Gli antiossidanti prevengono la fibrillazione atriale postoperatoria, ricerca guidata dal Neuromed

La fibrillazione atriale, caratterizzata da un’attività elettrica estremamente irregolare degli atri del cuore, è una possibile complicanza degli interventi cardiochirurgici, soprattutto nei by-pass e nella sostituzione delle valvole. Ora una ricerca guidata dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS) mostra che una dieta ricca di antiossidanti può ridurre questo pericolo per i pazienti. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Journal of Thoracic and Cardiovascular Surgery, si è svolta nell’ambito del Progetto Polyphemus, al quale partecipano anche la Fondazione di Ricerca e Cura “Giovanni Paolo II” di Campobasso, e la società di servizi epidemiologici Epicomed Research di Campobasso.I ricercatori del Progetto Polyphemus hanno preso in esame 217 pazienti sottoposti a cardiochirurgia, prevalentemente sostituzione di valvole o interventi di by-pass. Esaminando le loro abitudini alimentari, è stato possibile calcolare la “capacità antiossidante totale”, cioè la quantità di antiossidanti che assumevano normalmente con il cibo.“I risultati – spiega Simona Costanzo, ricercatrice del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed, prima autrice della ricerca – mostrano come le persone con una alta capacità antiossidante, quindi coloro che hanno una dieta abitualmente più ricca di queste sostanze, abbiano un rischio minore di fibrillazione atriale dopo un intervento chirurgico al cuore”.

“Le ricerche condotte negli ultimi anni – commenta Giovanni de Gaetano, Responsabile del Dipartimento – avevano già dimostrato il ruolo positivo di una dieta ricca di antiossidanti nella prevenzione primaria di patologie croniche molto serie, come infarto, tumori e malattie neurodegenerative. Sono cose che sappiamo bene, che occupano continuamente i giornali. Ciò che questo studio ci dice di innovativo è che una corretta alimentazione rappresenta un valido aiuto anche nell’ottimizzare pratiche mediche importanti, come possono essere quelle cardiochirurgiche”.La fibrillazione atriale postoperatoria è una complicanza seria, che colpisce dal 30 al 50% dei pazienti sottoposti a intervento cardiochirurgico. Ridurre queste percentuali rappresenta un obiettivo molto importante per la vita e la salute dei pazienti.

“Ma attenzione – dice Licia Iacoviello, capo del Laboratorio di Epidemiologia molecolare e nutrizionale – questo obiettivo non lo raggiungiamo semplicemente migliorando la nostra alimentazione prima di un intervento chirurgico. Il nostro studio propone di mangiare in modo sano come un atteggiamento abituale. L’alimentazione non è una medicina da prendere quando serve. Dobbiamo vederla più come una polizza sul nostro futuro, da stipulare il più presto possibile”.

La ricerca è stata condotta con il supporto del Ministero della Salute, Bando giovani ricercatori N. 2008-1146478

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