Autonomia differenziata/ CGIL: Toma spieghi ai molisani i benefici della posizione assunta

La CGIL ha espresso da sempre preoccupazione per il prosieguo dell’iter del disegno di legge presentato dal Ministro delle Regioni e delle Province Autonome, Roberto Calderoli. La CGIL del Molise, nei mesi scorsi, ha lanciato numerosi appelli per creare una vasta alleanza sociale che guardasse oltre anche gli schieramenti politici e partitici per scongiurare l’accelerazione di questa legge sciagurata.

L’approvazione della prima fase del provvedimento nella Conferenza delle Regioni nel corso della quale anche il Presidente Toma ha espresso voto favorevole nonostante, a quanto dato sapere, il Consiglio Regionale avesse evidenziato con voto unanime una serie di criticità sulla proposta di legge, la dice lunga sul concetto di rappresentanza che ha caratterizzato questo Governo Regionale.

Chiaramente, se si esclude la discussione stimolata dal congresso territoriale della CGIL nella quale sono emerse inevitabili divergenze di posizione tra noi e il Governatore Toma, su questo delicato argomento come su tanti altri, non è stato proposto nessun momento di confronto regionale con le parti sociali.

Ribadiamo che la proposta avanzata dal Ministro è sbagliata perchè, concettualmente, mina il significato di unità nazionale così come sancito dalla Costituzione. Proprio quella Costituzione che viene evocata a scudo di questa abominevole proposta trascurando il fatto che la Costituzione stessa deve essere attuata a partire dai suoi principi fondamentali sanciti attraverso l’intervento pubblico su materie del calibro di salute, istruzione e lavoro. Quei diritti che vanno riaffermati ogni giorno come costituzionali, appunto, e universali proprio per essere
garanti di TUTTI.

Nella conferenza stampa dello scorso febbraio, insieme alla Federazione dei Lavoratori della Conoscenza del Molise, avevamo denunciato le criticità di questa strana idea di assetto istituzionale del Governo Meloni e delle sue emanazioni territoriali, che sembra essere un patto non scritto tra il PRESIDENTE del Consiglio dei Ministri e la lega salviniana. Un patto che sembra determinarsi a mò di baratto tra un’anomala idea di semi-presidenzialismo e l’idea di autonomia separatista di “bossiana” memoria. Un patto consumato sulla pelle della gente che avrà effetti nefasti sul Molise e su buona parte del mezzogiorno in barba ai numerosi appelli di riequilibrio territoriale che sono indicati in tutti i programmi governativi, in primis quelli europei. Oggi il Presidente Toma, dice che le Regioni del Sud devono essere partecipi per controllare che non ci siano sperequazioni e vengano garantiti i livelli essenziali delle prestazioni. Noi
crediamo che non basta fissare i LEP: un conto è fissare dei parametri, altro è renderli effettivi. La definizione dei Lep deve essere un obiettivo fondamentale per intervenire sui divari più significativi, ma non può rappresentare oggetto di scambio con ipotesi di regionalizzazione di diritti fondamentali. Ricordiamo – intanto – che la legge di bilancio statale non prevede nessuna risorsa aggiuntiva per finanziare i LEP e ridurre i divari esistenti,. Sul procedimento di approvazione delle intese fra Stato e regioni promotrici, protagonisti quasi esclusivi saranno le Regioni, il Ministro per gli affari regionali e il Governo, mentre il Parlamento stesso è ridotto a
un un ruolo marginale. Non dimentichiamo, inoltre, che come denunciato dalla FLC CGIL, ogni ipotesi di regionalizzazione della scuola significa attaccare il ruolo unificante dei contratti nazionali di lavoro, regionalizzare gli organici, lo stipendio del personale.

Si riaffaccia lo spettro delle gabbie salariali ! ! ! Ma, soprattutto, con questo modo di procedere si rischia di frammentare il diritto all’istruzione che deve essere garantito a tutte e tutti a prescindere dal luogo in cui sono nati. Questa autonomia produrrà marcate differenze regionali sulla base delle diverse possibilità di spesa dei territori, differenze relative alla professionalità dei docenti, al loro contratto di lavoro, al loro salario, alla mobilità e al reclutamento ma, ancora più grave, differenze nell’offerta formativa per studentesse e studenti. Per come viene
annunciata e proposta produrrà ulteriori divari tra le diverse aree del Paese anche in materia di sanità pubblica e di offerta sanitaria già vituperata in Regioni come il Molise. Per parte nostra continueremo a contrastare ogni provvedimento che favorisce la frammentazione dei diritti civili e sociali fondamentali, e a mobilitarci per interventi volti, invece, a rimuovere le drammatiche disuguaglianze esistenti e per determinare politiche che stanzino le risorse necessarie a ridurre i divari . Noi saremo in campo per contribuire a realizzare un sistema perequativo che promuova coesione e solidarietà e confidiamo, a questo punto, che il Presidente Toma si schieri con noi e con i suoi cittadini e non con apparati politici centrali ai quali, evidentemente, non si può disobbedire considerata anche l’imposizione ricevuta per l’elezione dei consoli – pardon – dei deputati romani (a proposito….cosa ne pensa la nostra delegazione parlamentare di questi argomenti???) catapultati dall’alto nel nostro Molise lo scorso settembre.

La CGIL del Molise è attiva per creare una vasta alleanza sociale e proprio per il prossimo 10 marzo, insieme ad ALI e ANPI, ha promosso un focus sull’autonomia differenziata dal titolo “NO ALLE DISEGUAGLIANZE TERRITORIALI” che si terrà presso la sala della Costituzione di Campobasso. Già in questa prima fase il confronto vedrà il coinvolgimento di un pezzo associativo e partenariale con gli interventi di esperti e di Confindustria Molise, Legacoop e Associazione Uniti per la Costituzione. Saremo protagonisti della costruzione di un movimento vasto di associazioni e cittadini che possano contribuire a frenare le pulsioni separatiste dei
nuovi attori della politica italiana e molisana. NOI NON CI FERMEREMO ! ! !
Il Segretario della CGIL MOLISE
Paolo De Socio

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