Agricoltura sociale: via libera del Governo alla legge regionale

L’agricoltura torna a essere strumento di inclusione e solidarietà. Con la legge regionale n. 1 del 18
marzo 2025, “Disposizioni in materia di agricoltura sociale”, si apre una nuova stagione per il mondo
agricolo e per le politiche sociali. Il provvedimento, promosso dalla consigliera regionale Stefania
Passarelli insieme al collega Armandino D’Egidio, ha ricevuto il via libera nel Consiglio dei ministri
n. 128 del 19 maggio scorso.
“È un passo fondamentale – dichiara la consigliera Passarelli – e siamo già al lavoro per il
regolamento attuativo che renderà operativa la legge e consentirà di avviare concretamente i progetti
di inclusione lavorativa e sociale destinati ai cittadini più fragili”.
La norma punta a recuperare la funzione sociale dell’agricoltura, storicamente legata alla solidarietà
e all’integrazione nelle comunità rurali, per trasformarla in un motore di sviluppo umano e territoriale.
Tra gli obiettivi principali: l’inserimento socio-lavorativo di persone con disabilità, dei minori in
carico ai servizi sociali, di soggetti svantaggiati e in condizioni di fragilità.
Ma l’agricoltura sociale non si ferma qui. La legge prevede anche la realizzazione di servizi
sociosanitari e terapeutici, attività educative e ambientali, progetti di riabilitazione e percorsi di
crescita personale. Le fattorie sociali, riconosciute ufficialmente a livello regionale, potranno ospitare
bambini in età prescolare e persone con fragilità fisiche, psichiche o sociali, offrendo esperienze di
accoglienza, formazione e lavoro.
Il provvedimento introduce anche strumenti concreti per sostenere queste realtà: priorità
nell’assegnazione di terreni agricoli pubblici, valorizzazione dei prodotti nei mercati locali, incentivi
per l’inserimento dei prodotti delle fattorie sociali nelle mense scolastiche e ospedaliere.
“Questa legge – conclude la consigliera delegata al Welfare – rappresenta un’opportunità concreta
per costruire un nuovo tessuto imprenditoriale, rilanciare la vocazione agricola del nostro territorio e,
soprattutto, offrire dignità, lavoro e cura a chi vive situazioni di fragilità. È una sfida che possiamo
vincere solo insieme, con il contributo di tutti”.

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