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Cade in Francia il governo Bayrou. Il Primo Ministro è stato sfiduciato a larga maggioranza con 364 deputati dell'Assemblea Nazionale che hanno votato contro di lui. A favore hanno votato 194 parlamentari. Quindici gli astenuti. Il presidente francese "Emmanuel Macron ha preso atto" del risultato del voto ai sensi dell'articolo 49-1 della Costituzione" e ha fatto sapere con un comunicato che "riceverà il primo ministro François Bayrou per accettare le dimissioni del suo governo", dopo meno di nove mesi di mandato. Il suo successore sarà nominato "nei prossimi giorni".
"Avete il potere di rovesciare il governo", ma non "di cancellare la realtà": il "peso" del debito è diventato "insopportabile" e rappresenta una minaccia "mortale" per la nazione, aveva dichiarato Bayrou aprendo il suo intervento davanti all'Assemblea nazionale. "C'è quindi un solo modo per il nostro Paese di uscire da questa situazione oggi", ha aggiunto il Primo Ministro, citando il Generale de Gaulle e l'ex Primo Ministro socialista, Pierre Mendès-France. "L'unione delle forze che annunciano che uniranno i propri voti per far cadere il governo è il caos che si prepara per la Francia – ha avvertito – Ciò che conta qui è la coscienza personale di ciascuno". Bayrou ha confermando la scelta fatta di chiamare il voto di fiducia sulla legge di bilancio: "Questa prova di verità, con il consenso del presidente della Repubblica, l'ho voluta". "Il rischio maggiore consisteva nel non prenderne alcuno, di fare politica come sempre", ha aggiunto, citando "la questione storica" dell'indebitamento dello stato. "La Francia – ha ricordato – non ha un bilancio in pareggio da 51 anni". "Spendiamo senza mai voltarci a guardare indietro", ha lamentato, per poi mettere in guardia: "Siamo in pericolo di vita". Bayrou torna sulla metafora marittima per parlare del debito pubblico della Francia: "Mi viene detto, 'vuole correre troppo, la barca è ancora a galla, non dobbiamo disturbare i passeggeri e l'equipaggio'", ha affermato. "Ma se vogliamo salvare la nave, dobbiamo agire senza indugio. Ciò richiede solo la mobilitazione di tutti e uno sforzo moderato da parte di ciascuno, a patto che si agisca in tempo", esorta il capo del governo. "La sottomissione al debito è come la sottomissione attraverso la forza militare. Sottomessi dalle armi, o sottomessi dai nostri creditori a causa di un debito che ci opprime, in entrambi i casi perdiamo la nostra libertà". "Bayrou è caduto. Vittoria e respiro di sollievo del popolo. Macron ora è in prima linea di fronte al popolo. Anche lui deve partire".,, afferma il leader del partito di estrema sinistra La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon. "Il signor Bayrou voleva l'ora della verità, credo che ce l'abbia": le parole di Mathilde Panot, capogruppo di La France Insoumise. "Già domani – ha poi annunciato – il nostro movimento depositerà una mozione di destituzione contro Emmanuel Macron". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Francia, cade il governo Bayrou. Macron: “Nomina successore nei prossimi giorni”
Sinner cittadino onorario di Torino per le Atp Finals. Il sindaco Lo Russo: “Spirito sabaudo”
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Jannik Sinner cittadino onorario di Torino. La notizia arriva dopo la finale persa dall'azzurro agli Us Open, in seguito al consiglio comunale di oggi, lunedì 8 settembre, nel capoluogo piemontese. La mozione speciale, presentata direttamente dal sindaco Stefano Lo Russo, è stata votata all'unanimità con 24 pareri favorevoli. Sinner tornerà dunque con un nuovo 'titolo' alle Atp Finals, ancora ospitate dalla città (e in programma quest'anno dal 9 al 16 novembre). Il primo cittadino ha spiegato così la decisione: "Vogliamo celebrare il legame profondo tra Jannik e la nostra città, che in questi anni ha avuto l’onore di assistere alle sue imprese alle Atp Finals. Torino le ha ospitate dimostrando di essere casa ideale per il grande tennis mondiale". E ancora: "Un modello virtuoso per i giovani nell’esempio comportamentale e uno stile dallo spirito sabaudo". —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Qual. Mondiali, Israele-Italia 4-5: Tonali firma il successo azzurro in extremis
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L'Italia batte Israele a Debrecen oggi, lunedì 8 settembre, al termine di una partita pazzesca. In Ungheria, gli Azzurri si impongono in campo neutro con un 5-4 in pieno recupero. Apre i giochi un'autorete di Locatelli, poi pareggia Kean a fine primo tempo. In avvio di ripresa Peretz porta avanti la squadra di Ben Shimon, ma Kean pareggia seduta stante e rimette tutto in equilibrio al 54'. I ragazzi di Gattuso si riprendono, iniziano a giocare come sanno e trovano un uno-due micidiale con Politano e il solito Jack Raspadori, a segno pochi secondi dopo essere entrato in campo (81'). Sul 4-2, però, l'Italia si rilassa e Israele si fa sotto. All'87' l'autorete di Bastoni, poi il gol di Peretz per il 4-4 al 90'. Finita qui? Per niente. Alla prima palla utile, Tonali buca Peretz e chiude i giochi. Tre punti d'oro per l'Italia, al termine di 97 minuti folli. Che fatica per Gattuso. Al termine della partita, il ct Gattuso ha commentato così la vittoria ai microfoni Rai: "Oggi la gamba non è stata brillantissima, ma ci sta. Alla seconda partita è sempre così, ma c'è da migliorare. Siamo dei pazzi, abbiamo preso dei gol assurdi ma ci teniamo la vittoria. Siamo troppo fragili, concediamo gol troppo facilmente". Gattuso ha poi aggiunto: "Merito alla reazione della squadra, ma non si possono concedere gol facili come oggi. Io e il mio staff dobbiamo migliorare, non critico i miei giocatori. Anche se non è stata una grandissima giornata, c'è stata voglia di reagire e questo è importante".
L'Italia tornerà in campo l'11 ottobre a Tallinn, contro l'Estonia. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Mps conquista Mediobanca: adesioni oltre il 62%
(Adnkronos) – Piazza Salimbeni si è presa Piazzetta Cuccia: Mps ha conquistato il controllo di diritto su Mediobanca, con un numero di adesioni pari al 62,29% del capitale, superando la soglia del 50%. Non è più solo primo azionista, è dominus: adesso non resta che attendere, con la riapertura del periodo di offerta previsto tra il 16 e il 22 settembre questa percentuale potrebbe salire ulteriormente e magari raggiungere quel 66,7%, numero da cerchiare in rosso perché permetterebbe di procedere alla fusione attraverso un'assemblea straordinaria. "Con questa operazione si dà vita a una nuova forza competitiva tra leader nel settore bancario italiano, con un'ampia e diversificata gamma di prodotti e servizi a beneficio delle famiglie, delle imprese e dei territori", commenta in una nota Mps. Dopo venti anni sta per volgere al termine l'era di Alberto Nagel, il capitano di Piazzetta Cuccia. Secondo il Financial Times l'intero consiglio di amministrazione di Mediobanca ha intenzione di dimettersi durante una riunione in calendario il prossimo 18 settembre, anche se l'addio verrebbe formalizzato solo dopo la designazione del nuovo management. Ma a quanto apprende Adnkronos da voci raccolte in ambienti finanziari lo scenario potrebbe evolvere rapidamente, questione di giorni: con dimissioni magari formalizzate già dopo la fine del periodo di riapertura. Si tratta di ipotesi, per ora lo scenario è mutevole. Quello che è certo è che il Monte dovrà mettere a punto la nuova governance e già ci si chiedono due cose: chi sarà il nuovo numero uno e cosa cambierà. "E' sicuramente la fine di in epoca ma, a costo di essere un po’ controcorrente, non mi aspetto degli sconvolgimenti clamorosi", spiega all'Adnkronos Michele Calcaterra, professore di Finance Corporate all'Università Bocconi. "La governance è ovviamente un “mondo nuovo” ma il posizionamento industriale della nuova entità mi aspetto che sia una somma efficiente di quanto erano i gruppi di provenienza", sottolinea. "Quindi non una razionalizzazione tipica di quelle che avvengono nei processi di concentrazione industriale ma piuttosto un posizionamento più efficiente lungo tutta la filiera dei servizi finanziari, da quelli tipici delle banche commerciali fino a quelli più propriamente riferiti all’invesent banking". (di Andrea Persili) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Eredità Agnelli, procura: si alla messa alla prova per John Elkann
(Adnkronos) – A conclusione delle indagini preliminari sull’eredità di Marella Caracciolo, vedova dell’avvocato Giovanni Agnelli scomparsa nel febbraio 2019, la procura di Torino ha espresso parere favorevole alla richiesta presentata da John Elkann di sospensione del procedimento con messa alla prova. Lo comunica una nota a firma del procuratore Giovanni Bombardieri. Il procedimento coinvolge, oltre a John Elkann, i suoi due fratelli, Lapo e Ginevra Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero, il notaio svizzero Robert Urs Von Gruningen e il notaio Remo Morone. La procura ha avanzato richiesta di archiviazione integrale per Lapo e Ginevra Elkann e per il notaio svizzero per i reati loro contestati e la richiesta di archiviazione parziale per dichiarazione infedele, limitatamente a due annualità per John Elkann e Gianluca Ferrero. Inoltre, ha espresso parere favorevole alla richiesta di applicazione, pena presentata dal commercialista Ferrero e ha notificato l’avviso di conclusione indagine al notaio Morone. I pareri favorevoli espressi dalla procura, si legge in una nota, “sono conseguenti ai versamenti effettuati all’Erario a cura degli indagati per circa 183 milioni di euro, sulla base – si sottolinea – dei processi verbale di constatazione notificati dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Torino, somma che estingue integralmente il debito tributario, comprensivo di sanzioni ed interessi”. I reati contestati a tutti gli indagati, ad eccezione del notaio Morone, sono di dichiarazione infedele, truffa ai danni dello Stato e per i soli Ferrero e Morone di falso in atto pubblico. "Le determinazioni dei pubblici ministeri, anche alla luce della definizione complessiva con l’Agenzia delle Entrate delle possibili controversie attinenti agli oneri tributari potenzialmente gravanti sui fratelli in qualità di eredi di Donna Marella Agnelli, aprono la possibilità di concludere con celerità e definitivamente una vicenda dolorosa, evitando ulteriori conseguenze sul piano personale e familiare”, commenta in una nota Paolo Siniscalchi, legale dei fratelli Elkann. “La richiesta di John Elkann di messa alla prova si colloca in questo quadro e non comporta, come del resto la definizione con il fisco, alcuna ammissione di responsabilità – prosegue il legale – se tale proposta sarà accolta il procedimento a suo carico sarà sospeso e all’esito positivo della prova si concluderà con una sentenza di estinzione di tutti i reati per i quali John Elkann è attualmente indagato, risultato analogo a quello relativo alle posizioni dei suoi fratelli Ginevra e Lapo, per i quali è stata chiesta l’archiviazione”. “Sul tema della residenza di Marella Agnelli, sempre nello spirito di leale confronto tecnico che ha caratterizzato il rapporto con i pubblici ministeri, va sottolineato che Donna Marella era residente all’estero sin dagli anni Settanta e tale scelta non è mutata negli ultimi anni di vita, quelli oggetto di indagine, condizionati dall’aggravamento delle sue condizioni di salute”, conclude l’avvocato Siniscalchi precisando che “in attesa delle deliberazioni del giudice, non saranno rilasciati ulteriori commenti sul procedimento in corso”. Dalla conclusione delle indagini preliminari della procura di Torino sull’eredità Agnelli “risulta confermata, tanto in sede tributaria, quanto in quella penale, la gravità delle condotte illecite poste in essere anche a danno di Margherita Agnelli, con rilevanti ripercussioni sui procedimenti civili pendenti in Italia e in Svizzera”, affermano in una nota, i legali di Margherita Agnelli per i quali emerge “una inequivocabile ammissione di responsabilità e acquiescenza rispetto ai fatti contestati, evidentemente nella consapevolezza di John Elkann e di Gianluca Ferrero dell’insussistenza dei presupposti per ottenere una sentenza assolutoria”. “I giudici del procedimento civile di Torino, in particolare acquisiscono oggi un’ulteriore e inequivoca conferma non solo dell’esistenza del piano fraudolento ideato ed attuato ai danni di Margherita Agnelli sin da dopo la morte del padre, ma anche del fatto che Marella Caracciolo avesse la propria residenza effettiva in Italia e che la sua eredità debba essere regolata dalle leggi successorie, oltreché fiscali, italiane. Leggi volte anche ad assicurare un equo trattamento di tutti i figli di Margherita Agnelli e a determinare la modifica radicale degli assetti proprietari della Dicembre”, concludono nella nota i legali di Margherita. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Calabria, Lucano incandidabile ed escluso da liste Avs: “C’è una regia politica dietro”
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Mimmo Lucano, al momento, non potrà presentarsi alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria. A decidere di depennare dalle liste di Avs l'europarlamentare e sindaco di Riace le commissioni elettorale dei Tribunali di Reggio Calabria e Costanza, che lo hanno dichiarato incandidabile. A pesare la legge Severino, quindi la condanna a 18 mesi per falso nel processo 'Xenia'. "Io non ho intenzione di fare polemiche, o dichiarazioni per alimentare discussioni. Però mi sembra che ci sia come un filo conduttore che parte dalla questione penale, arriva alla decadenza da sindaco, e da ultimo arriva fino alla mia esclusione dalle liste. C'è una regia politica dietro questa cosa", così Mimmo Lucano, interpellato dall'Adnkronos.
I legali di Lucano hanno presentato ricorso alle Corti d'appello di Reggio Calabria e Catanzaro chiedendone il reinserimento nella lista. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Investe e uccide pedone, scarcerato il poliziotto Giusto Chiacchio
(Adnkronos) – Torna libero Giusto Chiacchio, il poliziotto di 26 anni accusato di omicidio stradale per aver investito e ucciso Matteo Barone, 25 anni, che stava attraversando sulle strisce in via Porpora, a Milani, lo scorso sabato 6 settembre. Il giudice di Milano Roberto Crepaldi ha dopo la convalida dell'arresto in flagranza, ha disposto la scarcerazione per il poliziotto che è stato interrogato questa mattina presso il carcere di Bollate. L'agente, libero dal servizio, era risultato positivo all’alcoltest sebbene già sottoposto da tempo, in via amministrativa, a sorveglianza sanitaria per una precedente "intossicazione etilica". "Non vi è dubbio che si tratti di un fatto grave" che ha determinato la morte di un giovane ragazzo, ma per Giusto Chiacchi il carcere non è la misura idonea: è sufficiente la sospensione della patente, ha stabilito il gip Per il giovane in divisa, per il quale la procura aveva chiesto la convalida dell'arresto e la custodia in carcere per il pericolo di reiterazione (escluso dal giudice) la patente resta sospesa. "Se si considera che l’indagato – al netto della sua appartenenza alle forze dell'ordine – è soggetto incensurato, ha tenuto un contegno ampiamente collaborativo in sede di udienza di convalida e che in conseguenza del sinistro si provvederà indefettibilmente alla sospensione della patente di guida, appare evidenza l’insussistenza di qualsiasi pericolo di reiterazione di condotte analoghe" scrive il giudice. L'indagato che ha ammesso l'investimento avvenuto sulle strisce pedonali in via Porpora, all'altezza del civico 157, – ha parlato di una velocità compresa tra i 50 e gli 80 chilometri l'ora – "ha dimostrato nell’interrogatorio di convalida una scarsa dose di empatia nei confronti della vittima", ma i profili di colpa non sono allo stato tali "né da destare particolare allarme sulla personalità del reo: la velocità era certamente eccessiva ma non può essere attualmente stimata come condotta particolarmente spregiudicata; lo stato di intossicazione (ebrezza alcolica di 0,60 g/l) era certamente modesto; non vi sono, allo stato e in attesa di eventuali approfondimenti investigativi, altri addebiti possibili di colpa" scrive il giudice nel suo provvedimento. Anche essersi allontanato dal pronto soccorso, dopo l'incidente avvenuto all'alba di sabato 6 settembre, non è un elemento – a dire del gip Crepaldi – che sostiene il rischio di reiterazione del reato su cui puntava invece la Procura rappresentata dal pm Maurizio Ascione. Il ritratto dell'indagato è quello di un poliziotto che non ha problemi di abusi, un precedente legato all'eccesso di alcol risale a quasi due anni fa "ed è completamente aspecifico rispetto al pericolo di ulteriori condotte di guida pericolose". Chiacchio, assistito dall'avvocato Giuseppe Maria De Lalla, "è soggetto incensurato, ha tenuto un contegno ampiamente collaborativo in sede di udienza di convalida e che in conseguenza del sinistro si provvederà indefettibilmente alla sospensione della patente di guida, appare evidenza l’insussistenza di qualsiasi pericolo di reiterazione di condotte analoghe". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Food: tra gusto e conoscenza migliaia di visitatori al Bufala Fest a Napoli
(Adnkronos) – Gusto, sana aggregazione, conoscenza e integrazione tra le filiere bufalina, ittica e agroalimentare. Si è conclusa ieri, domenica 7 settembre, la nona edizione di 'Bufala Fest – non solo mozzarella', svoltasi a Napoli, nella centralissima Piazza Municipio. Nel corso dell’ultima giornata, grazie al supporto dell’associazione culturale 'Giardino delle Idee', presieduta da Daniela Di Prisco, nel segno di un ponte simbolico tra due metropoli globali, si è tenuto il talk sul tema "Napoli & New York: due metropoli unite dall'Arte di attrarre il mondo", nel corso del quale sono intervenuti: Bill De Blasio, già sindaco di New York City; Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli; Leonardo Massa, vice president di Msc Crociere. L’incontro è stato moderato da Fabio Paluccio, giornalista di Adnkronos. "Bufala Fest – dichiara Antonio Rea, direttore organizzativo di Bufala Fest – è un format consolidato che valorizza l'intera filiera bufalina, trasformandola in un'opportunità di sviluppo per il territorio. Anche per questa nona edizione, abbiamo affiancato alle degustazioni dei nostri artisti del gusto approfondimenti su temi di valore come la conoscenza alimentare e l’integrazione della filiera bufalina con quella ittica. Vedere un pubblico di tutte le età partecipare con entusiasmo e compostezza è la conferma che abbiamo trovato la formula giusta, capace di unire gusto, cultura e promozione territoriale. La presenza di Bill De Blasio consacra l'unione tra due grandi città che, pur con identità diverse, condividono una straordinaria capacità di attrarre il mondo attraverso la cultura, l'arte e la gastronomia, celebrando un legame che trasforma il cibo in un linguaggio universale di dialogo e accoglienza". “A New York – ha affermato Bill De Blasio – tutto rimanda a Napoli e alla Campania quando si parla di food e di eccellenze enogastronomiche. Bufala Fest è un evento di successo che punta alla promozione e alla valorizzazione delle tipicità di questa magnifica terra e sarebbe sicuramente replicabile anche nella città di New York”. “Napoli e New York – ha aggiunto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi- sono unite da un ponte ideale fatto di storia, cultura e tradizioni, che i nostri avi hanno costruito un secolo e mezzo fa, salutando la statua di San Gennaro del vecchio Molo San Vincenzo, prima di imbarcarsi su una nave per emigrare in America, con i loro sogni e le loro speranze”. “Ci emoziona non poco -ha dichiarato Leonardo Massa, vice president Southern Europe della divisione Crociere del Gruppo Msc – ricordare che le navi che accompagnavano i nostri avi che emigravano oltreoceano, in cerca di fortuna, siano il principale elemento di congiunzione che da oltre un secolo unisce Napoli e New York, visto che come Msc Crociere, sulle nostre navi imbarchiamo quotidianamente migliaia di turisti italiani e americani ovunque nel mondo”. E Casa Coldiretti ha aperto le sue porte ai visitatori del Bufala Fest, regalando cinque giorni ricchi di attività, avvicinando nel migliore dei modi gli appassionati di eccellenze agroalimentare al mondo del chilometro zero e delle piccole produzioni e qualificando ulteriormente l’evento con la visita del presidente nazionale Ettore Prandini. All’insegna del valore della conoscenze, Coldiretti Campania ha distribuito a bambini e famiglie il Vademecum della nutrizione mediterranea curato dalla nutrizionista Francesca Marino e dal giornalista Roberto Esse. Nel corso delle cinque giornate di Bufala Fest, grande partecipazione per la lavorazione dal vivo del Provolone del Monaco Dop, altra eccellenza casearia della Campania. Spazio alla neonata collaborazione con l’Onaf Napoli che ha raccontato attraversi brevi corsi e momenti degustativi il meglio delle piccole produzioni dei casari della regione e alla lavorazione dal vivo dell’oro bianco: sua maestà la mozzarella di bufala Campana Dop. Da segnalare come, anche quest’anno, per tutta la durata della manifestazione, migliaia di visitatori hanno raggiunto il villaggio allestito in Piazza Municipio, senza causare alcuna criticità alla circolazione e al traffico veicolare della città di Napoli. Un segnale che il dispositivo messo in campo dal Comune di Napoli e l’iniziativa park & go di ANm hanno funzionato durante tutto l’evento, grazie anche alla centralità della location per i trasporti pubblici di Napoli, a due passi dalla Linea 1 e della Linea 6 della metropolitana e vicini alle funicolari Centrale e di Montesanto e alla stazione di Linea 2 e Cumana. 'Bufala Fest – non solo mozzarella' è stato organizzato in collaborazione con l'associazione 'Giardino delle Idee', con Coldiretti Campania e con il consorzio di tutela della mozzarella di Bufala Campana Dop, con il patrocinio della Regione Campania, del Comune di Napoli e della Città Metropolitana di Napoli ed è un'attività co-finanziata nell’ambito del Pn Feampa 21-27 – os 2.2 azione 4 intervento 2, il programma nazionale del fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura che affronta tre sfide fondamentali per accompagnare l’evoluzione dei settori della pesca e dell’acquacoltura entro il 2030: transizione verde, transizione digitale e resilienza, alle quali si aggiunge l’intento di favorire trasversalmente i processi di innovazione. —lavoro/made-in-italywebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Francia, Darnis (Luiss): “Bayrou ha commesso errore tattico, ma Macron ha molta responsabilità”
(Adnkronos) – In una giornata cruciale per la politica francese, con il premier François Bayrou sfiduciato dall'Assemblée Nationale, Jean-Pierre Darnis, professore di Storia all'Università Luiss e a Nizza, traccia per Adnkronos un quadro complesso che chiama in causa direttamente il presidente Emmanuel Macron. Secondo Darnis, "abbiamo un errore di forma che diventa un errore di fondo, perché Bayrou, annunciando di cuore la fiducia così su un obiettivo globale di politica, quello della riduzione del debito, senza prestarsi alla contrattazione con le varie forze politiche sulla bontà di questo obiettivo e i mezzi per raggiungerlo, ha fatto in qualche modo una specie di 'lascia o raddoppia', che assomiglia parecchio a quello compiuto da Emmanuel Macron nel 2024, quando aveva detto ‘va bene, dobbiamo chiarire e andare alle elezioni’". Per Darnis, la decisione di Bayrou "è stata presa in modo individuale, quindi con una ristrettissima cerchia di consiglieri, ma non ha dato luogo a una contrattazione politica o a degli accordi, e questo ha creato dei dissensi che poi generano un voto contrario". Il professore ricorda che "Macron ha perso la maggioranza relativa nelle elezioni del 2024, poi c’è stato un governo Barnier che ha avuto delle difficoltà, e Bayrou, che era stato scelto come mediatore, non ha mediato. Ha evocato una responsabilità che però nello stile si è rivelata estremamente controproducente".
Il professore attribuisce a Macron "moltissima" responsabilità per l’attuale crisi: "Il presidente francese ha nominato lui questi primi ministri, Bayrou ha voluto essere primo ministro però aveva delle debolezze, Macron l'ha nominato, non ha contribuito neanche Macron alle necessarie aperture ad esempio con la sinistra, rimanendo anche lui molto legato alla sua concezione di politica originaria piuttosto favorevole alle imprese, alla creazione di ricchezza e che quindi toglieva fondi alla ridistribuzione. Ma questo modello non sta funzionando: l'introito fiscale si è abbassato e la spesa si è alzata, il deficit pubblico è esploso e Macron è stato punito alle urne nel 2024. Ha proseguito a difendere la sua politica, mentre certamente tutti dicono che perlomeno ci vorrebbe una specie di forma di compromesso con i Socialisti, ma questo finora non è avvenuto". Guardando ai prossimi giorni, Darnis prevede che "si va probabilmente verso un tentativo di un nuovo governo, anche veloce, perché abbiamo uno spirale di agitazione sociale col movimento ‘Blocchiamo Tutto’ che ha indetto una protesta per dopodomani e uno sciopero generale per la prossima settimana. La soluzione ideale per Macron sarebbe un rimpasto rapido, ma se questa figura non sarà in grado di avere perlomeno una contrattazione con i Socialisti sulla legge di bilancio, allora lì abbiamo un ulteriore segnale di debolezza per Macron".
Quanto alle elezioni anticipate, Darnis è netto: "Tutti sanno che delle elezioni allo stato attuale farebbero veramente un favore elettorale al Rassemblement National, che sull'onda di protesta sarebbe posizionato molto meglio adesso rispetto a prima. Per questo motivo, la maggior parte delle forze politiche cercherà di evitarle". Secondo Darnis, i due scenari più probabili sono "un governo di centro-destra con un appoggio esterno dei socialisti, oppure un governo di centro-centrosinistra con la contrattazione con i Repubblicani che resterebbero fuori ma potrebbero negoziare. Entrambe le soluzioni hanno controindicazioni". Darnis avverte infine che "la pressione politica dell’Assemblée Nationale e quella della piazza spingono a trovare una soluzione, perché altrimenti si va verso un rischio di crisi di regime che potrebbe portare sempre più moderati a chiedere le dimissioni di Macron". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
A Rivalta i funerali di Armani, il parroco: “Sono stati semplici e sobri”
(Adnkronos) – I funerali di Giorgio Armani a Rivalta, nel Piacentino, si sono svolti in un clima di "commozione e gratitudine". A dirlo all'AdnKronos è don Giuseppe Busani, che oggi ha celebrato la funzione, terminata poco dopo le 16 nella chiesetta di San Martino, gremita. Erano una settantina le persone ammesse alla funzione religiosa. Presenti il compagno e braccio destro dello stilista, Leo Dell'Orco, la sorella Rosanna Armani e le nipoti Silvana, Roberta, e Andrea Camerana, con la moglie Alexia e i figli, i collaboratori più stretti, alcuni amici e manager. "È stata una cerimonia come desideravano parenti e collaboratori – spiega il parroco – molto sobria e semplice ma intensa e partecipata da tutte le persone che erano lì e che hanno avuto, nel corso degli anni, un rapporto profondo con lui". La celebrazione è stata soprattutto un momento di preghiera: "Abbiamo ascoltato la parola di Dio, l'abbiamo commentata e abbiamo cantato in coro, in modo che si potesse pregare con il canto in un clima molto commovente ma pieno di gratitudine". Per la funzione don Busani ha scelto una prima lettura tratta dal libro della Genesi, che racconta di come Dio collochi l'uomo in giardino e ne custodisca la bellezza. "E credo proprio che Armani sia stato un maestro in questo – ammette – con il suo stile singolarissimo". E poi un brano dal Vangelo di Giovanni, dove il Signore dice che va a prepararsi un posto in cielo "e quindi abbiamo pregato affinché Armani si trovi a casa lassù in cielo e che trovi il suo posto". Con le sue parole, il sacerdote ha quindi ricordato la sua sensibilità dello stilista "che ha sempre messo le persone al centro". In chiesa tantissimi fiori bianchi, come quelli che nei giorni scorsi hanno riempito la camera ardente allestita all'Armani Teatro in via Bergognone, a Milano. E poi un mazzo di rose bianche è stato adagiato sulla bara, mentre le corone degli amici sono rimaste all'esterno della chiesetta. La salma dello stilista sarà cremata e i resti verranno tumulati nei prossimi giorni nella cappella di famiglia, dove riposano già la mamma Maria, il padre Ugo e il fratello Sergio. L'arrivo del feretro è stato accolto da un applauso da parte di cittadini e curiosi che hanno assistito al via vai di auto da dietro le transenne.
A Piacenza e Milano è stato proclamato il lutto cittadino e i commercianti del centro storico di Piacenza hanno spento le luci delle vetrine in segno di rispetto. Bandiere a mezz'asta, invece, a Palazzo Marino e in tutte le sedi comunali milanesi. L'invito del Comune ai 'concittadini' di Armani e alle "organizzazioni sociali, culturali e produttive milanesi" è stato quello di "esprimere, nelle forme ritenute più opportune, il dolore e l’abbraccio dell’intera città". E mentre a Rivalta di Gazzola si celebravano funerali 'privatissimi', a Milano restava forte l’eco della camera ardente che nel weekend ha accolto oltre 16mila persone. Dipendenti, politici, cantanti, modelle, attori e cittadini hanno sfilato in silenzio all’Armani Teatro, dove vigeva il divieto assoluto di scattare foto o video. Riservatezza e sobrietà erano state le parole d’ordine: ai dipendenti era stato chiesto di non esporre messaggi di cordoglio né omaggi floreali, ritirando quelli lasciati dai passanti. L'unico segno visibile del lutto in via Manzoni, dove si concentrano negozi, ristoranti, la libreria e l’hotel del gruppo, era il messaggio dello stilista sul megastore Emporio Armani: “Il sogno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e per la realtà. È da lì che tutto comincia”. Lo stesso messaggio che campeggiava all'interno della camera ardente e sull'homepage del sito ufficiale del gruppo, accanto alla foto di un Giorgio Armani sorridente in passerella. Nel borgo piacentino, dopo la celebrazione delle esequie, la salma sarà cremata e i resti tumulati nella cappella di famiglia, accanto alla mamma Maria, al padre Ugo e al fratello Sergio. Presenti al funerale il compagno e braccio destro Leo Dell’Orco, la sorella Rosanna, le nipoti Silvana, Roberta e Andrea Camerana con la moglie Alexia e i figli, amici, manager e i collaboratori più stretti, tra cui la direttrice globale della comunicazione Anoushka Borghesi. Tantissimi i fiori bianchi in chiesa, un mazzo di rose adagiato sulla bara, applausi da parte dei cittadini al passaggio del feretro. Milano, la città in cui Armani aveva scelto di vivere sin dall'adolescenza e dove aveva costruito il suo impero, avrebbe aperto volentieri le porte del Famedio, il Pantheon degli illustri, per accoglierne le spoglie. E non è escluso che, anche senza tumulazione, il suo nome venga comunque iscritto tra i grandi milanesi. Intanto Palazzo Marino ha esposto le bandiere a mezz’asta e invitato concittadini e organizzazioni culturali e produttive "a manifestare il proprio cordoglio nelle forme ritenute più opportune". Ma l’addio al 'Re Giorgio' ha acceso anche le polemiche. L’assenza della premier Giorgia Meloni, del vicepremier Antonio Tajani e del ministro del Made in Italy, Adolfo Urso alla camera ardente di Giorgio Armani ha suscitato aspre critiche. Ivan Scalfarotto di Italia Viva ha fatto notare la mancata presenza, mentre il compagno di partito Enrico Borghi ha presentato un’interrogazione parlamentare chiedendo chiarimenti sulla scelta della premier di non partecipare né alla camera ardente né ad altri eventi istituzionali del weekend. Palazzo Chigi ha replicato spiegando che Meloni era in un viaggio a New York "in veste privata", come regalo di compleanno per la figlia Ginevra, a bordo di voli di linea. A sottolineare la pesantezza dell’assenza di Big di governo anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala: "Sono rimasto un po’ stupito anche io", ha commentato. Un addio, dunque, all’insegna della sobrietà e della commozione ma anche di un dibattito acceso sulle presenze mancate. Tra cui tanti, tantissimi colleghi stilisti e imprenditori della moda italiana, che pure a Giorgio Armani devono molto. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)