L’approfondimento/Il disastro sanitario del Molise. Sanità: non ci vuole un commissario, ci vuole l’esercito!

esercitoSubcommissari, dirigenti generali, 95 dirigenti particolari: i privati fanno quello che gli pare- I privati costano sempre di più, il pubblico eroga sempre meno cure e servizi: eccellente!

“Tavolo e Comitato evidenziano ancora una volta la mancanza di governo delle prestazioni erogate dalla struttura privata. Si chiede di conoscere quali controlli vengano effettuati sulla produzione prima di iscrivere il fatturato a CE e si chiede alla struttura commissariale di assegnare i tetti di spesa degli anni successivi tenendo conto del fabbisogno reale della popolazione residente (al netto delle inappropriatezze) e nel rispetto della normativa vigente in materia. Con riferimento alla mobilità attiva si ricorda che quest’ultima deve essere regolata da accordi di confine in mancanza dei quali non è possibile accreditare posti letto esclusivamente dedicati a pazienti provenienti da altre regioni”.  Questo è una delle tantissime reprimenda che il governo nazionale fa al Molise sulla sanità. In pratica i privati fanno un po’ quello che vogliono, perché la struttura di governo della sanità regionale non riescono a “governare” i processi.

Attenzione, però. Le strutture di governo della regione Molise sono pesantissime e costosissime. Nei giorni scorsi, è stato nominato anche il direttore generale della sanità ( come da noi anticipato si tratta di Antonio Lastoria, campobassano manager della Università Cattolica di Milano) che si va a sommare ai subcommissari, alla struttura dell’assessorato regionale della sanità, al direttore generale dell’Asrem (che al momento è ancora Percopo) e ai 95 dirigenti amministrativi (leggasi 95) dell’Asrem stessa. Un esercito di dirigenti, per una spesa di milioni di euro, che a detta del governo nazionale non sa neppure governare il rapporto con i privati (specie i due più grandi, ex Cattolica e Neuromed). E non lo sa governare perché in pratica non controlla, non assegna budget sensati e radicati nelle esigenze di cura della popolazione, non stabilisce neanche le convenzioni con le regioni limitrofe per poi farsi riconoscere da queste i soldi delle prestazioni erogate ai cittadini da quelle regioni provenienti. Abbiamo già visto come l’Asrem non era ancora riuscita a gestire le fatture che gli arrivavano  con un unico protocollo, come prescritto per qualsiasi piccole o microimprenditore italiano . Abbiamo già visto come l’Asrem non sa nemmeno quanti sono i suoi dipendenti. Oggi apprendiamo anche che l’intera struttura della sanità molisana (Regione più Asrem) non sa gestire appropriatamente i rapporti con i privati. Qui più che un commissario ci vuole l’esercito. Non solo. Premesso che parliamo di centinaia di milioni di euro del contribuente, e del diritto alle cure e alla salute dei cittadini molisani gli esiti di questo inaccettabile caos gestionale sono incredibili. Leggiamo sempre dalle note ministeriali. “Nella relazione dell’advisor si specifica che nell’analizzare le performances tra strutture pubbliche e private accreditate si osserva da un lato un consistente aumento della spesa netta delle strutture private e dall’altro un lieve decremento del settore pubblico. Medesimo fenomeno si osserva relativamente al volume delle prestazioni erogate anche se, in questo caso, la contrazione delle strutture pubbliche appare più consistente.”. Spieghiamo in soldoni. I privati erogano meno prestazioni ma costano sempre di più. E, tenuto conto che nessuno controlla, non si bene neanche perchè. Le strutture pubbliche, invece, riducono leggermente i loro costi ma precipitano in termini di cure erogate ai cittadini. Insomma nel Molise la cura pubblica va sparendo mentre resta quella dei privati che è sempre più costosa per i contribuenti e i cittadini. L’articolista a questo punto rischia di sfociare nel turpiloquio o nell’incitazione alla violenza. Per questo, per evitare questo pericolo e restare nel solco di una civile democrazia, terminiamo qui questo ulteriore approfondimento sul disastro della sanità nel Molise. Torneremo quando ci saremo calmati.

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