venerdì, Settembre 19, 2025
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Nel mercato del lavoro dominano rabbia e risentimento

Alfredo Magnifico

Lo State of the Global Workplace Report 2025 di Gallup rileva che “l’engagement” il coinvolgimento” globale dei lavoratori è sceso dal 23 al 21% nel 2024, con un calo particolarmente significativo tra i manager, per i quali passa dal 30 al 27%.

La diminuzione è partita dal lockdown da Covid-19, segnando una crisi profonda che dipende da  dinamiche strutturali del lavoro.

Il 21% di lavoratori “engaged” “impegnato” significa che il 79% della forza lavoro mondiale non è pienamente coinvolta in quello che fa, ma sperimenta disconnessione emotiva e psicologica dal proprio lavoro, mentre solo il 33% dei lavoratori a livello globale si dichiara “thriving”, “in pieno benessere”, il peggioramento si riflette particolarmente sui manager.

L’Europa registra il più basso livello di engagement con il 13%, l’Italia si posiziona al 10%, tra i peggiori del continente.

Le emozioni rivestono un ruolo centrale nelle decisioni economiche e mostrano come gli stati emotivi, inclusa la rabbia, influenzano direttamente le scelte e i comportamenti complessi.

La rabbia nasce da percezioni di ingiustizia o violazioni di aspettative legittime mentre l’economia comportamentale evidenzia come i bias emotivi e gli autoinganni condizionano negativamente le decisioni economiche e sociali nel lavoro.

Ansia, stress e risentimento ostacolano l’azione collettiva e individuale e producono costi nascosti.

Il risentimento non gestito influisce negativamente sulla produttività: Gallup 2025 stima che il calo dell’engagement globale comporta una perdita di 438 miliardi di dollari di produttività a livello mondiale nel 2024.

Studi recenti su aziende che hanno adottato politiche di trasparenza salariale e di maggiore comunicazione mostrano riduzioni del turnover fino al 30-40% e incrementi significativi dell’engagement e della fiducia interna.

Le organizzazioni devono creare un “campo protetto” dove i conflitti possono essere discussi senza timore di ritorsioni, lo spazio di discussione deve essere orientato ad affrontare le distorsioni emotive e le errate attribuzioni alla base della rabbia, così individuare in modo preciso le origini delle ingiustizie percepite e permettere di affrontare i conflitti e trovare correttivi.

I dati per l’Italia sono preoccupanti, la percentuale degli occupati che si dichiara “engaged” è al 10% (al 28° posto su 38 paesi in Europa), al 5° posto per stress percepito il 49% ha vissuto una giornata molto stressante il giorno precedente alla rilevazione e tristezza (21%), la rabbia, invece, è scarsa e in diminuzione (9%, al 33° posto su 38 in Europa).

La percezione di ingiustizia dipende da sperequazione nel carico fiscale, che colpisce più che proporzionalmente la classe media, la sempre più forte preferenza degli investitori italiani verso i rendimenti da dividendi, scapito della cosiddetta “crescita per innovazione”.

A giugno 2025, la Consob evidenzia che le imprese italiane mantengono la tendenza a privilegiare la remunerazione degli azionisti rispetto alla tutela del lavoro, che si riflette negativamente su innovazione e produttività, il comportamento delle imprese si sposa con una pressione fiscale che pesa soprattutto sulla classe media lavoratrice.

I dati di Itinerari Previdenziali del 2025 evidenziano che il “fiscal drag” (effetto dell’inflazione su scaglioni non indicizzati) ha aumentato il carico fiscale in modo più significativo sui lavoratori dipendenti, con un aumento stimato delle tasse aggiuntive del 17,8%per gli operai e del 21,8% per gli impiegati rispetto al 2022, con un aggravio di centinaia di milioni di euro solo per queste categorie.

La fascia media con reddito dai 20mila ai 50mila euro sostiene gran parte del gettito Irpef, con il 46,5% dei contribuenti che dichiara redditi sopra 20mila euro, contribuendo per quasi il 94% del gettito Irpef, mentre le fasce più basse pagano sempre meno.

La pressione fiscale sproporzionata sulla fascia media ha generato fenomeni di compressione sulla fascia stessa, con ricadute negative sul reddito netto disponibile e sul potere d’acquisto, comportando una possibile contrazione dei consumi e rischi per la sostenibilità del welfare.

I lavoratori tendono a sovrastimare cause interne rispetto a fattori sistemici o strutturali, alimentando attribuzioni errate ed emozioni improduttive: in questa tendenza i lavoratori, intesi come gruppo o come classe, non intraprendono azioni correttive di contrasto all’ingiustizia.

La percezione dell’ingiustizia potrebbe dipendere dalla rottura del patto tra imprese e lavoro e dal diffondersi un approccio estrattivo nel management orientato più a produrre valore per gli azionisti (e per sé stessi) nel breve termine, che nel pianificare sviluppo e crescita.

La retorica del merito si scontra con le dinamiche sociali che aggravano le disuguaglianze, laddove per l’accesso alle posizioni più prestigiose e remunerative il gioco è truccato a favore di chi ha capitale economico, culturale e sociale.

Si generano così risentimento e rabbia, che non sanno trasformarsi in sentimento collettivo (indignazione) e in proposta politica.

Sono auspicabili interventi pubblici per contrastare il risentimento diffuso, l’obbligo di trasparenza retributiva dimostra di ridurre disuguaglianze e bias informativi, contribuendo a un clima di fiducia e giustizia nei luoghi di lavoro, politiche di welfare e supporto psicologico mitigano i costi psicologici del risentimento, facilitando la partecipazione attiva e migliorando gli esiti lavorativi.

Il risentimento nel mercato del lavoro non è solo un fenomeno culturale o psicologico, ma il risultato di fallimenti strutturali nella funzione correttiva delle emozioni, la rabbia si trasforma in  in risentimento improduttivo, con costi elevati per organizzazioni e società.

La soluzione non risiede nella repressione emotiva (presente nella retorica della resilienza), bensì nella costruzione di istituzioni e pratiche che permettano alle emozioni di svolgere la loro funzione informativa e coordinativa, recuperando così efficienza allocativa, benessere lavorativo e policy orientate alla promozione della giustizia.

Alfredo Magnifico

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Apple, spunta il nuovo accessorio: la tracolla per iPhone 17

(Adnkronos) – A poco più di un giorno dal keynote Apple, fissato per il 9 settembre alle 19, continuano a moltiplicarsi i leak sulla nuova linea di iPhone 17. L’ultima indiscrezione arriva dal leaker Sonny Dickson, che ha condiviso alcune immagini di un accessorio del tutto inedito per l’ecosistema Apple: una tracolla crossbody dedicata ai nuovi iPhone. Nelle foto si intravede una versione in arancione acceso, con un design che sembra confermare quanto già emerso ad agosto, quando il leaker Majin Bu aveva diffuso le immagini della confezione dei nuovi “TechWoven Case”. Sul retro della scatola compariva infatti un’illustrazione con due fori per laccetti, accompagnata dalle istruzioni per inserire il “Crossbody Strap”. Un dettaglio che coincide perfettamente con i ganci presenti alle estremità dell’accessorio trapelato in queste ore. Apple dovrebbe annunciare ufficialmente la tracolla, insieme a nuove custodie e accessori, durante l’evento del 9 settembre. Oltre al nuovo iPhone 17, la presentazione offrirà uno sguardo completo sulle varianti cromatiche e sulle caratteristiche definitive di questo inedito accessorio. Il keynote sarà trasmesso in diretta dalle 19:00 ora italiana su Apple.com, YouTube e tramite l’app Apple TV. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Alcaraz è il nuovo numero 1. Il vantaggio su Sinner e quando Jannik potrà ritentare il sorpasso

(Adnkronos) –
Carlos Alcaraz è il nuovo numero uno del ranking Atp dopo la finale vinta agli Us Open, ma la sfida infinita con Jannik Sinner non è destinata a finire qui. Con il titolo vinto a New York, lo spagnolo vola in testa alla classifica e si prende il secondo Slam stagionale. Per l'azzurro, il ritorno in vetta potrebbe però esserci presto, visto che il distacco con il rivale non è molto ampio. 
Dopo 455 giorni, la nuova classifica non vedrà più Jannik Sinner numero uno del mondo. Con il trionfo agli Us Open, Alcaraz è arrivato a quota 11.540 punti, mentre Sinner ora è fermo 10.780 punti. Tra i due, il distacco è di 760 punti. E ora? Da qui a fine anno, lo spagnolo avrà qualche vantaggio perché dovrà difendere soltanto 950 punti, mentre Sinner ne dovrà difendere 2880 (tra cui la vittoria a Shanghai e alle Atp Finals). La situazione sorride ad Alcaraz, ma Sinner potrebbe pensare all'attacco magari partecipando a qualche torneo in più rispetto all'anno scorso, come il Masters 1000 di Bercy o altri 500 europei. La sfida continua. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Vino, tra Collio e Brda si realizza il ‘So(g)no’: arte e natura uniscono ciò che il confine ha diviso

(Adnkronos) – C’è il santuario e il fortino, l’arco affiancato da un muro, radici e tralci protesi verso il futuro, gabbiette fermatappo giganti, ma anche un grafico fatto con doghe di botti, e poi lei, la mucca senza passaporto, simbolo di un confine imposto a un territorio che per secoli è stato comunità. Sono le opere realizzate da giovani artisti under 35 per il Concorso promosso nell’ambito di ‘Ars Sine Finibus’, progetto artistico transfrontaliero unico nel suo genere sviluppato in quella terra di frontiera che è il Collio italiano e il Brda sloveno, dove i vigneti terrazzati degradano lungo le colline al di qua e al di là di un confine reso invisibile dal secolare lavoro degli agricoltori. Ma che nel 1947 tagliò in due Gorizia, facendo nascere dal nulla, sul fronte dell’allora Jugoslavia, la città di Nova Gorica. Per riaffermare quell’identità da secoli condivisa dai custodi di questa terra divisa a metà, è nata una collaborazione Italia-Slovenia che alla natura vuole unire la cultura, come due facce della stessa medaglia. A promuovere questo progetto due viticoltori visionari, Robert Princic, titolare dell’azienda italiana Gradis’ciutta, e Matjaz Cetrtic, fondatore della slovena Ferdinand. Entrambi classe 1975, da anni hanno sposato, oltre che una comune filosofia enologica, basata su pratiche sostenibili e rispetto del paesaggio, anche l’idea che quel confine, almeno in vigna, si possa superare o almeno ignorare.  Così, dopo aver studiato insieme al Master in Wine Business di Trieste, nel 2008 hanno deciso di dare vita a un vino che parla due lingue: una Ribolla spumantizzata, prodotta con uve italiane e slovene, che in etichetta reca la dicitura ‘Made in European Union’. E’ l’unico vino transfrontaliero prodotto in Europa, dal nome evocativo ‘Sinefinis’, e incarna l’idea di superare i confini politici per ricostruire l’unità di un territorio attraverso i suoi frutti. Un vino da cui poi è nata un’azienda in società, che oggi produce dalle 10mila alle 25mila bottiglie l’anno di questo spumante che negli anni è stato presentato a Capi di Stato e ambasciatori e che oggi è considerato una best practice.  E proprio nell’anno che vede Gorizia e Nova Gorica in tandem detenere il titolo di ‘Capitale europea della cultura’, per la prima volta transfrontaliera, all’insegna dello slogan ‘Go!2025’, arriva ‘Ars Sine Finibus’, nato con l’obiettivo di ricucire quel tessuto agricolo-culturale che fu diviso per quasi 80 anni, attraverso installazioni artistiche site-specific tra i vigneti. Ne è nato così un parco artistico transfrontaliero dove le opere sono realizzate con materiali ecosostenibili e di riuso provenienti dalle cantine della zona. Il primo filone del progetto, curato dal gallerista Salvatore Marsiglione, è il Concorso per artisti under 35, che ha visto giovani italiani e sloveni confrontarsi con un tema impegnativo come quello dell’abbattimento di un confine per dare vita, lavorando divisi in gruppi, alle opere che sono state collocate nei vigneti. A risultare vincitrice è stata l’opera ‘Scritto nelle pietre’ di Juliana Florez Garcia, Gloria Veronica Lavagnini e Tajda Tomsic, che rappresenta un arco affiancato da un muro e tutto intorno pietre sospese e steli metallici, metafora di trasformazione e attraversamento verso una coscienza condivisa. La premiazione si è svolta in Friuli Venezia Giulia, venerdì 5 settembre, nella sede dell’azienda Gradis’ciutta, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni e personalità del mondo dell’arte. L’evento è stato anche l’occasione per inaugurare le opere che costituiscono il secondo filone del progetto voluto da Robert Princic e Matjaz Cetrtic: due installazioni dell’artista Marco Nereo Rotelli, collocate nelle rispettive aziende, in Italia e Slovenia, nate dalla sinergia creativa con altri artisti. ‘So(g)no’, infatti, sono due sfere gemelle multisensoriali, a raffigurare due grandi acini, del diametro di 4 metri, realizzate in acciaio Cor-Ten, materiale ecosostenibile: all’interno, risuona la musica firmata da Alessio Bertallot, musicista e dj, riecheggiano le poesie di Valerio Magrelli e Aleš Šteger, e poi le ceramiche del maestro friulano Giorgio Ciliberti e la mano della scienza rappresentata da Riccardo Valentini con il sistema ‘Tree talking’ da lui brevettato e installato sulle viti piantumate in prossimità delle sfere, generando una sinergia tra l’uomo e la terra.  La forza espressiva dell’arte e della cooperazione, dunque, per superare la frontiera. "Vino, arte, cultura, scienza trasmettono un messaggio chiaro: collaborare è possibile e porta vantaggi per tutti. 'Go!2025' è stata un'occasione per concretizzare questo progetto, che ci dà energia e soddisfazione e che non sarà l'ulitmo", afferma Matjaz Cetrticc.  "Il nostro progetto Sinefinis – spiega Robert Princic – è stato definito una best practice di collaborazione dal nostro ambasciatore italiano in Slovenia. Nell’anno di 'Go!2025', che ha unito Gorizia e Nova Gorica, ci sentiamo parte di questo progetto, che è qualcosa di estremamente importante per il nostro territorio. Quindi abbiamo voluto partecipare anche noi, sviluppando un'idea che poi ha vinto un bando e da lì abbiamo realizzato una serie di opere in collaborazione con ragazzi italiani e sloveni che hanno lavorato insieme per creare un percorso artistico nei nostri vigneti. E successivamente abbiamo sviluppato un ulteriore progetto chiamato ‘So(g)no’, portato avanti con importanti artisti di fama internazionale, che hanno creato due sfere gemelle poste una nella mia cantina e l’altra in quella del mio socio in Slovenia".  "E' la stessa idea da cui nasce il vino Sinefinis, che vuol dire senza fine, senza confine. Si parte da una base spumante italiana e da una slovena, di due territori identici, Collio e Brda, separati da questa linea di confine che non vogliamo. Un vino che racconta la nostra storia, la storia delle nostre famiglie, che non è propriamente italiano o propriamente sloveno, ma che è ‘proud to be european’, ci piace definirlo così: orgoglioso di essere europeo", conclude Princic.   —lavoro/made-in-italywebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Sinner, c’è una super tifosa per la finale con Alcaraz: Lindsey Vonn nell’angolo di Jannik

(Adnkronos) – C'è una tifosa speciale all'Arthur Ashe Stadium per la finale degli Us Open tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz di oggi, domenica 7 settembre. Nell'angolo del numero uno al mondo, oggi c'è anche la leggenda dello sci Lindsey Vonn. La campionessa ha da anni un legame speciale con l'azzurro, campione juniores di sci alpino e suo grande amico, anche grazie al tanto tempo passato insieme sulle piste.  Tra gli ospiti di lusso della serata, oltre ovviamente al presidente americano Donald Trump, ci sono tante star. Dal cantante inglese Sting agli attori americani Danny DeVito, Michael J. Fox, Ben Stiller e Alec Baldwin, oltre alla campionessa di ginnastica Simone Biles e la ex direttrice storica di 'Vogue America' Anna Wintour. E poi il 'Boss' Bruce Springsteen, la stella Nba Steph Curry e il regista americano Spike Lee.  —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Sinner-Alcaraz in campo ma stadio mezzo vuoto, ‘colpa’ di Trump

(Adnkronos) – Jannik Sinner e Carlos Alcaraz in campo per la finale degli US Open 2025 a New York ma l'Arthur Ashe Stadium è mezzo vuoto per … colpa di Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti assiste al match tra l'azzurro, numero 1 del mondo, e lo spagnolo. L'arrivo di Trump è accompagnato inevitabilmente da misure di sicurezza straordinarie che condizionano l'afflusso degli spettatori. Oltre 20mila persone devono prendere posto e per questo l'inizio del match, inizialmente previsto per le 14 locali (le 20 italiane), viene rinviato di mezz'ora abbondante. Sono le 20.40 in Italia quando i giocatori entrano in campo davanti a spalti mezzi vuoto: le riprese dall'alto, infatti, mostrano ancora lunghissime code per l'ingresso nello stadio. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Calcio/Carpi – Campobasso 2-2

Carpi: Sorzi,Zagnon,Lombardi,Rossini,Cecotti, Figoli,Rigo,Rosetti,Cortesi,Stanzani,Gerbi. All. Cassani.

Campobasso: Tantalocchi,Parisi ,Papini, Lancini,Pierno,Brunet,Di Livio,Gala,Padula,Leonetti,Bifulco. All :Zauri.

Arbitro :Castellano di Nichelino.

Marcatori: al 46° Leonetti,al 68° Padula,al 76 Rossini,al 80 Cortesi.

Giornata calda.

Espulso al 55° Brunet.

La partita comincia con mezz’ora di ritardo, perchè ci sono problemi al FVS,il Var della serie C.

Al 5° azione del Carpi,un giocatore di casa resta a terra, ma l’arbitro fa cenno di proseguire.

Al 15° azione degli ospiti,ma la difesa emiliana respinge la minaccia. Al 25 tiro di Padula,ma la palla termia fuori,al 35° azione dei locali, ma Cortesi calcia fuori. Al 42° ancora il Carpi in avanti,ma Cecotti non arriva in tempo. Finisce cosi’ il primo tempo,sul risultato di 0-0.

Nel secondo tempo,al 46°,azione dei rossoblu,tiro di Leonetti e la palla finisce sotto la traversa,è 1-0 per gli ospiti. Al 55° viene espulso Brunet per un brutto fallo, i molisani restano in 10. Al 68° azione del Campobasso e Padula,solo con il portiere emiliano,realizza  il 2-0 in favore dei rossoblu.

Al 76° azione del Carpi e Rossini realizza il 2-1. Al 80 ancora locali in avanti e Cortesi realizza il 2-2, i molisani protestano per un fallo,ma l’arbitro assegna la rete. Al 90 tiro di Cortesi fuori.

Il direttore di gara assegna ben 11 minuti di recupero, il Carpi attacca,ma la difesa ospite fa buona guardia. Finisce cosi’ la partita,con un  pareggio,un buon punto, ma rimane il rammarico per aver buttato via 3 punti.

Insufficiente l’arbitro,che ha fischiato a senso unico, sbagliando in diverse occasioni.

Arnaldo Angiolillo

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Italvolley, la profezia di Danesi prima dei Mondiali vinti: “Ci sarà da inseguire e vincere al tie-break”

(Adnkronos) –

Ripubblichiamo l'intervista che il capitano dell'Italvolley Anna Danesi ha rilasciato all'Adnkronos prima di partire per il Mondiale femminile di pallavolo 2025, vinto oggi domenica 7 settembre con l'Italia.

 Anna Danesi suona la carica per l’Italvolley a poche ore dal grande appuntamento. "Per i Mondiali ci sono buone sensazioni. Dopo le Olimpiadi e la Nations League, tutti vogliono un successo e noi siamo le prime. Non ci nascondiamo". Il capitano della Nazionale, 29 anni, ha raccontato all’Adnkronos le sensazioni del gruppo del ct Julio Velasco alla vigilia della rassegna iridata in Thailandia. Un torneo che le azzurre affrontano per confermarsi le migliori, una 'generazione di fenomene' capace di vincere tutto. E ritagliarsi uno spazio un po' più grande nella storia della pallavolo. 
Come si sta da favorite?
 "Ogni competizione è una pagina nuova, tutta da scrivere. Quanto fatto in passato è stato difficile. Non è scontato vincere l’oro alle Olimpiadi e non lo è conquistare due Nations League consecutive. Il Mondiale non sarà una passeggiata, ma siamo cariche".  
La prima foto fissata in alto sul suo profilo Instagram ricorda proprio l’oro di Parigi. Che effetto fa riguardarla un anno dopo?
 "Sono sincera, in questi mesi non ci abbiamo pensato ed è merito di Velasco. Ci ha messo in testa di non farlo, a volte quasi ci dimentichiamo che sia successo. Forse realizzeremo l’impresa tra un po’. L'oro non è una pressione in più, ma ci aiuta. Se siamo riuscite a fare quello, niente è impossibile. Può essere utile tenerlo a mente in qualche momento di difficoltà".  
Come arriva al Mondiale Anna Danesi?
 "L’avvicinamento è stato graduale, diciamo così. Anche perché appena sto ferma un attimo mi sembra di perdere tutto, di non saper più giocare a pallavolo. Avendo avuto un paio di settimane libere, ci ho messo un po’ a entrare nella mia condizione e adesso spero di arrivare al 7 settembre (il giorno della finale) al top. Il meglio deve ancora venire".  
Sente la responsabilità di essere il capitano di una squadra da sogno?
 "È un ruolo importante. La difficoltà del Mondiale starà nel far capire alle mie compagne l’importanza di partire subito forte, senza lasciare set indietro. Dovremo essere brave a imporci a modo nostro fin dai primi turni, anche contro squadre meno forti. Senza abbassare la guardia. Come a dire ‘Noi ci siamo, qui non lasciamo nulla’. Il segreto sarà pensare punto dopo punto, come a Parigi un anno fa. Allo stesso tempo, dovremo capire di essere comunque in una manifestazione importante. Capiterà di inseguire, vincere al tiebreak o perdere qualche set".  
Cos’ha pensato quando Velasco le ha dato la fascia da capitano?
 "Che era un pazzo. Non lo conoscevo ancora bene, ma sono contenta. Forse aveva visto in me qualcosa che andava oltre il mio atteggiamento in campo. Di solito sono molto tranquilla".  
A proposito del ct, cos’è cambiato con la sua gestione?
 "Ci ha tolto diverse responsabilità e rese consapevoli della nostra forza. Il consiglio vincente? 'Tenete fuori tutte le cose uscite sul gruppo e che in passato hanno creato problemi’. Ha funzionato, l’importante ora è stare bene in campo. Poi sa spronarci, porta a pensare partita per partita, un pallone alla volta. Può sembrare banale, ma le cose semplici sono le più complicate. Julio è bravo a tirare sempre fuori una delle sue chicche al momento giusto".  
Ci faccia un esempio.
 "Proprio in uno degli ultimi allenamenti, ci ha detto che noi donne pensiamo in maniera eccessiva agli errori, diamo troppa importanza alle cose sbagliate e non dovremmo perché c’è ogni volta la possibilità di riscattarsi. Ecco, un paio di minuti dopo io e Myriam (Silla) abbiamo sbagliato una giocata e i nostri sguardi si sono incrociati, come a dire: ‘Abbiamo sbagliato di nuovo, che pa…’. Poi abbiamo cominciato a ridere: ‘Per fortuna che ci ha appena detto di non dar peso agli errori’. In questo è un allenatore eccezionale, trasmette serenità".  
Dopo due lauree in Scienze motorie e in Scienze dell'alimentazione, qualche giorno fa è arrivata la terza in Psicologia. Come si fa a portare avanti un percorso di questo tipo accanto a una carriera sportiva di alto livello?
 "Le prime erano state più piacevoli, stavolta non ce la facevo più. Avrei voluto chiudere tutto e andarmene. Diciamo che ho continuato a studiare anche per la mia famiglia, i miei genitori hanno grande considerazione del percorso extrasportivo ed è un aspetto importante. Noi giocatrici ci alleniamo tanto, ma abbiamo anche molto tempo libero ed è giusto riempirlo con attività formative. E poi, negli anni lo studio è diventato abitudine. I libri mi hanno aiutata a staccare il cervello dalla pallavolo".  
E adesso?
 "Al momento non è prevista una quarta laurea". E se la ride. "Forse farò solo qualche altro corso. Mi servivano dei crediti per insegnare educazione fisica nelle scuole e adesso siamo a posto. Può essere un’idea per il futuro".  
Anna Danesi è una giocatrice cult soprattutto per i suoi muri. Il più bello deve ancora venire?
 "Spero di sì. Sui social gira dall’anno scorso un video della finale olimpica, in cui muro una pipe. Mi è spuntato nel feed di Instagram pochi giorni fa e ammetto di averlo rivisto forse una cinquantina di volte. Sono momenti indimenticabili". In Thailandia magari ne arriverà un altro. Da salvare e riguardare. (di Michele Antonelli) —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Armani, Milano si inchina a ‘Re’ Giorgio: “Immortale come gli dei”

(Adnkronos) – Un silenzio denso, rotto solo dal fruscio dei passi lungo il corridoio grigio. La camera ardente di Giorgio Armani, allestita nell’Armani Teatro di via Bergognone, è stata un’esperienza sensoriale prima ancora che un luogo di commiato: buia, avvolta nell’odore ipnotico del Bois d’Encens, il profumo che lo stilista amava di più, e illuminata da un tappeto di lanterne beige che hanno reso ogni gesto solenne, quasi sospeso.  Per due giorni tutta Milano si è messa in fila per l’ultimo saluto al ‘Re’ della moda: 16mila persone in totale, dai dipendenti del gruppo a cittadini comuni, da attori e sportivi fino a politici e colleghi di passerella (pochi, sorprendentemente pochi). Sin dall’alba, le code hanno occupato via Bergognone in un abbraccio corale, più fitto nella seconda giornata che nella prima, fino alla chiusura puntuale delle porte alle 18.  Accanto alla folla, nella seconda giornata di camera ardente il mondo dello spettacolo e dello sport ha reso omaggio: Enrico Lo Verso, che ha ricordato lo sguardo “che fermava il tempo” dello stilista, Stefano Accorsi, lo ha definito “incapace di invecchiare”, e una commossa Antonia Dell’Atte, musa e modella storica di Armani, lo ha chiamato “padre” e “immortale come gli dei”. Afef Jnifen, commossa, ha scelto il silenzio. I tennisti Fabio Fognini e Flavia Pennetta hanno ricordato la loro campagna EA7 e un consiglio scherzoso sulla barba di lui. La pluricampionessa olimpica Federica Pellegrini ha parlato delle “rose bianche di Armani” che l’hanno accompagnata in giro per il mondo per tanti anni e di un binomio, quello tra sport e moda, che lo stilista ha anticipato.  A varcare l’ingresso del 59 di via Bergognone anche Laura Lusuardi di Max Mara, il pianista Ludovico Einaudi, le cui note hanno risuonato all’interno della camera ardente. E poi gli stilisti Antonio Riva, i gemelli Dean e Dan Caten di Dsquared2, il designer Neil Barrett, Enzo Iannone di Ferrari e Andrea Incontri, l’ex premier Matteo Renzi e la ministra dell’Università Anna Maria Bernini. Ma anche la nipote Silvana Armani, l’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli e la moglie giornalista Barbara Palombelli, nonché l’europarlamentare del Pd, Giorgio Gori e la moglie Cristina Parodi. Non sono mancate le attrici Margherita Buy e Isabella Ferrari, il volto tv Alessandro Cattelan, il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis con la moglie, il campione dei Mondiali ‘82, Marco Tardelli e la compagna Myrta Merlino, e l’ex calciatore Paolo Maldini con la moglie. Tra i più toccanti, l’arrivo di Santo Versace, che all’uscita ha abbracciato a lungo la direttrice globale della comunicazione Armani Anoushka Borghesi, senza rilasciare dichiarazioni. Ieri anche sua sorella Donatella si è commossa portando un mazzo di orchidee.  In mezzo ai libri delle firme, due tavoli stracolmi di fiori bianchi e le corone inviate da Roberto Benigni e Nicoletta Braschi, dall’Olimpia Milano, dalla principessa di Thailandia e dalla Juventus hanno raccontato un tributo che va oltre i confini della moda. L’assenza più rumorosa? Quella dei grandi colleghi stilisti: in pochi si sono presentati, un dettaglio che molti hanno notato e commentato sottovoce. Domani, a Rivalta di Gazzola, nel Piacentino, nella piccola chiesa di San Martino incastonata nel borgo medievale accanto al Castello, si terranno i funerali in forma strettamente privata. Milano e Piacenza saranno in lutto cittadino.  E mentre il sindaco di Milano, Beppe Sala, annuncia la volontà di iscrivere il suo nome al Famedio, Armani riposerà nella cappella di famiglia, accanto ai genitori Maria e Ugo e al fratello Sergio. L’odore di incenso, il buio e le lanterne resteranno nella memoria come l’ultimo grande atto scenico del maestro: un congedo sobrio ed elegante, esattamente come la sua moda. (di Federica Mochi) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Europei basket, Italia-Slovenia 77-84 e azzurri eliminati agli ottavi

(Adnkronos) – L'Italia eliminata dagli Europei di basket 2025. Gli azzurri negli ottavi di finale vengono sconfitti 84-77 dalla Slovenia della superstar dei Lakers Luka Doncic che mette a segno 42 punti con 10 rimbalzi. Gli azzurri vanno sotto anche di 19 punti, recuperano fino a -3 ma poi nel finale non riescono a coronare la rimonta. All'Italia non bastano i 22 punti di Fontecchio, i 12 di Niang e i 10 di Gallinari. La Slovenia va avanti e affronterà nei quarti la Germania campione del mondo in carica. Nella stessa parte del tabellone clamorosa sconfitta della Francia contro la Georgia. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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