Capitale Italiana della Cultura 2026, Agnone non ha vinto il titolo, ma è stata protagonista

Ha vinto Agnone, ha vinto il Molise. Non abbiamo ottenuto il titolo di “Capitale Italiana della Cultura 2026”, ma abbiamo vinto perché abbiamo imparato una lezione ancora più importante: anche il margine può essere centro.

Lo abbiamo dimostrato attraverso il grande spirito di coesione e partecipazione attorno alla candidatura dell’Atene del Sannio. Agnone è stata protagonista per mesi sulla stampa nazionale e locale, i video promozionali hanno raggiunto il record di visualizzazioni e sono stati condivisi in tutto il mondo, numerosi i turisti che hanno visitato il nostro borgo dopo l’annuncio delle 10 città finaliste. In giro per l’Italia ho parlato in continuazione del nostro centro e le risposte sono state sempre le stesse: “Agnone? Certo che la conosco!”. Una visibilità grandissima che si è estesa anche agli altri Comuni molisani.

Il Molise è stato uno abbracciando con calore le ambizioni di un piccolo borgo ricco di storia, arte e tradizioni. La definirei un’appassionata testardaggine che ha creato un senso di comunità che probabilmente non si vedeva da tempo. Da Campobasso a Isernia, da Termoli fino alle cime dell’Alto Molise. Ed è da questa prospettiva di unione e determinazione che ora bisogna ripartire. Il progetto “Fuoco, dentro. Margine al centro” non finisce di certo nel tritacarte. Non disperdiamo le forze, perché ci impegneremo per realizzare le iniziative previste nel dossier. Lo faremo anche con l’appoggio della Regione e di Roma, con il sostegno confermato dal presidente Roberti e dal ministro Sangiuliano.

Grazie a chi ha lavorato affinché tutto questo fosse possibile. Professionisti preparati e attenti, le migliori energie del nostro territorio. Adesso il sogno continua con una nuova direzione, verso Agnone capitale del margine. Il margine che tutto contiene e che tutto vede, il margine che vuole raccontare storie di luoghi incontaminati e meraviglie senza tempo.

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