domenica, Settembre 21, 2025
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Formazione, Torrielli: “In 2024-26 22mila iscritti a Its, ora finanziamenti o rischio chiusura”

(Adnkronos) – "Il biennio 24-26 ha riportato 22 mila iscritti che sono stati rilevati dalla piattaforma del ministero attraverso i codici fiscali dei ragazzi che si sono iscritti, quindi non sono numeri campati per aria, sono numeri reali". Così, con Adnkronos/Labitalia, Guido Torrielli, presidente di Rete Its Italia, l’associazione che riunisce le Fondazioni degli Istituti tecnologici superiori – Its Academy, rappresentandone la larghissima maggioranza. Secondo Torrielli le aree formative con più iscritti negli Its attualmente sono: "ict tecnologie della comunicazione e dell’informazione dei dati, mobilità sostenibile e logistica, meccatronica e turismo, ciascuna con oltre 5.000 iscritti, fino a 6.000 per biennio", sottolinea. "Noi offriamo, ai ragazzi che sono interessati, percorsi che sono progettati dalle imprese e sono valorizzati dalla presenza di più del 60% di formatori che vengono dalle stesse imprese, da un anno completamente passato in azienda, per poi essere assunti dopo due anni, nel 90% dei casi a tempo indeterminato, in 10 importanti aree tecnologiche che vanno dal meccatronico all'Ict, all'energia ma anche alla moda, anche alla farmaceutica e chimica, all'agroalimentare, al turismo ai servizi alle imprese, compreso il terzo settore" "I nostri numeri, a seconda dei comparti, viaggiano -ribadisce Torrielli- tra il 75% e il 100%, quindi abbiamo una media di quasi il 90% dei ragazzi che entrano e terminano il loro percorso con un posto di lavoro, un interesse, ma anche una potenzialità di arrivare ad avere anche una start-up o di partecipare ad un piano di ricerca. E oltre questo c'è da ricordare che, secondo l'analisi fatta da alcuni importanti enti di ricerca, è di 80.000 il numero dei ragazzi che potrebbero interessare le imprese nelle aree tecnologiche che citavo".  E Torrielli sottolinea che "siamo un momento delicato per gli Its, dopo la fine della stagione delle risorse del Pnrr. Per il 2025-27 speriamo che il ministro Giorgetti ascolti le richieste del ministro Valditara per il finanziamento ordinamentale anche per noi come per le università. Abbiamo bisogno di oltre 300 milioni di euro, altrimenti chiudiamo", sottolinea.  "Abbiamo già iniziato con la pubblicizzazione dei nostri corsi -spiega ancora Torrielli- che arrivano dopo una stagione ricca di risorse grazie al Pnrr. Con il Piano infatti abbiamo avuto un finanziamento di un miliardo e mezzo di cui 500 milioni sono stati messi a disposizione degli Its per aumentare il numero dei laboratori. E per ampliare quindi quelle che sono le attrezzature messe poi a disposizione dei ragazzi per ottenere le competenze che le imprese chiedono per entrare nel mondo del lavoro". Il piano nazionale di ripresa e resilienza ha rappresentato una svolta, sottolinea Torrielli. "Il finanziamento del Pnrr ha portato nel 2022 alla legittimazione del titolo del diploma di Its che rappresenta un po' il segmento della formazione terziaria professionalizzante, che non esisteva prima del 2022. Prima di questa data infatti il ragazzo che usciva fuori dagli istituti tecnici poteva iscriversi esclusivamente all'università oppure andare a lavorare. Oggi però gli Its hanno compiuto un percorso difficile e rivoluzionario, devono in qualche modo poter sostenere quelle che sono le spese maggiori che sono determinate dall'aumento del numero di attrezzature: più costi di energia, manutenzione, gestione", sottolinea ricordando che "le Regioni devono fare una programmazione tenendo conto di quelli che sono i finanziamenti che ovviamente potrebbero non essere più quelli del Pnrr, anche se il ministero dell'Istruzione sta pensando di recuperare con delle formule gestite attraverso degli accordi con l'Ue, anche per il 25-27, ovvero per il primo anno, la possibilità di spendere ciò che è avanzato del Pnrr in alcune particolari attività che erano previste", aggiunge "Noi -continua Torrielli- abbiamo un Paese di piccole e medie imprese e gli Its sono le Academy delle piccole e medie imprese. Le grandi imprese le Academy se le costruiscono da sole, e allo stesso tempo sfruttano anche le nostre, quelle delle aree tecnologiche di competenza, per portarsi a casa questi ragazzi una volta usciti da noi. Gli its devono avere alle spalle sicuramente il mondo produttivo, senza di questo non abbiamo un Its che rispetti il dna sul quale è stato creato", aggiunge.
 —lavoro/datiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Clinic Città di Campobasso/ Alessandra Ruberto: le emozioni se usate in maniera virtuosa e corretta possono essere un’arma in più

Al quarto Clinic Città di Campobasso, in programma sabato mattina alle ore 11 organizzato dal Cus Molise con il patrocinio della Regione Molise in collaborazione con l’Università degli Studi del Molise, una presenza importante sarà quella di Alessandra Ruberto, presidente dell’Ordine degli Psicologi del Molise. La dottoressa metterà a disposizione le sue conoscenze per vivere insieme agli altri relatori e a chi sarà tra i partecipanti una mattinata all’insegna del confronto e della crescita.

“Sarà un momento importante di confronto – ha spiegato – dalle emozioni si posso ottenere dei benefici perché essere hanno un impatto importante sia dal punto di vista fisico che mentale. Impatto che può essere positivo o negativo, a seconda di come le emozioni vengono utilizzate. In particolar modo nelle competizioni, le emozioni se usate nella maniera giusta possono rappresentare un arma in più. Se incanalate nella maniera errata, invece, rappresentano un ostacolo”.

Quando ha ricevuto l’invito non ha esitato nel confermare la sua presenza al tavolo dei relatori.

“Ritengo che questo sia un appuntamento importante sotto tutti i punti di vista. Ringrazio il Cus Molise e l’Università degli Studi del Molise per aver pensato a me. Quando si parla della mia regione non posso assolutamente rinunciare. Il tema delle emozioni, poi, è particolarmente caro a noi psicologi e sarà bello potersi confrontare con relatori di alto livello come quelli che saranno presenti sabato prossimo a Campobasso”.

Sarà una mattinata importante anche per gli studenti, è d’accordo?

“Al di là dello sport gli studenti che ogni giorno si confrontano con lo studio e vivono delle emozioni devono essere bravi a renderle funzionali. La vita ogni giorno ci mette in competizione e anche in questo caso le emozioni rivestono un ruolo importante. La presenza degli studenti al convegno renderà il tutto più interessante perché avranno modo di confrontarsi e porre domande su un tema che è sempre particolarmente attuale”.

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Gemini Home, novità Google per la casa intelligente

(Adnkronos) – Google ha finalmente fissato la data per il rinnovamento del suo ecosistema domestico: il 1° ottobre. L’azienda ha iniziato a stuzzicare la curiosità degli utenti con un annuncio che recita “Gemini is coming to Google Home”, anticipando l’arrivo della sua nuova intelligenza artificiale nelle case connesse. La novità era già stata accennata durante l’evento Made by Google dello scorso mese, con la promessa di un accesso anticipato a partire da ottobre. Gemini andrà a sostituire gradualmente l’attuale Google Assistant, offrendo interazioni più naturali e un controllo della casa intelligente più intuitivo, grazie alla comprensione del linguaggio in tempo reale. Non si tratterà però solo di software: il teaser diffuso da Mountain View mostra anche una Nest Cam che, seppur identica al modello attuale, dovrebbe essere una nuova versione con supporto alla risoluzione 2K. In arrivo, secondo i rumor, anche un nuovo campanello Nest Doorbell con la stessa qualità video e un inedito speaker Nest, intravisto durante la recente presentazione, che potrebbe diventare il fulcro della prossima generazione di dispositivi smart home. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Antitrust, Google non dovrà vendere il browser Chrome

(Adnkronos) – Il tribunale distrettuale di Washington ha stabilito che Google non dovrà vendere il browser Chrome per rispondere alle accuse di monopolio illegale nel mercato delle ricerche online. Lo ha deciso il giudice Amit Mehta, che oltre un anno fa aveva già riconosciuto la violazione dello Sherman Antitrust Act da parte della società di Mountain View. La nuova sentenza non chiude il caso, ma definisce le misure che l’azienda dovrà adottare per correggere il proprio comportamento. Il Dipartimento di Giustizia aveva chiesto rimedi ben più drastici, inclusa la cessione del browser o il divieto assoluto di pagare partner come Apple e Mozilla per mantenere Google Search come motore predefinito. Richieste che Mehta ha respinto, ritenendole sproporzionate e potenzialmente dannose per l’intero ecosistema tecnologico. “Una separazione di Chrome sarebbe una soluzione innaturale, confusa e rischiosa”, ha scritto il giudice in un documento di oltre 200 pagine, sottolineando come il browser non rappresenti un’attività indipendente, ma sia profondamente integrato nelle infrastrutture di Google. La corte ha invece imposto limiti più circoscritti: l’azienda non potrà più siglare accordi esclusivi che soffochino la distribuzione di motori di ricerca o assistenti AI rivali e dovrà condividere una parte dei suoi dati di ricerca con concorrenti qualificati, in modo da permettere loro di avviare una competizione più equa. Non si tratta di un accesso illimitato o continuo, ma di un “pacchetto una tantum” di informazioni, pensato per dare ai rivali strumenti di partenza senza compromettere, secondo Mehta, la sicurezza degli utenti e la proprietà intellettuale di Google. La decisione segna uno dei più importanti interventi antitrust in USA contro un colosso tecnologico dai tempi della storica causa contro Microsoft negli anni Novanta. Eppure, le critiche non mancano. DuckDuckGo, diretto concorrente di Google, ha definito le misure “insufficienti” perché non scalfiscono il vero vantaggio competitivo del gigante della Silicon Valley. Anche l’American Economic Liberties Project ha parlato di un rimedio “debole” che rischia di consolidare, anziché ridurre, la posizione dominante di Google. Mountain View ora può appellarsi alla sentenza di colpevolezza e la battaglia legale potrebbe arrivare fino alla Corte Suprema.  —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Ikono, l’ascesa di un fenomeno esperienziale immersivo

(Adnkronos) – IKONO, il brand specializzato in esperienze immersive, non è un semplice fenomeno, ma un vero e proprio caso di studio nel mondo dell'intrattenimento. Fondato a Siviglia nel 2019, ha festeggiato il suo quinto anniversario con cifre impressionanti: un fatturato stimato superiore ai 15 milioni di euro e una crescita che per tre anni consecutivi ha superato il 100%. Un successo straordinario, soprattutto se si considera che la sua espansione è iniziata nel pieno della pandemia.  Con sette sedi in Europa, da Madrid a Roma, fino a Copenaghen e Berlino, IKONO ha già incantato oltre 1,5 milioni di visitatori, dimostrando di aver intercettato una domanda crescente per esperienze culturali tangibili e interattive. Per approfondire il modello di business, la filosofia che lo anima e le prospettive future in un mercato in forte espansione, Adnkronos Tech&Games ha avuto l'opportunità di intervistare il co-fondatore e CEO Fernando Pastor.  

Fernando Pastor, CEO e Co Founder IKONO

 

 

 
Considerando la straordinaria crescita di IKONO e la previsione di un fatturato superiore ai 15 milioni di euro nel 2025, quali sono stati i pilastri strategici che hanno consentito di superare il 100% di crescita annua per tre anni consecutivi?
 
Il più importante è il prodotto. Abbiamo creato qualcosa che davvero entra in connessione con le persone, qualcosa che appare fresco, diverso e offre loro un momento inaspettato. È quell’impatto emotivo che fa sì che l’esperienza resti impressa. Da lì, abbiamo costruito un brand forte, coerente, giocoso e chiaro nei suoi valori. Quando il tuo prodotto fa sentire le persone meglio di come erano quando sono entrate, la crescita viene naturale. Metriche e KPI sono solo la conseguenza di aver fatto bene questo, ripetutamente. Un altro elemento chiave è stata l’innovazione: infatti, l’IKONO che vedete oggi è molto diverso da quello lanciato a Madrid. Siamo cambiati tanto. Berlino è probabilmente la nostra esperienza più completa finora, e questo perché ascoltiamo costantemente, testiamo e miglioriamo, non ci accontentiamo mai. E poi, ovviamente, il team. Abbiamo costruito una squadra che lavora sodo, si assume responsabilità e crede in ciò che facciamo. Tutti danno il massimo, ed è questo che tiene il motore acceso. Infine, non abbiamo paura di sbagliare. Crescendo così rapidamente, non tutto può funzionare. Ma se si considera ogni errore come un’opportunità per imparare e adattarsi, in realtà si avanza più velocemente. Questa mentalità, unita a tanto lavoro, è ciò che ha reso possibile questa crescita.
 
IKONO ha aperto il suo primo spazio a Madrid nel 2020, in piena pandemia. Come siete riusciti a lanciare e successivamente a espandere il brand in un contesto così sfidante, trasformando le difficoltà in opportunità di crescita?
 
Guardando indietro, aprire durante il COVID sembra un po’ folle, e forse lo era, ma quel momento ci ha plasmati completamente. Abbiamo dovuto muoverci in fretta e sintonizzarci davvero su come si sentivano le persone. Uscivamo da un periodo di isolamento e, quando le restrizioni hanno iniziato ad allentarsi, la gente desiderava qualcosa che facesse sentire di nuovo umani. Abbiamo offerto un luogo dove giocare, riconnettersi con gli altri e rompere la routine del lockdown. È stato come una boccata d’aria fresca. Non si trattava solo di intrattenimento, era qualcosa di emotivo, e questo ha dato la prima scintilla a IKONO. Ma ciò che ha davvero contato è quello che ci ha insegnato: come restare vigili, adattarsi rapidamente e costruire con intenzione anche quando tutto sembra incerto. Quando abbiamo visto quanto le persone si sentivano coinvolte nell’esperienza, abbiamo capito di avere qualcosa di speciale. Se il concetto aveva senso anche in un contesto così difficile, era tutta la validazione di cui avevamo bisogno per iniziare a pianificare l’espansione. Ci ha dato la fiducia per fare i primi passi verso la crescita del brand. Ci ha anche dato un profondo senso di resilienza. Se siamo riusciti ad aprire e operare in quel contesto, con tutta l’incertezza, le restrizioni e la paura, sappiamo di poter affrontare qualsiasi cosa arriverà. Questa mentalità ci accompagna ancora oggi e ci spinge avanti.
 
Il vostro modello di esperienze immersive è stato adottato in sette città europee. In che modo riuscite a bilanciare la replicabilità del concept con la necessità di adattare e innovare le esperienze per ogni nuova location, mantenendone la freschezza?
 
Ci sono alcuni elementi che lo rendono possibile. Innanzitutto, i pilastri che definiscono il nostro brand restano gli stessi ovunque. Questo ci dà una base solida da cui partire e rende più facile aprire nuovi spazi e continuare a innovare senza perdere ciò che rende IKONO unico. Quando le fondamenta sono chiare, evolversi diventa molto più naturale. Restiamo anche molto vicini a ciò che accade sul territorio. Ascoltiamo i nostri visitatori, monitoriamo le performance del prodotto e osserviamo come si muove il settore. Questo feedback ci aiuta a migliorare costantemente e a restare un passo avanti.
 
La vera chiave è che abbiamo creato un prodotto che parla a qualcosa di universale. Le persone vogliono sentire, giocare, riconnettersi con sé stesse e con gli altri. Questo valore emotivo funziona attraverso le culture, ed è ciò che rende l’esperienza rilevante sia a Madrid che a Berlino o altrove. Ecco perché il brand si adatta bene ai diversi mercati: è radicato in qualcosa di profondamente umano. Facciamo anche piccoli aggiustamenti locali quando ha senso. Un buon esempio è Roma: integrare l’esperienza in un palazzo del XVI secolo ci ha permesso di creare qualcosa che fosse chiaramente IKONO ma anche connesso all’atmosfera e alla bellezza della città. Questo contrasto tra coerenza e sorpresa è ciò che mantiene l’esperienza fresca sia per i nostri ospiti che per noi.
 
La sede di Roma, all’interno dello storico Palazzo Serlupi Crescenzi, rappresenta un’interessante fusione tra innovazione e patrimonio. Qual è stata la visione dietro questa integrazione e come valorizzate il contesto storico all’interno dell'esperienza immersiva di IKONO?
 
Ciò che ci ha entusiasmato di più di Roma è stato il contrasto: abbiamo visto l’opportunità di inserire un’esperienza immersiva e giocosa in uno spazio pieno di eleganza e storia, e sapevamo che, se fatto bene, il risultato poteva essere davvero potente. Non volevamo nascondere o competere con il passato dell’edificio. L’idea era di lavorare con esso, lasciando che la storia diventasse parte dell’esperienza. Ogni stanza è stata progettata per mettere in risalto l’architettura originale o per creare una tensione voluta con essa. Questo dialogo tra antico e nuovo aggiunge un nuovo livello di significato. Lo si percepisce appena si entra. È chiaramente IKONO, ma con un’anima romana. Questo tipo di contrasto rende l’esperienza non solo divertente, ma anche memorabile. Dimostra che intrattenimento immersivo e patrimonio culturale possono coesistere e persino valorizzarsi a vicenda, se fatti con cura.
 

 
Il team di IKONO è cresciuto notevolmente, arrivando a circa 200 professionisti in soli due anni. Quali sono le vostre strategie per attrarre, formare e mantenere i talenti in un settore in così rapida evoluzione, garantendo al contempo la coesione aziendale?
 
Le persone vengono in IKONO per il progetto, ma restano per la cultura. Fin dal primo giorno, ci siamo impegnati a costruire un luogo dove le persone si sentano parte di qualcosa di significativo. Un posto dove possano crescere, contribuire e vedere il reale impatto del loro lavoro. Cerchiamo profili diversi, pensatori creativi, operatori capaci e persone che vogliano costruire qualcosa di nuovo. Una volta entrati, non ci limitiamo a formarli, ma diamo loro vere responsabilità, autonomia e voce. Molti dei nostri collaboratori sono partiti da un ruolo e sono cresciuti con noi durante l’espansione. Questa mobilità interna mantiene alta la motivazione e rende l’azienda più dinamica. Ma ciò che fa davvero la differenza è quanto prendiamo sul serio i nostri valori. Non li scriviamo solo su una parete. Li viviamo e li usiamo per assumere, promuovere e guidare. Questo crea una rete potente di professionisti allineati e che parlano la stessa lingua. Per esempio, uno dei nostri valori è “Live Your Legend”. Le persone in IKONO sanno che avranno fiducia e opportunità di crescita. Abbiamo membri del team che hanno iniziato nel nostro primo spazio a Madrid quattro anni fa e ora guidano team globali e vivono in tutta Europa. Questo tipo di crescita non solo è permessa, ma è attesa. Ed è una parte fondamentale della forza della nostra cultura mentre cresciamo.
 
Con il mercato globale dell'intrattenimento immersivo che si prevede supererà i 473 miliardi di dollari entro il 2030, quali strategie a lungo termine sta implementando IKONO per consolidare la sua leadership e quale ruolo intende giocare nello sviluppo futuro di questo settore?
 
Il nostro obiettivo non è solo crescere, ma contribuire a plasmare ciò che diventerà questo settore. Ci concentriamo su cinque cose. Primo, l’innovazione. Vogliamo continuare a sorprendere le persone e spingere i confini di ciò che può essere un’esperienza immersiva. Secondo, mantenere la freschezza, ovvero evolvere costantemente le esperienze che creiamo, in modo che ogni visita sia nuova, rilevante ed emozionante. Stiamo anche investendo molto nel rafforzamento del nostro brand. In un mercato in
 
così rapida crescita, il brand è ciò che crea connessione a lungo termine. È ciò che fa sì che le persone ti riconoscano, si fidino di te e parlino di te anche prima di entrare in uno dei tuoi spazi. Un brand forte trasforma un buon prodotto in un movimento. Allo stesso tempo, miglioriamo costantemente il prodotto stesso. Desideriamo che l’esperienza dei nostri ospiti si arricchisca e si perfezioni anno dopo anno, non semplicemente che aumenti in scala. Allo stesso tempo, proseguiamo con l’espansione in nuovi mercati in cui siamo convinti che IKONO possa davvero trovare un forte riscontro.
 
Crediamo che questo settore sia solo all’inizio. Siamo stati pionieri fin dall’inizio e vogliamo continuare a guidare la strada. Non solo crescendo più velocemente, ma alzando il livello di ciò che l’intrattenimento immersivo può essere nel mondo.
 

 
Il vostro pubblico è composto per oltre l’80% da giovani adulti in cerca di connessioni reali. Come interpretate questa esigenza nell’era dell’iperconnessione digitale e in che modo IKONO risponde a questa ricerca di autenticità e interazione sociale?
 
L’autenticità sta diventando sempre più importante in un mondo dove l’IA è in crescita e tutto sembra filtrato, automatizzato o online. Le persone sono sopraffatte da schermi, algoritmi e rumore digitale. E più siamo connessi digitalmente, più ci sentiamo disconnessi nella vita reale. Quello che vediamo è un vero bisogno di tornare alle basi. Ridere, giocare, essere presenti e vivere momenti significativi con gli altri di persona. Le persone vogliono condividere qualcosa di divertente e memorabile con amici, partner o famiglia. Cercano luoghi dove possano semplicemente essere se stessi, senza pressioni o aspettative. Ed è qui che IKONO gioca un ruolo importante. Creiamo esperienze fisiche, emotive e pensate per essere condivise. Spazi che invitano a lasciarsi andare, a godere, a esplorare. Non si tratta di essere perfetti o curati. Si tratta di sentire qualcosa di reale insieme. È ciò che le persone cercano oggi, e noi siamo qui per offrire loro quel momento.
 
Lei ha dichiarato che “IKONO è nato dal desiderio di trasformare il modo in cui le persone si rapportano all’arte e al tempo libero”. Può approfondire come gli spazi artistici e interattivi di IKONO stimolano la creatività, il gioco e la libera espressione nei visitatori?
 
Volevamo rompere le regole su come le persone interagiscono con l’arte e il tempo libero. Per troppo tempo, queste esperienze sono state passive, distanti e piene di limitazioni: non toccare, non muoverti, non esprimerti. IKONO è stato creato per fare l’opposto. I nostri spazi invitano a giocare, esplorare, sperimentare senza filtri o aspettative; non c’è un modo giusto o sbagliato di viverli, la curiosità è l’unico requisito. Attraverso colore, texture, suono e luce, creiamo un viaggio multisensoriale che stimola la creatività e invita all’espressione libera. I visitatori non sono solo spettatori, diventano parte dell’esperienza, modellandola a modo loro. IKONO è giocoso, interattivo e, soprattutto, umano. In questo spazio di libertà, le persone si riconnettono non solo con la propria creatività, ma anche con la semplice gioia di essere presenti e condividere momenti reali con gli altri.
 
Con l’obiettivo di “costruire una rete globale di luoghi in cui la creatività diventi un linguaggio universale”, quali sono le prossime tappe geografiche o i mercati emergenti che IKONO ha in programma di esplorare nei prossimi anni per la sua espansione internazionale?
 
La nostra visione è chiara: vogliamo costruire una rete globale di spazi in cui creatività, gioco e connessione umana diventino un linguaggio universale. Abbiamo già fatto i primi passi, con sette sedi in Europa, ma questo è solo l’inizio. Stiamo valutando attivamente nuovi mercati in cui vi sia una significativa richiesta di esperienze immersive, innovative e focalizzate sulle persone. Si tratta di creare spazi in cui le persone possano sentire, interagire ed essere presenti con gli altri. Questo mix di gioco, arte ed emozione è qualcosa che le persone desiderano sempre di più. Crediamo che il settore stia evolvendo in questa direzione. Esperienze di questo tipo diventeranno parte di come le persone trascorrono il tempo, si connettono ed esplorano la cultura. E vogliamo essere lì per loro, guidando il cambiamento. Non posso ancora nominare città specifiche, ma il nostro focus è su una crescita attenta e sostenibile. Scegliamo ogni nuova location con cura, assicurandoci che sia in linea con la
nostra vision e ci permetta di creare qualcosa di veramente unico. Non si tratta solo di aprire più sedi. Si tratta di espandersi con uno scopo. Portare IKONO in nuove città, nuove culture e nuovi pubblici, restando sempre fedeli allo spirito che rende speciale questo progetto.
 
La rapida espansione e il successo portano con sé nuove sfide. Quali sono, a suo parere, le principali complessità che IKONO dovrà affrontare nel prossimo futuro, e come intendete superarle per mantenere l’efficacia del modello di business e l’innovazione delle esperienze?
 
La crescita è entusiasmante, ma porta con sé anche una maggiore complessità. Man mano che ci espandiamo in nuove città e il team cresce, una delle principali sfide sarà mantenere il prodotto sempre fresco e la cultura aziendale solida. Abbiamo costruito qualcosa che colpisce perché è umano e frutto di una scelta consapevole. Tuttavia, con l’aumentare della scala, c’è il rischio che tutto diventi più meccanico o si perda di autenticità. Per questo motivo ci concentriamo su due aspetti fondamentali: restare vicini all’esperienza e rimanere fedeli ai nostri valori. Sul fronte del prodotto, ascoltiamo costantemente i nostri ospiti e lavoriamo per migliorare ciò che offriamo. L’innovazione deve essere parte integrante della quotidianità, non qualcosa da affrontare solo quando c’è tempo. Ogni nuova sede rappresenta un’opportunità per far evolvere il nostro concetto. lavoriamo affinché la nostra crescita vada di pari passo con il mantenimento di una cultura aziendale vibrante e autentica: questo significa assumere persone che credono davvero in ciò che facciamo, affidare loro vere responsabilità e fare in modo che i nostri valori non siano solo parole, ma criteri concreti per prendere decisioni, guidare i team e crescere insieme. Il nostro modello di business funziona perché si fonda su emozione, design ed esperienza. La sfida ora è mantenerlo sempre dinamico, personale e ambizioso anche durante la crescita. E siamo pronti ad affrontarla.
 —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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PR Molise FESR-FSE+ 2021-2027, la Commissione Europea approva la riprogrammazione del Molise

Dopo tanto, è finalmente arrivata la comunicazione che la Commissione europea ha approvato la
modifica del programma PR Molise FESR-FSE plus 2021-2027 che, come Regione Molise, abbiamo
approvato nella seduta di giunta del 21.03.2025 con delibera numero 80.
Si tratta di un grande successo per la programmazione comunitaria che ci ha visti in serio affanno dal
giorno dell’insediamento, nel 2023, per tutta una serie di motivi che vanno dal blocco del bilancio che
abbiamo trovato fino all’assenza del supporto essenziale dell’assistenza tecnica.
Si è trattato di un passaggio molto difficile ma l’Europa ha compreso le ragioni e le difficoltà del Molise
che ha una realtà completamente diversa da altri territori.
La modifica del programma consiste principalmente nell’introduzione di due nuove priorità dedicate
agli investimenti che contribuiscono agli obiettivi STEP giustificata dall’esigenza di migliorare
l’autonomia strategica della regione e di aumentare la competitività del sistema industriale regionale
nei settori di attività coperti dagli obiettivi STEP, in particolare le tecnologie pulite e digitali e le
biotecnologie.
Abbiamo poi aggiunto una nuova azione nell’ambito della priorità 3 “Un Molise più connesso”, dedicata
al rinnovo del materiale rotabile su gomma per rispondere all’esigenza di una migliore connessione
delle aree interne della regione.
Infine, per quanto riguarda il FSE+ sono state inserite tre nuove azioni dedicate alla capacità
amministrativa nell’ambito, rispettivamente, della priorità 4 “Un Molise più sociale attraverso
l’occupazione”, priorità 6 “Un Molise più sociale attraverso l’inclusione e la protezione sociale” e priorità
7 “Un Molise più sociale attraverso l’occupazione giovanile” volte a fornire un sostegno mirato ai gruppi
vulnerabili e alle persone con disabilità per migliorare le loro competenze e la loro occupabilità.
Un successo ottenuto grazie soprattutto alle interlocuzioni politiche con Bruxelles che ci hanno
consentito questa riprogrammazione straordinaria, dimostrando anche la bontà dell’operazione per il
territorio molisano.
Abbiamo dunque superato il primo ostacolo decisivo per la continuità del percorso della gestione dei
fondi europei, strumento fondamentale per il Molise che vuole ridurre le disparità tra le regioni
attraverso la promozione di uno sviluppo equilibrato, inclusivo e sostenibile.
Adesso l’obiettivo è attuare tutte le misure necessarie affinchè ci sia la messa a terra delle azioni perché
il territorio e la popolazione molisana abbiano riscontro del lavoro svolto nell’ombra da parte
dell’assessorato con la condivisione del presidente della Giunta regionale.

Francesco Roberti – Michele Iorio

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Oppo Reno 14 5G, la recensione

(Adnkronos) – Il Reno 14 5G non è un telefono che cerca di battere record, eppure convince quasi in ogni aspetto. È uno di quei dispositivi che, senza rivoluzionare schede tecniche o prestazioni, dimostra che un buon equilibrio può valere più dei numeri altisonanti. Nelle settimane di prova, la sensazione ricorrente è stata sempre la stessa: davvero serve qualcosa di più? Oppo ha curato con particolare attenzione il design, riprendendo il nuovo Iridescent Mermaid lanciato con la serie, e in Italia ha scelto di abbinarlo a un’operazione di forte impatto con Toiletpaper, che ha reinterpretato lo smartphone attraverso installazioni e campagne dal linguaggio ironico e surreale. Il risultato è un telefono che, già solo a prima vista, sembra appartenere a una fascia di prezzo più alta. La scocca monoblocco in vetro, incorniciata da alluminio di grado aerospaziale, dà al Reno 14 5G una solidità impeccabile. Le colorazioni Luminous Green e Opal White giocano con i riflessi grazie al processo Iridescent Glow, che utilizza dodici strati di rivestimento per creare un effetto cangiante unico. A questo si aggiunge la certificazione IP69 – di fatto la più alta disponibile oggi – che rende il dispositivo resistente non solo a immersioni, ma anche a getti d’acqua ad alta pressione e temperatura. Il pannello AMOLED piatto da 6,59 pollici con risoluzione 1.5K e refresh rate a 120 Hz è uno dei punti di forza assoluti. Brillante anche sotto la luce diretta, supporta HDR10+ e integra funzioni come Splash Touch e Glove Mode, che mantengono il touch preciso anche con mani bagnate o guanti. È uno schermo che restituisce una sensazione da flagship, perfetto tanto per lo streaming quanto per il gaming. Dentro al Reno 14 5G c’è il MediaTek Dimensity 8350, lo stesso già visto sul predecessore. Non mancano potenza e fluidità: le app scorrono senza incertezze, i giochi girano bene, la gestione della batteria è ottimizzata. Tuttavia, nel 2025, l’assenza di un SoC più moderno con NPU avanzata può sollevare dubbi sulla sua tenuta futura, soprattutto con l’arrivo di funzioni AI sempre più pesanti a livello locale. A colmare questo gap ci pensa il software. ColorOS 15, basato su Android 15, è ormai una delle interfacce più mature del panorama Android. Le novità AI arricchiscono l’esperienza: dal nuovo AI Livephoto 2.0, che unisce esposizioni multiple in tempo reale, a strumenti di editing come AI Eraser, AI Rimuovi Riflessi e AI Scatto Perfetto, capaci di correggere occhi chiusi e dettagli imperfetti nei ritratti. Non manca l’integrazione con l’assistente Gemini di Google e una suite di funzioni smart che vanno dalla traduzione istantanea al multitasking avanzato.  Oppo garantisce cinque major update di sistema, un impegno che non tutti i competitor mantengono in questa fascia. Il Reno 14 5G ospita una batteria da 6.000 mAh: un numero che si traduce in fatti. Anche con un uso intenso, si chiude la giornata con il 30-40% residuo. Con la ricarica SUPERVOOC da 80 W, inclusa nella confezione, si passa da 0 a 100% in circa 50 minuti. Un quarto d’ora basta per un’intera giornata d’uso. Il comparto fotografico è sorprendente. Il sensore principale Sony IMX882 da 50 MP con OIS garantisce scatti ricchi di dettaglio e colori accesi, pronti per i social. Ma la vera novità è il sistema a tre flash, con un’unità dedicata al teleobiettivo per ritratti notturni più naturali. A completare il trittico: ultra-grandangolare da 8 MP e un teleobiettivo da 50 MP con zoom ottico 3,5x, ideale per i ritratti. La fotocamera frontale, anch’essa da 50 MP, supporta video 4K HDR a 60 fps, come le posteriori. Nel complesso, un set versatile e sopra la media della categoria. In Italia, OPPO Reno 14 5G arriva nella configurazione 12+512 GB a 599,99 euro. È disponibile su OPPO Store, Amazon e presso i principali rivenditori. Al lancio, fino al 30 settembre, ci sono promozioni dedicate su Oppo Store, MediaWorld, Unieuro, Euronics, Expert e Trony. Il Reno 14 5G non è lo smartphone più potente del momento, ma riesce a convincere grazie a un mix di design premium, autonomia impressionante, display di qualità e un comparto fotografico intelligente e innovativo.  La scelta del processore lascia qualche dubbio sul lungo periodo, ma l’esperienza d’uso quotidiana è talmente solida da far passare in secondo piano le perplessità. Per chi cerca un telefono affidabile, bello da vedere e ricco di funzioni AI davvero utili, senza spendere cifre da top di gamma, l’OPPO Reno 14 5G è oggi una delle proposte più sensate sul mercato italiano. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Fondirigenti, al via 5° edizione del premio di laurea ‘Giuseppe Taliercio’

(Adnkronos) – Fondirigenti, il fondo interprofessionale leader in Italia per il finanziamento della formazione dei dirigenti promosso da Confindustria e Federmanager, è da sempre impegnato nella ricerca sui temi della cultura manageriale d’impresa, e nella promozione dello sviluppo sostenibile e inclusivo, anche per favorire la crescita di nuove generazioni di manager. Nell’ambito di questo impegno, ha istituito il Premio Giuseppe Taliercio, con l’obiettivo di promuovere tra i giovani il ricordo della figura e dei valori del manager a cui la Fondazione è intitolata, e per sostenere la ricerca sulle grandi trasformazioni che interesseranno l’economia e l’imprenditorialità. Il Premio, giunto quest’anno alla quinta edizione, prevede l’assegnazione di tre premi (ciascuno del valore di 3 mila euro) per tesi di laurea magistrale sul ruolo del management e della formazione manageriale e si rivolge a laureati di età inferiore o uguale a 29 anni che abbiano discusso, tra il 02.10.2024 e il 31/10/2025, presso qualsiasi ateneo italiano, una tesi per il conseguimento di una Laurea magistrale, con una votazione non inferiore a 105/110. Il titolo dovrà essere conseguito, entro la data di presentazione delle candidature, in uno dei seguenti ambiti disciplinari: economia, sociologia, giurisprudenza, scienze politiche, psicologia, scienze della formazione, ingegneria, statistica, marketing, comunicazione. “Il Premio conferma l’impegno del Fondo nel promuovere la cultura manageriale d’impresa come elemento imprescindibile di crescita per il Paese, trasmettendo, al tempo stesso, l’eredità di Giuseppe Taliercio alle nuove generazioni di manager –spiega il presidente di Fondirigenti Marco Bodini – a conferma di quanto sia importante, per il nostro Paese, investire in competenze per avere dirigenti competenti, responsabili e capaci di innovare”. Le tesi dovranno avere per oggetto le competenze manageriali e il ruolo del management in una o più delle seguenti macroaree tematiche relative alla gestione d’impresa, per le quali si indicano, a titolo esemplificativo, alcune possibili declinazioni di contenuto.Innovazione e transizione digitale: transizione digitale: management e gestione delle tecnologie emergenti (ia, iot, blockchain, …); applicazione dei principi di gestione agile e lean nelle aziende; gestione dati e sicurezza: big data e analisi dei dati, cybersecurity.  Leadership, cambiamento e governance: leadership in tempi di crisi e strategie di resilienza organizzativa; gestione del cambiamento; governance ed etica: buone pratiche di governance; trasparenza e accountability.  Sostenibilità, benessere organizzativo e hr: sostenibilità ambientale, sociale ed economica e csr: modelli di business responsabile; esg e reportistica non finanziaria; benessere organizzativo, strategie e approcci; smart working e lavoro agile; d&i, strategie e buone pratiche; formazione manageriale e hr, nuove tecniche formative e knowledge management, talent attraction e retention.  Finanza, marketing e comunicazione: gestione finanziaria e rapporti con gli intermediari finanziari, fintech e finanza sostenibile, fusioni e acquisizioni per le pmi, normative internazionali, export e dogane; marketing digitale e omnicanale, social e new media, brand management e reputazione aziendale. Sarà possibile candidarsi da oggi 3 settembre al 31 ottobre 2025 seguendo le informazioni sulle modalità di partecipazione indicate nel Regolamento. Gli esiti della selezione, con l'individuazione dei vincitori e l'assegnazione dei premi, verranno pubblicati sul sito www.fondirigenti.it entro il mese di dicembre 2025. Tutte le informazioni sul Premio sono a disposizione nella pagina dedicata sul sito di Fondirigenti. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Ultimi giorni per partecipare al Premio letterario “Michele Buldrini”

Ancora una manciata di giorni per partecipare alla XXIII edizione del Premio regionale di narrativa intitolato allo scrittore molisano “Michele Buldrini”, indetto e organizzato dal Comune di Campobasso – Assessorato alla Cultura e dall’Unione Lettori Italiani, con la direzione artistica e organizzativa di Brunella Santoli, nell’ambito di Ti racconto un libro 2025- Laboratorio permanente sulla lettura e sulla narrazione.

Il premio si rivolge a giovani di età compresa tra i 16 e i 36 anni e rappresenta, da oltre vent’anni, un’importante occasione per far emergere nuove voci della narrativa in Molise. L’obiettivo è chiaro: dare spazio e visibilità alla creatività giovanile, offrendo ai
partecipanti un’opportunità concreta per mettersi alla prova e confrontarsi con il mondo della scrittura in un contesto stimolante e di alto profilo culturale.
Un’idea, una voce, una storia da raccontare: bastano pochi elementi per dare vita a un racconto, una trama da costruire, uno o più protagonisti da seguire, un finale ancora tutto da immaginare. Il Premio Buldrini nasce come un vero e proprio laboratorio di narrazione aperto, un luogo inclusivo in cui stili diversi, esperienze variegate e sensibilità uniche si incontrano e si confrontano, esprimendo la ricchezza culturale e la pluralità dei giovani autori. Anno dopo anno, il Premio “Michele Buldrini” si conferma come una preziosa occasione di crescita personale e culturale, offrendo a tanti talenti molisani l’opportunità di trasformare le proprie idee in narrazione, l’immaginazione in parole e i sogni in racconti.
A decretare i vincitori sarà anche quest’anno una Giuria d’eccezione, composta da scrittori, sceneggiatori e intellettuali di rilievo nel panorama letterario italiano.
Il primo classificato riceverà una somma in denaro di 500 euro, mentre per il secondo è previsto un premio di 300 euro. Ai due segnalati dalla Giuria andrà un buono del valore di 200 euro ciascuno per l’acquisto di libri, per il terzo lavoro segnalato è previsto un buono di 180 euro per la frequentazione gratuita di un corso di scrittura della durata di tre mesi. I lavori dovranno pervenire entro e non oltre il 30 settembre 2025.
Per saperne di più sui tempi e le modalità di iscrizione al concorso, basterà collegarsi su www.unionelettoritaliani.it e www.comune.campobasso.it, dove è possibile scaricare il testo completo del bando di partecipazione e la scheda d’iscrizione.
I manoscritti dovranno pervenire in formato pdf inviando una mail all’indirizzo premiobuldrini@gmail.com .

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Progetto “Stele di Rosetta”, per svelare i segreti della formazione stellare

(Adnkronos) – Un ponte tra teoria e realtà sta rivoluzionando lo studio della formazione stellare. Il progetto Rosetta Stone, coordinato dall'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e sostenuto dall'European Research Council, ha creato un metodo unico per confrontare direttamente le complesse simulazioni numeriche con le osservazioni astronomiche. Un approccio che, per la prima volta, unisce i due mondi con un linguaggio comune per decifrare i processi che portano alla nascita delle stelle. I primi tre articoli del progetto, pubblicati sulla rivista scientifica Astronomy & Astrophysics, mostrano come le simulazioni possano essere "post-processate" per replicare fedelmente le immagini e le osservazioni reali, simili a quelle ottenute da strumenti di punta come l'Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) e il satellite Herschel. Il primo studio, guidato da Ugo Lebreuilly, ha presentato un'ampia gamma di simulazioni che variano parametri chiave delle regioni di formazione stellare. 
Una regione di formazione stellare simulata (a sinistra) trasformata passo dopo passo per ottenere immagini sempre più simili a quelle reali osservate dai telescopi millimetrici. Dall'immagine al computer dei "semi" delle protostelle (stelle), passando per la simulazione dell'emissione della polvere, fino a una mappa praticamente indistinguibile da un'osservazione astronomica. L'ultimo pannello mostra l'identificazione delle nuove stelle nascenti, così come le vedremmo con i nostri strumenti. Sommando tutti i parametri esplorati dal progetto Rosetta Stone, sono state prodotte più di 700 mappe analizzate e post-processate come in questo esempio.
Crediti: A. Nucara/Progetto Rosetta Stone
 Il secondo, a firma di Ngo-Duy Tung, si è concentrato sulla generazione di immagini artificiali ideali.  
Le immagini mostrano dall'alto in basso la densità di gas, la velocità media e la temperatura di una nube che dà origine a stelle, osservate in tre diverse fasi evolutive. L'efficienza di formazione stellare (SFE) indica quanto gas si è trasformato in protostelle (segnate dai simboli in alto). Crediti: Ugo Lebreuilly/Progetto Rosetta Stone
  Infine, il terzo lavoro, coordinato da Alice Nucara, ha sviluppato un codice specifico per creare simulazioni di osservazioni ALMA estremamente realistiche. 
Immagine ingrandita di una delle simulazioni mostrate nell'immagine precedente. Si possono notare diverse strutture filamentose che ospitano i semi di formazione stellare e che si muovono convergendo verso i centri di attrazione gravitazionale maggiore. Crediti: Ugo Lebreuilly
 

 
Secondo Alessio Traficante, ricercatore INAF e coordinatore del progetto, questa metodologia offre un'accuratezza senza precedenti. "Per la prima volta, grazie al progetto Rosetta Stone, è possibile estrarre informazioni dalle simulazioni trattate con le stesse tecniche e gli stessi algoritmi usati per le osservazioni, permettendo di verificare se le informazioni che deduciamo dalle osservazioni hanno un riscontro nelle simulazioni e viceversa, con un'accuratezza nel confronto mai ottenuta prima nel campo della formazione stellare. È possibile infatti dedurre se effettivamente i parametri chiave osservativi… riflettano caratteristiche chiave degli addensamenti di gas e polveri come età ed efficienza di formazione stellare, e misurare l'effetto di fattori non osservabili direttamente, come l'intensità del campo magnetico". La prima fase del progetto, denominata Rosetta Stone 1.0, è solo il punto di partenza. Sono già in corso di preparazione le fasi successive: RS2.0, che includerà dati con una fisica più ampia e complessa, e RS3.0, focalizzata sullo studio della chimica delle regioni di formazione stellare. "Il progetto è il culmine di tre anni di lavoro, milioni di ore di calcolo su supercomputer, la produzione di centinaia di mappe e una stretta collaborazione tra gruppi teorici e osservativi", ha concluso Traficante. "Con questo approccio innovativo, il progetto Rosetta Stone inaugura un nuovo modo di studiare la nascita delle stelle, rendendo possibile per la prima volta un confronto realmente diretto tra simulazione e osservazione". —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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