenso, in Molise ci stiamo limitando a vivacchiare su tutti i temi, dalla sanità alle infrastrutture, dalle politiche per il lavoro a quelle sociali, dal pubblico impiego all’istruzione, passando per i servizi ai cittadini, al turismo, al commercio, alle politiche attive.

E proprio su questo tema vorremmo fare una riflessione, poiché notiamo come gli uffici sul territorio che dovrebbero occuparsi di questa delicatissima questione sono pressoché dimenticati e lasciati al loro destino, abbandonando di conseguenza soggetti precari fragili che in questo periodo così delicato hanno perso il lavoro o non sanno come cercarlo, ma che invece avrebbero bisogno di maggior sostegno proprio da questi servizi.

Ormai tutti in Molise, che siano cittadini di Termoli, Campobasso o Isernia, sono consapevoli di quanto i centri per l’Impiego siano diventati l’emblema del disastrosa gestione amministrativa regionale.

Sono settimane, forse mesi, che questi uffici sono chiusi al pubblico, con la conseguenza che l’utenza che vi si rivolge, spesso poco digitale, non riesce ad avere un semplice documento o attestato, spesso obbligatorio per avere un contratto di lavoro o un qualche sussidio.

Lo scaricabarile ormai è giunto al capolinea, nel senso che dopo un rimpallo di responsabilità, che ha solo generato disservizi, siamo l’ultima regione rimasta ad avere i Centri per l’Impiego chiusi al pubblico e nulla è previsto all’orizzonte rispetto ad un rafforzamento necessario entro marzo, per fronteggiare i problemi dei tanti lavoratori a rischio quando purtroppo scadrà il blocco dei licenziamenti.

Recentemente sono stati anche contrattualizzati dalla Regione Molise 30 unità che avrebbero dovuto dare supporto al personale, assieme ai Navigator di Anpal servizi che già da un anno prestano servizio a favore dei beneficiari di reddito di Cittadinanza. Dunque, un buon numero di operatori se rapportiamo i numeri molisani alla media nazionale, ma non sufficienti se rapportato alla media delle percentuali di disoccupazione del piccolo Molise.

Comunque, nonostante per una volta si ha del personale, ovviamente precario, siamo capaci di non riuscire a mettere in campo dei servizi che generino un aiuto concreto e un sostegno necessario all’utenza molisana.

Dipendenti stabili, pochi e senza un’organizzazione puntuale; precari che pare non abbiano ancora accesso completo ai sistemi, dunque a “mezzo servizio”; navigator, in scadenza di contratto (in molte regioni stanno chiedendo il loro rinnovo al Governo in quanto da maggio chi si occuperà delle migliaia di utenti che hanno in carico?) che continuano comunque a lavorare tra mille difficoltà operative e procedurali.

Insomma, le Politiche Attive, sulle quali sono annunciati miliardi di euro di interventi, e su cui occorre essere pronti e reattivi a cogliere le tante opportunità in arrivo, continuano a essere marginalizzate da qualsiasi programmazione e progetto.

È assurdo, infatti, che a distanza di mesi non si sia riusciti a organizzare un servizio, anche minimo, in presenza, a favore di quanti non hanno dimestichezza di internet.

Èd è altrettanto assurdo che, nonostante una simile dotazione di personale (ricordiamo precario) tra Navigator e tempi determinati, non si riesca a mettere insieme una serie di iniziative a favore dei tanti disoccupati molisani e delle aziende che ormai vedono i CPI come “desueti” e non come opportunità.

A questo punto ci chiediamo, qualora esista, qual è il progetto, la visione che l’amministrazione ha su questo comparto, su come valorizzare questo personale, su come rimettere al centro l’Agenzia regionale Molise Lavoro.

E vorremmo anche sapere se si intende bandire concorsi, così come stabilito dal piano nazionale di rafforzamento dei Centri per l’Impiego, in corso in tutta Italia e che ha visto o vedrà l’assunzione di migliaia di nuovi operatori.

Oggi possiamo solo constatare, anche su questo, su un tema fondamentale in periodo di crisi sociale ed economica, che la programmazione, l’attenzione e la sensibilità di chi amministra su quello che dovrebbe essere un pilastro della ripresa, che nessuno ha a cuore anche le esigenze basilari dei molisani.

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