Il sindaco Roberto Quercio, ieri
sera, nel corso dell’incontro” Vino e Vita” ha dichiarato che la sua
amministrazione farà domanda per entrare nell’Associazione Nazionale delle
Città del Vino, che ha sede a Siena e tutto grazie al rilancio della
viticoltura sul territorio del suo Comune, da sempre vocato a questa
coltivazione. E di questa vocazione alla vite ne ha parlato con dovizia di
particolari, Giovanni Mascia, che ha aperto gli interventi e coordinato con
maestria l’incontro che ha coperto l’intera serata. Una vocazione fatta propria da Concetta
Fornaro e Michele Lauriola con l’impianto di un vigneto tutto a Tintilia e la
costituzione, nel 2013 dell’azienda Herero, che già con le due prime
vinificazione di questa deliziosa uva, un San Mercurio 2014 e un Herero 16,
annata 2015, entrambi “Tintilia del Molise” Doc, hanno iniziato a mietere
successi con medaglie in concorsi importanti.
Per me, fondatore e promotore nel
1987, grazie all’Ente Mostra Vini – Enoteca Italiana di Siena, allora
presieduto dal Sen. Riccardo Margheriti, oggi uno degli ambasciatori di questa
prestigiosa Associazione, delle Città del Vino, ha fatto particolarmente piacere
quest’annuncio. E’ così che Toro, il piccolo Comune che guarda la Val Tappino
che, da Campobasso scende verso il Fortore e vede da vicino le dolci colline
della Daunia che aprono alla Provincia di Foggia, una volta accolta la domanda
di adesione, diventerà, dopo Campomarino, la Città del Vino del Molise.
A parlare della storia della
Tintilia e del suo rilancio nel Molise, chi questa storia l’ha scritta e
pubblicata e chi, più di altri si è adoperato per la sua riscoperta e il suo
rilancio, l’agronomo Michele Tanno. Una
sequenza di slide a far vedere e spiegare le origini e la storia di questo
vitigno che dalla metà del ‘700 è andato ad arricchire le vigne di uve bianche
della provincia più vitata del Regno di Napoli, in quel tempo nelle mani dei francesi. Un’esposizione, chiara , precisa, puntuale
propria diun bravo e capace divulgare qual è Michele Tanno.
Nel mio intervento , a proposito
della riscoperta di questo vitigno, e, soprattutto, del suo rilancio, dopo
l’inserimento (1988) nel disciplinare di produzione della Terza Doc “Molise o
del Molise”, ho ricordato l’intervento decisivo, in occasione della pubblica
audizione (1986) indetta dal Comitato Nazionale Vini, Gasperino Di Lisa, di
dare un limite, l’altitudine, se si voleva rilanciare la Tintilia nelle sue
aree vocate, le colline interne del Molise, e non confonderla con la
vitivinicoltura della fascia litorale, anche se importante per i suoi vini di grande qualità. Se si voleva dare
alla Tintilia il non facile compito di trascinare l’intero comparto e, con
esso, l’agricoltura molisana, ancora oggi la principale attività produttiva.
L’indicazione dei 200m.s.l.m. decisa dal Comitato Nazionale Vini al momento
dell’approvazione del disciplinare i produzione è risultata decisiva per gli
spazi conquistati dal vino, che, nel 2011, diventerà la quarta doc riconosciuta
con il nome”Tintilia del Molise”.
Dopo la storia così ben
raccontata da Mascia e Tanno, due interventi intervallati dai saluti del
sindaco Roberto Quercio e del vice presidente del Consiglio regionale, Gianluca
Cefaratti, a me è toccato parlare del futuro di questo vino e delle sue enormi potenzialità se le
aziende che lo producono, il consorzio di tutela che lo rappresenta e le istituzioni preposte, ai vari livelli,
riescono a lavorare in rete e sono capaci di creare le strategie di marketing
adatte a dare immagine ai territori che il vino Tintilia rappresenta come primo
testimone. E’ dentro questa strategia il futuro di un vino vincente che gli
esperti hanno imparato a conoscere per le sue spiccate caratteristiche Si
tratta di fare rete iniziando da quello che a Toro è già successo – un vero
miracolo per il Molise – l’incontro e il dialogo tra l’istituzione, il Comune,
e l’azienda che produce le Tintilie vincenti, la Herero.
Un incontro che deve diventare
dialogo e, poi, unità d’azione permanente con il coinvolgimento di altre
aziende del territorio, del Consorzio di tutela della Tintilia, altri sindaci,
e, con essi, la Regione, per adeguare programmi e strategie, e la stessa Unimol,
per introdurre le necessarie innovazioni, in modo da rendente il vino Tintilia
non solo il testimone principe, ma, anche, il promotore di un rilancio di quel
bene comune, sempre più sacro, che è il territorio. Il solo tesoro che abbiamo,
pieno di valori e di risorse, non ultima l’ospitalità. E’ l’ospitalità
territoriale un’arma vincente per un turismo del vino e del cibo che, con l’agricoltura legata alla tradizione, può rappresentare il
valore aggiunto e la grande opportunità per un nuovo tipo di sviluppo di cui ha
bisogno fortemente il Molise. Soprattutto per frenare l’emorragia di giovani e
lo spopolamento di molti piccoli centri, che sono tanta parte dell’identità
molisana.
Il dialogo, la rete, il
coinvolgimento, la comunicazione, l’unità d’intenti, il sogno del domani, gli
elementi che hanno caratterizzata la serata, illuminata da un cielo stellato,
nella Piazza Trotta, davanti alla scalinata della Chiesa madre, piena di gente
molto attenta ad ascoltare. E’ bello sognare il domani e sapere che ogni sogno,
basta volerlo, si può realizzare.
Pasquale Di Lena