Cefaratti: “Le incongruenze del Movimento 5 Stelle sulla sanità molisana”

La questione relativa alla presunta vendita della struttura Gemelli Molise, da parte della casa madre romana sta facendo discutere. In particolar modo l’interpellanza urgente presentata sul tema in Consiglio Regionale, dal Movimento 5 Stelle. Dopo battaglie, discussioni, polemiche ferventi, lotte continue dei pentastellati sulla differenziazione tra sanità pubblica e convenzionata, oggi si chiede alla Regione di operare la fusione tra Gemelli Spa e Ospedale Cardarelli. Ma come? Non si è sempre detto che la sanità privata deve essere autonoma dal punto di vista finanziario? Non si è sempre detto che la Regione non deve entrare nelle faccende private e “limitare” il privato convenzionato? Oggi il Movimento 5 Stelle chiede alla Regione di acquisire Gemelli Molise, i suoi debiti e riprogrammare la sanità pubblica. Non solo. Abbiamo contezza precisa dell’interpellanza presentata in Consiglio Regionale, ma il primo referente dei 5 Stelle non dovrebbe essere il Commissario Degrassi, figura mandata qui in Molise, per espressa volontà politica da parte della sinistra e del M5S? Quando si tratta di fare polemiche il bersaglio è sempre il Consiglio Regionale, senza alcun accenno al Commissariamento che ha portato solo danni alla nostra Regione.

L’interpellanza in questione rappresenta una vera e propria contraddizione in termini: pur ammettendo infatti che “lo Stato Centrale ha sottratto agli organi elettivi della regione Molise la competenza in materia di politica sanitaria assegnando, di conseguenza, ad una struttura commissariale esterna il compito di attuare le azioni definite nei piani operativi in ordine alla realizzabilità gli equilibri finanziari nella dimensione e nei tempi ivi programmati, in funzione degli interventi di risanamento, riequilibrio economico-finanziario e di riorganizzazione e riqualificazione del sistema sanitario regionale, anche sotto il profilo amministrativo e contabile”, non abbiamo sentito in questi ultimi anni una sola parola di scuse, un mea culpa, da parte di coloro che avevano sbandierato la nomina del Commissario esterno come una vittoria, un traguardo raggiunto. Tecnici, lo ribadiamo, piovuti da chissà dove che non hanno, e non per loro colpe, la minima cognizione di quella che è la reale situazione della sanità molisana. Oggi chiedono che la Regione intervenga e risolva il problema acquisendo gli asset, le strutture e i debiti del Gemelli scavalcando di fatto la struttura commissariale esterna che hanno invocato a gran voce e ottenuto, confidando nel fatto che rappresentasse la soluzione di ogni problema. Se è questa la loro reale intenzione, perché allora non si rivolgono direttamente al Governo che sostengono e al Ministro competente per chiedere la rimozione del Commissario esterno e che venga riattribuita alla Regione la piena potestà legislativa ed amministrativa per tutto quanto concerne il comparto sanitario?

Non solo, la domanda è anche un’altra: acquistando le quote (e i debiti), la Regione sarebbe in grado di garantire ai 400 attuali dipendenti, di Gemelli Molise, un futuro lavorativo? O sarebbe un salto nel buio sulla pelle dei lavoratori stessi? Il risultato di questa situazione è semplicemente il frutto della confusione generata dalla mancanza di chiarezza nei rapporti che intercorrono tra le competenze della Regione e quelle che fanno capo alla struttura commissariale. È invece necessario procedere con una programmazione sul medio-lungo periodo e non con iniziative estemporanee che non fanno altro che aumentare il livello di incertezza e confusione. Una programmazione che dovrebbe essere gestita esclusivamente dalla Regione e dall’ASREM: cosa attualmente impossibile visto che sin dall’inizio dell’attuale legislatura in Molise c’è il Commissario esterno, imposto dal Governo. Ho espresso, in più di una circostanza, il mio totale disaccordo con la figura del Commissario esterno, sin dal primo momento, il risultato è quello che stiamo vivendo: caos e problematiche che invece di diminuire aumentano giorno dopo giorno.

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