Molisecafone/ La riunione politica e il problema delle deiezioni

riunione 1Se si vuole davvero comprendere il livello della politica (e della società molisana) bisogna andare in profondità, smuovere la zolla, lavorare di vanga e far uscire davvero quello che c’è dietro un patina di tranquillo perbenismo di provincia. E quindi eccovi servito uno spaccato vero di Molisecafone, un Molise rustico e realistico. Di seguito riportiamo un resoconto di sintesi di una riunione, di primissimo piano svoltasi qualche giorno addietro, per decidere importanti questioni amministrative e di investimento da parte di un primario Ente territoriale della Regione. Alla riunione partecipavano sia esponenti dell’amministrazione, per spiegare le loro determinazioni, sia esponenti dell’opposizione, per avanzare le loro critiche e le loro controproposte.

Dopo i convenevoli e i saluti di rito l’amministrazione, e il suo esponente di riferimento, illustrano i piani di lavoro, l’impiego degli ingenti finanziamenti e le linee di azione. A questo punto prende la parola l’esponente di opposizione che, secondo un canovaccio ormai collaudato, critica aspramente le scelte dell’amministrazione, la loro apparente improvvisazione, la loro confusione, gli effetti controproducenti sul territorio eccetera. Prende la parola, evidentemente spazientito, l’esponente capo dell’amministrazione che così ribatte alle critiche dell’oppositore (tra parentesi riportiamo la traduzione in italiano, trasposta in un linguaggio scientifico da Superquark onde evitare di offendere sensibilità molto profonde nella nostra regione)
Amministratore: uaglio’ la sa na cos? Tu m’ha proprie c…..uc…..!!!
Traduzione: “Ragazzo, la vuoi sapere una cosa? Ebbene tu hai effettuato una deiezione sulle mie parti intime, segnatamente sull’organo riproduttore (l’amministratore è di sesso maschile ndr)”
Oppositore: questo è inqualificabile, una tale volgarità non può essere ammessa in un consesso istituzionale, ci si rifugia in essa solo quando non si sa come controbattere (sintesi della risposta dell’oppositore)
Trascorre qualche imbarazzato e algido minuto di silenzio: la tensione è palpabile e nessuno sa come uscirne. Riprende a questo punto, con nonchalance e padronanza, la parola l’amministratore capo che testualmente così si rivolge nuovamente all’oppositore
Amministratore: sa che è, u vuo’sape? Tu ma ri c…..uc…. !!
Traduzione: sai cosa c’è, lo vuoi sapere per davvero? Tu, così seguitando ad infastidirmi hai nuovamente effettuato una deiezione sulle mie parti intime
A questo punto in sala c’è una risata liberatoria, anche l’oppositore si arrende e ride e la seduta, tra la felicità e l’ilarità di tutti viene finalmente sciolta (e non è un gioco di parole).
Così si governa e si fa politica nel Molise, questo è il vero regno del Molisecafone.

PS:  tutto quanto narrato è assolutamente vero, rispondente alla realtà ed è effettivamente accaduto in uno dei palazzi del governo della nostra regione

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