lunedì, Settembre 22, 2025
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Slalom di San Nicola, Adriano Ricci vince la nona edizione. Varricchione e Caputo completano il podio di una grande manifestazione

Adriano Ricci su Formula Gloria B5 mette la sua firma sul nono slalom di San Nicola organizzato magistralmente dalla Tecno Motor Racing Team e dall’Asd Ufficiali di Gara La Casta a San Giuliano del Sannio. Il driver della Santopadre Racing Team, con il crono di 2’27”68, ha avuto la meglio su Antonio Varricchione (Fiat 126) che ha chiuso con 147,83 punti ad appena quindici decimi dal vincitore. Terzo Nunzio Mario Caputo (A112) con 148,25 punti. La due giorni all’insegna dei motori ha riscosso consenso tra gli addetti ai lavori. Lungo i 2990 metri con quattordici postazioni di rallentamento i partecipanti hanno dato spettacolo a colpi di acceleratore per un evento di grande livello.

La gara – Nella manche di ricognizione, utile soltanto per mettere a punto il set up delle vetture il più veloce è stato Antonio Varricchione al volante della sua Fiat 126 Suzuki che ha messo insieme 148,78 punti. Alle sue spalle Domenico Palumbo su Radical SR4. Sul terzo gradino del podio è salito Adriano Ricci al volante della Formula Gloria B5. Proprio il pilota della Santopadre Racing Team ha fatto registrare il miglior tempo nella prima manche ufficiale. Con il crono di 2’27”68 ha messo la sua vettura davanti alla A112 di Nunzio Mario Caputo (2’28”25). Terza posizione per Fabio Di Cristofaro (Gloria Kit) che ha completato il percorso in 2’30”20. Ai piedi del podio parziale si è piazzato Domenico Palumbo (Radical SR4) con il riscontro cronometrico di 2’30”98.

Nella seconda salita il miglior tempo lo ha realizzato Adriano Ricci (2’16”49) ma a causa di una penalità di dieci secondi per aver toccato un birillo ha chiuso in quarta posizione. Il successo parziale è andato ad Antonio Varricchione u Fiat 126 con il tempo di 2’28”91 davanti a Fabio Di Cristofaro (2’29”82) e Giovanni Piccolo (Fiat 600) che ha chiuso in 2’35”92. Nella generale Ricci comanda davanti a Caputo e Varricchione. La terza ed ultima salita ufficiale di gara ha visto Varricchione vincere con 147,83 punti. Subito dietro Adriano Ricci con 148,27 punti Terza piazza parziale per Caputo (148,91 punti). Adriano Ricci, con il tempo della prima manche, ha così portato a casa il successo nella gara molisana dopo averlo sfiorato nelle edizioni precedenti. Secondo Varricchione e Terza piazza per Nunzio Mario Caputo. Nella top five hanno chiuso Fabio Di Cristofaro e Domenico Palumbo. Le premiazioni hanno fatto scorrere i titoli di coda sull’edizione 20025 dello Slalom di San Nicola, evento andato in archivio con tanti consensi. Ora per la Tecno Motor Racing Team l’attenzione è rivolta allo Slalom di Monte Sant’Angelo in programma tra due settimane. Le iscrizioni alla gara pugliese sono aperte.

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Lavoro/Il Superminimo non si assorbe nel passaggio di Livello

Alfredo Magnifico

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 11771 del 5 maggio 2025, ha fatto chiarezza su un tema molto discusso: cosa accade al superminimo quando un lavoratore ottiene un passaggio di livello?

Secondo i giudici, il superminimo non può essere assorbito nella progressione economica dovuta al riconoscimento di un superiore livello di inquadramento.

L’assorbimento resta possibile solo in caso di futuri aumenti dei minimi tabellari stabiliti dal CCNL o dalla legge.

Il fatto affrontato: un lavoratore aveva agito in giudizio per ottenere il riconoscimento del diritto ad un livello superiore di inquadramento.

La Corte d’Appello aveva accolto la sua domanda e stabilito che quanto percepito a titolo di superminimo non poteva essere assorbito nelle differenze retributive spettanti per il nuovo livello.

L’azienda aveva proposto ricorso in Cassazione, l’accordo individuale non prevede l’assorbimento, la Suprema Corte di Cassazione ha confermato la sentenza della Corte di Appello che “facendo anche riferimento a propri precedenti, ha ritenuto che le previsioni contenute nella lettera di conferimento del superminimo, sostanzialmente replicanti quelle presenti nella lettera di assunzione, col limitare l’assorbimento del superminimo ai soli aumenti dei minimi tabellari riferiti ad eventuali futuri aumenti degli stessi minimi, escludessero l’assorbimento retributivo discendente invece dall’aumento derivante da un superiore inquadramento professionale”.

Insomma nell’ordinanza della Cassazione viene ribadito che per accordo individuale tra le parti:“il superminimo sarebbe assorbibile soltanto nell’eventuale futuro aumento dei minimi tabellari introdotto da disposizioni di legge o dal CCNL, mentre la progressione economica dovuta al passaggio di livello non configurava ipotesi di mero aumento dei minimi ma era dovuta ad una diversa dinamica salariale legata all’esercizio delle mansioni ed all’anzianità di servizio”.

Tradotto: col passaggio di livello il superminimo resta perché l’accordo individuale ne esclude l’assorbimento.

Sulla base di questo principio, la Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello e ha rigettato il ricorso della società datrice di lavoro.

Il superminimo, quindi, rimane non assorbibile nel caso di un passaggio di livello, perché si tratta di un aumento legato a nuove mansioni e all’anzianità di servizio, e non a un semplice rialzo dei minimi contrattuali.

Alfredo Magnifico

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Mostra del Cinema, il ritorno di Kevin Spacey sul red carpet: “Amo Venezia”

(Adnkronos) – Dopo Cannes, anche il Lido di Venezia. Kevin Spacey torna a calcare un grande red carpet internazionale e lo fa sotto i riflettori della 82esima Mostra del Cinema, segnando un altro passo nel suo ritorno sulla scena pubblica dopo la positiva conclusione delle sue vicende giudiziarie. Poche ma sentite le parole rivolte ai giornalisti prima di entrare in sala per la presentazione. "Amo Venezia. Sono felice di essere qui”, ha detto la star di Hollywood all’Adnkronos, dopo aver concesso foto e autografi ai fan assiepati dietro le transenne.  Kevin Spacey, tornato in Italia dopo l’Italian Global Series Festival dello scorso giugno, ha ricevuto un omaggio da parte del sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni. “Sul red carpet della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia Kevin Spacey ha voluto ribadire il suo amore per l’Italia. Per celebrare questo legame gli ho fatto arrivare un pensiero speciale: una camicia di lino romagnola, stampata a mano con gli antichi timbri di Santarcangelo, simbolo della nostra tradizione. Un piccolo gesto che racconta la bellezza della mia Regione, il fascino del cinema e la forza delle radici culturali che ci rendono unici”, ha scritto Borgonzoni sui suoi canali social. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Afghanistan, terremoto di magnitudo 6

(Adnkronos) – Un terremoto di magnitudo 6.0 sulla scala Richter, secondo l'Us Geological Survey, ha colpito l'Afghanistan orientale, al confine con il Pakistan, uccidendo due bambini nella notte tra domenica e lunedì, hanno riferito le autorità locali. L'epicentro del terremoto, verificatosi alle 23:47 (19:17 GMT) a una profondità di 8 chilometri, è stato registrato a 42 chilometri da Jalalabad, hanno riferito i sismologi statunitensi. I giornalisti dell'Afp hanno avvertito le scosse a Kabul per diversi secondi, così come a Islamabad, in Pakistan, a 370 chilometri di distanza in linea d'aria.  Due bambini sono morti nel crollo del tetto della loro casa nella provincia di Nangarhar, di cui Jalalabad è il capoluogo, hanno riferito le autorità locali. Hanno aggiunto che finora sono rimaste ferite 15 persone.  L'Afghanistan è frequentemente colpito da terremoti, in particolare nella catena montuosa dell'Hindu Kush, vicino alla congiunzione delle placche tettoniche euroasiatica e indiana. La provincia di Nangarhar è stata colpita questa settimana da inondazioni improvvise che hanno ucciso cinque persone e causato danni a terreni agricoli e aree residenziali. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Inter-Udinese 1-2: colpo bianconero a San Siro con Davis e Atta, primo ko per Chivu. Lazio-Verona 4-0

(Adnkronos) – A San Siro fa festa l'Udinese. L'Inter perde 1-2 contro i friulani nella seconda giornata di Serie A ed è già costretta a inseguire. I nerazzurri passano subito con Dumfries, ma il tap-in dell'olandese è un'illusione. La squadra di Runjaic cresce con il passare dei minuti e disegna la rimonta già nel primo tempo: al 28' Davis pareggia i conti su rigore, poi Atta firma il sorpasso al 40' con un destro a giro dal limite dell'area. I bianconeri salgono a 4 punti in classifica. Per Chivu, ecco il primo ko.  L'Inter ricomincia come aveva finito col Torino. All'attacco. I primi minuti sono quasi un monologo nerazzurro, con la squadra di Chivu che passa al 17' con Dumfries. Lautaro dà il via all'azione con una sterzata da applausi, con il tacco, poi duetta con Thuram: il francese prova a concludere, ma il tiro diventa un assist per l'olandese, che deve solo appoggiare in rete da due passi. Inter avanti, ma Udinese subito reattiva. Al 27', Davis si fa pericoloso in area e Dumfries tocca il pallone con la mano. L'arbitro ha qualche dubbio, rivede al Var e poi assegna il calcio di rigore: sul dischetto va Davis, che non sbaglia e fa 1-1. L'Inter accusa il colpo, rallenta e al 40' i bianconeri completano la rimonta con il gran destro a giro di Atta, dal limite dell'area. Sommer beffato e friulani avanti all'intervallo.  Nella ripresa, i nerazzurri alzano i giri: ci prova subito Thuram con un colpo di testa su cross dalla sinistra di Dimarco. Palla alta. Poi, è proprio l'esterno a bucare Sava con un sinistro 'alla dinamite' per il 2-2. L'arbitro Marchetti però rivede di nuovo al Var e annulla per un fuorigioco a inizio azione di Thuram. I nerazzurri sono spenti, Chivu cerca la scossa e regala a Pio Esposito il debutto in Serie A, togliendo Calhanoglu e mandando il classe 2005 a chiudere il tridente con Lautaro e Thuram. Non finisce qui, perché pochi minuti dopo entra anche Bonny ed è 4-2-4 per l'assalto finale. Il forcing c'è, ma è disordinato e si esaurisce in qualche mischia o poco più. L'ultimo brivido arriva allo scadere, con una doppia conclusione di Zielinski. Il muro bianconero resiste. E Runjaic torna a casa con 3 punti d'oro. La Lazio di Maurizio Sarri cala il poker all'Olimpico contro il Verona e reagisce dopo il ko nella prima giornata sul campo del Como. I biancocelesti mettono subito in chiaro la volontà di aggiudicarsi i tre punti, partono fortissimo e nel giro di 10' vanno a segno con Guendouzi e Zaccagni, poi sul finire di tempo il tris di Castellanos e la chiusura di Dia a fine ripresa. Primi tre punti quindi per la Lazio, mentre il Verona di Zanetti dopo il pareggio con l'Udinese dovrà riflettere molto dopo questa pesante sconfitta, soprattutto per come hanno approcciato la gara. Alla ripresa la Lazio farà visita al Sassuolo mentre gli scaligeri affronteranno la Cremonese, capolista.  
La Lazio parte fortissimo e al 3' è bravo Castellanos spalle alla porta a servire un ottimo pallone per l'inserimento di Guendouzi che con il destro piazza la sfera alle spalle di Montipò per l'1-0. Il Verona barcolla e i padroni di casa affondano ancora al 10' grazie ad un'azione spettacolare con Castellanos che di rabona restituisce il pallone a Zaccagni, il quale davanti a Montipò non sbaglia e raddoppia. Gli ospiti provano a reagire al 30' con lo stop e il tiro dal limite di Bernede che colpisce il palo e poi sul proseguimento dell'azione Sarr gira verso la porta trovando Provedel in presa sicura. SUl finale di primo tempo, al 41', però è ancora la Lazio a trovare la via del gol con Castellanos che di testa mette dentro il cross di Rovella dopo un'uscita completamente sbagliata da Montipò. 
Nella ripresa la musica non cambia e Zaccagni sfiora la doppietta al 48' ma il colpo di testa in anticipo sul primo palo sul corner di Rovella esce fuori non di molto. Al 53' Verona pericoloso con Serdar che raccoglie la sfera dopo una respinta, uno due con Bella Kotchap e tiro alto di poco. La Lazio non si ferma e sfiora il poker con Cancellieri, Castellanos e Pellegrini. Nel mezzo anche il gol annullato a Guendouzi per il fuorigioco di Tavares. Ma il quarto gol arriva all'82': Belahyane affonda sulla sinistra e appoggia al centro per Dia che da pochi passi deposita in rete il pallone del 4-0 per la festa biancoceleste all'Olimpico. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Francia, opposizione attacca Bayrou: “Ridicolo, miserabile, un naufragio”

(Adnkronos) – Un'intervista ''ridicola'' che ''crea panico'', ''un naufragio'' che ''semina disordine'' ed è "il meglio del peggio del macronismo" da parte di un premier ''miserabile''. E' unanime la condanna dell'opposizione francese all'intervista che il primo ministro Francois Bayrou ha rilasciato a quattro emittenti televisive a una settimana dal voto di fiducia, il programma l'8 settembre. Un'intervista durante la quale ha anche accusato l'Italia di fare una politica di dumping fiscale. La prima a esprimere il suo disappunto rispetto all'intervista rilasciata da Bayrou è stata l'ex ministra Ségolène Royal, convinta che "ogni giorno che passa" sotto Bayrou "semina disordine". Su 'X', Royal si è chiesta "come" Bayrou "potrà essere ancora in carica". "Ogni giorno che passa porta con sé disordine, mancanza di controllo, mancanza di soluzioni e lacerazioni nel tessuto umano", ha affermato. "La squadra al potere ci sta disperatamente trascinando verso il basso mentre esistono altre soluzioni", ha aggiunto. E' stata poi la volta di Jean-Luc Mélenchon, esponente del movimento Insoumis, che ha dichiarato su X che Bayrou stava "mentendo per spaventare i mercati finanziari". "Miserabile", ha dichiarato dopo l'intervista rilasciata dal premier. "I dipendenti pubblici sono ormai determinati: il loro lavoro è disprezzato e il governo Macron vuole sbarazzarsi del loro lavoro, sopprimendo i loro posti di lavoro. Il 10 sarà il loro sciopero generale", ha continuato Mélenchon. "Il meglio del peggio del macronismo: il disprezzo per i francesi che non capiscono niente, le bugie sulla nostra previdenza sociale…", ha affermato su X la deputata di Insoumis Manon Aubry parlando di intervista ''completamente catastrofica''. "I francesi sono responsabili… Signor primo ministro, i baby boomer non le bastano più per giustificare i suoi sforamenti di bilancio?", ha affermato con rabbia il deputato delle Alpi Marittime e presidente del partito Unione della destra per la Repubblica (Udr) Eric Ciotti su 'X'. Marine Tondelier, segretaria nazionale degli Verdi, ritiene che l'intervista di Francois Bayrou "sia stata un naufragio". "Dà uno schiaffo al popolo francese, accusandolo di essere responsabile del debito e di non preoccuparsene. E' irrispettoso nei confronti dell'opposizione e tratta con disprezzo e disinformazione qualsiasi proposta che non provenga da lui", ha scritto su X. Ha quindi aggiunto di "non rimpiangere che gli ecologisti abbiano rifiutato l'incontro di Francois Bayrou a Matignon, perché stasera ho sentito abbastanza per tutta la settimana prossima". "Un primo ministro naufrago, allo stremo delle forze, incapace di rispondere a una lettera di Marine Le Pen per un mese. Lo sanno tutti: sta dicendo sciocchezze ed è un disastro", ha dichiarato il vice presidente del Rassemblement National Sébastien Chenu. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Inter-Udinese, c’è rigore per i bianconeri ma l’annuncio Var non si sente. Cos’è successo

(Adnkronos) –
Doppio caso Var in Inter-Udinese. Il posticipo di Serie A è stato fin qui 'movimentato' da un paio di casi al centro del dibattito. Il primo, a metà della prima frazione, con il rigore assegnato ai friulani dall'arbitro Marchetti dopo revisione al Var di un tocco di mano in area di Dumfries. La curiosità? Al momento dell'annuncio del direttore di gara, l'audio Var ha smesso di funzionare per qualche secondo. E dunque, la comunicazione a San Siro non si è sentita. Un problema poi risolto, con penalty confermato e trasformato da Davis per il momentaneo 1-1.
 
Nella ripresa, un'altra situazione rivista al monitor da Marchetti sul 2-2 di Dimarco. In questo caso, rete annullata dopo check per fuorigioco di Thuram a inizio azione. Stavolta, con annuncio regolare. E audio funzionante.  —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Incubo Ferrari, Hamilton penalizzato di 5 posizioni a Monza. Cos’è successo

(Adnkronos) – Piove sul bagnato per la Ferrari nel Gp d'Olanda di oggi, domenica 31 agosto. Dopo i due ritiri di Charles Leclerc e Lewis Hamilton arriva anche la penalizzazione di 5 posizioni in griglia per il pilota britannico della Rossa, che sconterà nel prossimo Gp d'Italia a Monza, non avendo terminato la gara olandese "per aver infranto regime di bandiera gialla nel giro di ricognizione prima dello schieramento in griglia pre-partenza", secondo quanto deciso dai commissari al termine del Gp d'Olanda. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Torino-Fiorentina, il gol pazzesco sbagliato da Kean: palla alta a porta vuota

(Adnkronos) –
Occasione clamorosa sciupata da Kean in Torino-Fiorentina. Nel corso della partita, poi terminata 0-0, il centravanti viola Moise Kean è stato protagonista in negativo. Come? Divorandosi, letteralmente, il gol dell'anno. Al 72', il centravanti ha sciupato da due passi un'occasione colossale: sul colpo di testa di Gosens, il centravanti viola si è trovato il pallone del vantaggio sulla testa, a porta vuota. L'ex Juve non è però riuscito a trovare l'impatto giusto con il pallone, forse perché in corsa, e ha dunque deviato sopra la traversa.  
Nell'incredulità dei tifosi viola arrivati all'Olimpico Grande Torino. E tra gli sguardi increduli della panchina, in primis del tecnico Stefano Pioli. Una situazione inusuale per Kean, che proprio ieri ha firmato il rinnovo di contratto con i toscani.  —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Alla Mostra di Venezia ‘Il Mago del Cremlino’, compendio di putinismo e costruzione del potere

(Adnkronos) – 'Il Mago del Cremlino', presentato in concorso al Festival del cinema di Venezia, è per il regista Olivier Assayas una denuncia della deriva della politica di oggi, "della cortina fumogena dietro cui si nasconde: cinica, ingannevole e tossica" e "contro cui non abbiamo ancora trovato una risposta". A Jude Law il regista ha chiesto di appropriarsi del personaggio" di Vladimir Putin, senza apparire proprio come lui, per lasciare spazio a "quello che la sua figura rappresenta intellettualmente e storicamente".  Anche la scelta dell'inglese parlato da Jude Law/Vladimir Putin, e da tutti gli altri personaggi al Cremlino e dintorni, sembra voler indicare una presa di distanza dalla cronaca specifica dai primi anni Novanta al 2014 in Russia, per raccontare i nuovi strumenti del potere e "l'alleanza fra il premoderno, vale a dire violenza e forza brutale, e il postmoderno, il teatro, Internet, la costruzione di una realtà parallela", nelle parole di Giuliano da Empoli, l'autore del libro di cui il film è un adattamento. L'esperimento nato in Russia alla fine degli anni Novanta "è ora dappertutto".  Vadia Baranov, modellato sull'ideologo del Cremlino Vladislav Surkov nei primi anni Dieci del Duemila, interpretato da Paul Dano, spiega nel film la costruzione del putinismo e la trasformazione della Russia con il consolidarsi del potere di Putin. Esordisce, studente di teatro, alle feste scatenate nella Mosca dell'inizio degli anni Novanta, diventa produttore di successo alla televisione di Stato che in pochi giorni diventa privata, e poi spin doctor del nuovo Presidente russo, con l'aiuto e il conforto di buone letture. Contrariamente a quello che racconta il film, il Mago del Cremlino Surkov continua a concedere interviste – fra le ultime all'Express in Francia pochi mesi fa – in cui prevede la continua espansione della Russia in ogni direzione", a canali Telegram russi in cui ribadisce la sua convinzione che "l'Ucraina è una entità artificiale politica". Se l'intento del film, accolto da un lunghissimo applauso del pubblico al Lido di Venezia, è quella di denunciare "i nuovi strumenti del potere", il racconto si articola in un compendio ben confezionato di quello che è accaduto dopo il crollo dell'Unione sovietica fino all'annessione della Crimea e l'operazione russa nel Donbass, nel 2014, operazione di cui Surkov è stato il promotore. Il film ripercorre gli eventi principali registrati in Russia fino a quel momento. Ma senza una voce alternativa a quella del Cremlino che pure in Russia c'è stata. I pochi contraddittori al ricordo di Surkov/Baranov/Danov sono affidati all'oligarca poi caduto in disgrazia Boris Berezovsky, un paio di battute all'ex campione di scacchi diventato oppositore, Garry Kasparov, in esilio da tempo, e altrettante del personaggio fittizio di Ksenia, la compagna di Surkov.  La creatività e il disordine a Mosca dei primi anni Novanta, l'ascesa degli oligarchi, il decadimento di Boris Eltsin ("che i russi continuavano ad amare ma avevano smesso di stimare"), la scelta a tavolino dell'allora oscuro direttore dell'Fsb Vladimir Putin da parte di Berezovsky che credeva, sbagliandosi, di poterlo controllare, la guerra in Cecenia ("Non voglio fare la finta guerra che fanno gli americani, non voglio il Premio Nobel per la pace", dice Putin, senza nessun accenno nel film agli abusi contro i civili durante e dopo l'operazione e agli attivisti, diversi dei quali uccisi, che li hanno denunciati), la popolarità crescente di Putin, l'inciampo del Kursk, quando il Presidente rimane nella sua residenza a Sochi a fare sci d'acqua e grigliate, invece che precipitarsi a consolare i familiari dei marinai a bordo del sottomarino nucleare inabissato o quantomeno a coordinare le operazioni di soccorso.  Viene ripercorso il controllo delle televisioni da parte del Cremlino, l'arresto di Mikhail Khodorkovsky (a cui nel film viene dato un altro nome), lo scrittore Limonov e i suoi Nashbol, forze alternative cooptate dal Mago per "gestire la rabbia" dei russi non allineati e controllarla, l'appropriazione delle risorse del Paese ("dobbiamo prendere il controllo di tutto e metterlo a disposizione della popolazione russa", dice Putin/Jude Law, senza nessun accenno di nessuno alle ricchezze accumulate da lui e dal suo entourage già nei primi anni Novanta a San Pietroburgo, ben prima della sua ascesa politica). Si parla della Rivoluzione arancione in Ucraina, delle accuse rivolte a Berezovsky per il suo ruolo di finanziatore delle proteste.  C'è la fabbrica dei troll di Evgheny Prigozhin (non bisogna intervenire sul web con la geopolitica, ma con l'idiozia, con le ossessioni degli occidentali, generare il caos, amplificare quindi le voci chi è contro i vaccini, chi contro l'aborto, o la caccia). Giochiamo con i loro cervelli, e ci facciamo anche scoprire. Per far capire che "la Russia controlla il mondo moderno". Un ultimo tè fra Baranov/Surkov e Berezovsky in un albergo di Londra, con battuta sul polonio, poco prima che l'oligarca, che aveva protetto Aleksandr Litvinenko, ucciso davvero dal polonio in una tazza di tè in un albergo di Londra sei anni e qualche mese prima in una operazione dei servizi russi, morisse in un apparente suicidio nel bagno della sua residenza in Inghilterra, dove era costretto in esilio dopo il ripudio da parte di Putin.  Il film ripercorre la cooptazione di tutti i leader di gruppi marginali, dai motociclisti 'Lupi della notte', agli ortodossi radicali, dagli ultrà dello Spartak a nostalgici comunisti, di nuovo, "per assorbire la rabbia" ed evitare che l'arrivo anche in Russia di 'rivoluzioni colorate'. L'unico accenno all'opposizione, nel film, è per spiegare il motivo della loro mancata cooptazione: perché il ridicolo che evocavano, secondo Baranov, avrebbe dato ancora più forza al putinismo. Non un cenno a Boris Nemtsov, Vladimir Kara-Murza, Aleksei Navalny, alle proteste nelle città. Lo scontro si esaurisce in quello fra Putin e Berezovsky. L'opposione viene riassunta con le Pussy Riot e la loro performance nella Cattedrale di Cristo il salvatore ("in altri tempi sarei stato come loro", dice Baranov/Surkov, che riesce a imporre i Daft Punk al coro della polizia russa alla cerimonia inaugurale dei Giochi olimpici di Sochi, superando le obiezioni di Igor Sechin, ex segretario di Putin all'Fsb poi diventato patron di Rosneft. "Il Kitsch è l'unico modo che abbiamo per parlare al mondo".  "Siete voi i veri patrioti russi", dice poi, per incoraggiare l'impresa della "Maidan al contrario", affidata ai vari Aleksandr Zaldostanov, leader dei biker e avanguardia del Cremlino nel Donbass. "Il peggio è che avevo contribuito a riempire Mosca di uomini della forza", il pentimento tardivo del Mago. "Non salverai la tua anima", risponde Ksenia, unico elemento femminile del film, che per Assayas incarna la libertà e quello che all'inizio degli anni Novanta la Russia avrebbe invece potuto diventare e non è diventata. Il film non risparmia i cliché: i giovani rampanti che da un giorno all'altro passano dalla bici del nonno alla Bentley blindata. Il perenne bisogno della Russia di uomini forti. La cinica costruzione del potere putiniana, l'impiego di nuovi strumenti, associata a molti altri antichi, è chiara nel "Mago del Cremlino". Meno gli abusi e la repressione in atto già nella prima fase del putinismo di cui invece il film non parla. Come se il male di questo potere non fosse stato preannunciato. (di Simona Poidomani) —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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