(Adnkronos) –
Estratta la combinazione vincente del concorso del Superenalotto oggi 16 settembre. Non è stato centrato nessun '6' né '5+1'. Ci sono invece sei '5' che vincono 27.720,75 euro ciascuno. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 52.6 milioni di euro. Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima: – con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro; – con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro; – con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro; – con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro; – con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro. La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi. La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata. E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni. La combinazione vincente del concorso di oggi del Superenalotto: 1, 12, 26, 44, 51, 90. Numero Jolly: 72. Numero SuperStar: 45. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Superenalotto, numeri combinazione vincente oggi 16 settembre
Fedez a La Zanzara, Cruciani: “Chiara Ferragni è nel palazzo”
(Adnkronos) – "C'è un giallo che dobbiamo risolvere…". Fedez è ospite di Giuseppe Cruciani a La Zanzara. Nella sede del Sole 24 ore, a quanto pare, nello stesso momento c'è anche Chiara Ferragni, ex moglie di Fedez. "Oggi è venuta qui la signora Ferragni, mi dicono che ora è salita all'ottavo piano dal direttore…", dice Cruciani al termine della lunga intervista del rapper. "Veramente? Interrompi tutto, vai su con una telecamera, porta su Fedez, vedi se riesci a rimetterli insieme tra le tante belle cose che fa", interviene David Parenzo Nella vita uno non può pensare di rimettersi con l'ex moglie? "Ah, mai dire mai: a te è capitato?" "No…", replica Cruciani. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Torino, prof israeliano sospeso dal rettore del Politenico: aveva difeso Idf durante lezione
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Avrebbe difeso l'Idf durante la lezione al Politecnico di Torino, definendolo "l'esercito più pulito del mondo", e per questo un professore israeliano è stato sospeso. "Appena venuto a conoscenza dell’inaccettabile esternazione, ho disposto, con effetto immediato, l’interruzione del modulo e la sospensione di ogni attività con il docente, che verrà convocato per un chiarimento su quanto avvenuto", ha dichiarato il rettore del Politecnico di Torino, Stefano Corgnati, a proposito delle dichiarazioni fatte dal docente israeliano Pini Zorea. Il professore, proveniente dall’Università di Braude, ha difeso l'Idf nell'ambito della lezione da lui tenuta nell’insegnamento 'Principles of digital image processing and technologies' all’interno del corso di dottorato in Elettrica, Elettronica e delle Telecomunicazioni. Il corso di dottorato è di esclusiva titolarità del Politecnico di Torino, senza alcuna collaborazione con la Braude University, e prevede anche lezioni erogate da ospiti internazionali (guest lecturer): Pini Zorea è quindi un docente in mobilità didattica nell’ambito del programma Erasmus+ dell’Unione Europea. "Il Politecnico, anche attraverso i suoi Organi di Governo – prosegue il rettore – ha da sempre condannato con piena evidenza ogni forma di violenza, ripudiando la guerra ed esprimendo sdegno e riprovazione per il continuo massacro della popolazione civile a Gaza, sollecitando altresì le istituzioni governative e universitarie a impegnarsi fattivamente per raggiungere una situazione di pace. Tale posizione è oggi ancora più forte e risoluta a seguito degli inaccettabili eventi di questi giorni". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Juve, rimonta Champions: 4-4 con Borussia Dortmund, miracolo nel recupero
(Adnkronos) – Juventus pareggia 4-4 con il Borussia Dortmund in un match incredibile oggi 16 settembre a Torino per la prima giornata della Champions League 2025-2026. I bianconeri si salvano con 2 gol in pieno recupero in una gara che regala tutti i gol nella ripresa. I tedeschi passano in vantaggio al 52' con Adeyemi, a segno dal limite dell'area per lo 0-1. Replica bianconera al 63' con un meraviglioso destro a giro di Yildiz. Il Borussia rimette la freccia al 65' con Nmecha, a segno sempre da fuori: 1-2. La Juve ribatte colpo su colpo, il neoentrato Vlahovic va a segno al 67' per il 2-2. Al 74', la retroguardia bianconera fa acqua. Yan Couto buca Di Gregorio sul primo palo, 2-3 e break decisivo. I padroni di casa accusano il colpo, nel finale Bensebaini fa centrosu rigore: 2-4. Nel recupero, c'è spazio per la doppietta personale di Vlahovic: 3-4 al 93'. Tutto finito? No, arriva il miracoloso pareggio al 96'. Gol di Kelly, la Juve si salva al fotofinish. Nel prossimo impegno di Champions League, la Juve affronterà il Villarreal in trasferta il 1° ottobre. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Fedez contro Sinner, secondo round: “E’ monegasco e non paga le tasse”
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"Grandissimo Sinner, è monegasco e non paga le tasse".
Fedez serve la seconda contro Jannik Sinner. Il rapper, nelle barre pubblicate oggi su Instagram, chiama in causa tra gli altri anche il tennista azzurro: "L'italiano ha un nuovo idolo si chiama Jannik Sinner. Purosangue italiano con l'accento di Adolf Hitler". I versi vengono discussi a La Zanzara, dove Fedez è ospite di Giuseppe Cruciani e David Parenzo. "Il rap analizza l'attualità e la realtà che ci circonda. Il verso non è una critica a Sinner, è semmai una critica al fanatismo italiano. Si chiama ironia…", dice l'artista, che venerdì e sabato si esibirà al Forum di Assago in due concerti. "Non è un attacco a Sinner, non lo conosco, non mi interessa. Non seguo… Chi è più ricco? Sinner molto più di me, è anche monegasco e paga molte meno tasse. Grandissimo Sinner, è monegasco e non paga le tasse. E' il numero 1, se potessi lo farei subito", confessa Fedez. "E' anti-italiano vivere a Montecarlo? Se non le paghi le tasse in questo paese, non puoi mettere becco in quello che succede qui. Io mi sentirei meno in diritto di pontificare. A Sinner secondo me non gliene frega nulla di come va l'Italia. E' altoatesino, vive a Monaco…", chiosa. A La Zanzara, Fedez affronta anche altri temi. Nell'ultima settimana, l'argomento più caldo è l'omicidio di Charlie Kirk. "Le idee di Kirk sono contestabili, ma lui utilizzava come metodo il dibattito, il fondamento della democrazia. Dal punto di vista del metodo era esemplare. Io trovo allucinante che la sinistra abbia fatto finta di nulla su un tema importantissimo, far finta di nulla significa allontanarsi dalla realtà. Chi sta dando la democrazia in mano alle destre è la sinistra. Chi oggi non è aperto al dibattito è rivolto a sinistra, che si sottrae al dibattito perdendo contatto con la realtà e voti", dice il rapper. La sinistra arriverà al governo? "Arriverà anche il turno di Elly Schlein, ma se continuano così non arriverà mai il loro turno…". —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Roma, corteo per Gaza: “Blocchiamo tutto, Palestina libera”
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Bandiere palestinesi e in sottofondo la canzone 'Bella Ciao' nel corteo a sostegno di Gaza che a Roma si è mosso da Piazzale Aldo Moro verso Largo Corrado Ricci. I manifestanti sono usciti dall’università Sapienza al grido 'Blocchiamo tutto, Palestina libera', in testa uno striscione con scritto 'Fermiamo lo stato di Israele'. Tra i presenti anche Moni Ovadia. La mobilitazione è stata organizzata da Global Movement to Gaza, dalle associazioni studentesche e da alcuni gruppi sindacali. “Siamo assolutamente in linea con tutte le comunità palestinesi e i nostri occhi, come abbiamo detto fin dall'inizio, sono sempre puntati su Gaza. Non si può far altro che marciare tutti insieme per dire basta a questo genocidio, dire basta all'occupazione israeliana e a chiedere la chiusura di tutti i rapporti con Israele”, dicono gli organizzatori del corteo. Tra i partecipanti anche la sigla sindacale Usb, con il portavoce Guido Lutrario, che dichiara di essere in piazza perché “c’è stata un’ulteriore escalation e i governi occidentali stanno fermi, in questo modo Israele continua ad agire impunemente. Solo i popoli ora possono fare sentire la loro voce”. Gli attivisti si stanno preparando per lo sciopero del 22 settembre, organizzato dalle sigle Usb e Calp, con lo scopo di “fermare il Paese e impedire un’ulteriore vendita di armi a Israele”, spiega Lutrario. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Bjk Cup, Paolini e Cocciaretto non sbagliano. L’Italia batte la Cina e vola in semifinale
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L'Italia batte 2-0 la Cina oggi, martedì 16 settembre, e vola in semifinale di Billie Jean King Cup. A Shenzhen, dopo il successo di Elisabetta Cocciaretto su Yue Yuan, Jasmine Paolini, numero 8 del ranking Wta, supera Xinyu Wang (numero 34 del ranking Wta) con il punteggio di 4-6, 7-6 (7-4), 6-4 in due ore e 53 minuti. L'Italia aspetta in semifinale la vincente tra Spagna e Ucraina. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Blitz proPal all’università di Pisa, parla il prof aggredito: “Spintoni e libro strappato, poi un pugno”
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"È stata un'aggressione che non ho nessun problema a definire fascista, perché è una squadraccia fascista che mi ha interrotto. Hanno strappato il libro, mi hanno tolto il microfono, mi hanno spintonato via dalla cattedra". È con queste parole che il professor Rino Casella, docente associato di Diritto pubblico comparato all'Università di Pisa, racconta all'Adnkronos quanto accaduto questa mattina al Polo Piagge dell'Ateneo, dove un gruppo di circa 20 giovani attivisti filopalestinesi, riuniti sotto la sigla Studenti per la Palestina di Pisa, ha fatto irruzione in aula interrompendo la prima lezione del suo corso del nuovo anno accademico. L’episodio si è verificato verso le 12:30, di fronte a circa 200 studenti presenti regolarmente alla lezione. "L'università non si può interrompere. Una lezione non si può interrompere. È stato un attacco all’istituzione, non a me. Io rappresento l’università, non Rino Casella", spiega il professore aggredito. Il gruppo – composto in parte da volti noti dell’ateneo e in parte da persone esterne – è entrato nell’aula esponendo una bandiera palestinese e accusando il docente pubblicamente di essere un “sionista”. A sostegno dell’azione, sul profilo Instagram del collettivo “Studenti per la Palestina” sono stati pubblicati video e foto che documentano l’irruzione e attaccano direttamente il docente. Casella spiega di aver cercato di mantenere la calma e di continuare la lezione, ma di essere stato fisicamente bloccato: il microfono gli è stato tolto, il libro di testo – "simbolo del lavoro accademico" – è stato strappato, il quaderno personale, con una bandierina americana stampata, "gettato via con disprezzo". "Io insegno diritto pubblico comparato. Quella bandiera americana era sul mio quaderno perché spiego anche l’ordinamento statunitense. Non è propaganda. È parte del programma", afferma il professore. Nel tentativo di proteggere alcuni studenti che cercavano di riportare la calma togliendo la bandiera, Casella si è frapposto tra loro e gli attivisti, ricevendo un pugno. Dopo l’aggressione, si è recato al pronto soccorso dove gli sono state diagnosticate contusioni con prognosi di sette giorni. Ha poi sporto denuncia presso la questura. Anche alcuni studenti presenti in aula avrebbero subito aggressioni fisiche. "Mi è venuto istintivo, come docente e come persona, frappormi. Ho detto: no alla violenza. Ma non c’è stato modo di ragionare con loro", racconta sempre il docente. Il ministro dell’Università Anna Maria Bernini ha contattato personalmente il docente per esprimere solidarietà, così come il rettore dell’Ateneo e altri rappresentanti istituzionali. Numerosi anche i messaggi di supporto da parte di colleghi, studenti e cittadini comuni. "Mi ha fatto piacere tutta questa solidarietà". Ma l’episodio, "nella sua gravità", apre una riflessione più ampia sulla sicurezza all’interno degli spazi universitari. Spiega Casella: "Stanno saltando anche gli ultimi luoghi in cui la violenza era assolutamente bandita. Dopo gli ospedali, le scuole… anche l’università è diventata terreno di scontro. Non ci sono più zone franche". Casella sottolinea che il dissenso è legittimo, ma mai la violenza. Nonostante in passato fosse stato definito “sionista” da alcuni ambienti attivisti, ribadisce che le sue posizioni personali non giustificano né spiegano quanto accaduto: “Non ho votato le mozioni del mio dipartimento su Israele e Gaza. Non condivido la posizione del rettore su questi temi. Ma questo non conta: oggi sono stato aggredito perché stavo facendo lezione, non per le mie idee". "Se in un altro ateneo un docente dovesse trovarsi nella mia stessa situazione e reagisse, rischierebbe più di un pugno. Serve una risposta netta. Le aule universitarie devono restare luoghi sicuri, per i docenti e soprattutto per gli studenti", conclude Rino Casella. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Trump, il giornalista e la domanda sugli affari: “Stai zitto”
(Adnkronos) – "Silenzio!". Donald Trump zittisce un giornalista australiano, 'colpevole' di aver posto una domanda giudicata inopportuna dal presidente degli Stati Uniti. "E' appropriato che un presidente in carica sia coinvolto in così tante attività imprenditoriali?", la domanda posta a Trump prima della partenza del presidente per il Regno Unito. "I miei figli si occupano degli affari… Da dove viene lei?", replica Trump. "Sono della Australia Broadcasting Corporation", dice il giornalista. "Secondo me, sta danneggiando molto l'Australia in questo momento. L'Australia vuole andare d'accordo con me. Il suo leader verrà presto da me, gli dirò che ha usato un pessimo tono", incalza Trump. Il giornalista prova a ribattere, ma la chiusura del presidente è totale: "Silenzio". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Quando Robert Redford criticò Trump: “Degrada tutto quello tocca, attacchi da dittatore”
(Adnkronos) – Donald Trump ha avuto parole di ammirazione per Robert Redford, definendolo "un grande" e anche il "più sexy" del cinema americano. Ma il leggendario attore americano, scomparso oggi all'età di 89 anni, negli anni scorsi aveva espresso giudizi molto critici nei confronti del presidente degli Stati Uniti. "Ci troviamo a fare i conti con una crisi che non ho mai pensato di dover affrontare durante la mia vita: attacchi in stile dittatore da parte del presidente Donald Trump contro tutto quello che l'America difende", scriveva nel 2019, durante il primo mandato del tycoon, riferendosi alla verità, allo stato di diritto, la libertà di stampa e di espressione. In quell'editoriale, pubblicato da Nbcnews, Redford ammetteva però che al momento della prima vittoria elettorale di Trump, aveva pensato che fosse giusto "dargli una chance". Ma poi "quasi all'istante ha iniziato a deludermi e poi ad allarmarmi". In effetti Newsweek oggi rilancia un'intervista che Redford rilasciò a Larry King nel 2015, cioè al momento della discesa in campo del tycoon, in cui l'attore si mostrava possibilista nei suoi confronti: "Sono contento che ci sia, perché visto che è fatto, le cose che dice e come le dice, smuoverà le cose, ne abbiamo molto bisogno, perché sull'altra parte tutto è così noioso e vuoto".
Trump fu ovviamente entusiasta per "le belle parole" sulla sua candidatura, affrettandosi a ringraziare su Twitter Redford che poi però fece precisare a un suo portavoce che queste non indicavano uno suo endorsement per Trump. È sempre del 2019 un altro articolo, questa volta sul Washington Post, con cui Redford attaccava Trump, ma allo stesso tempo la scelta dei democratici di cercare di farlo cadere con l'impeachment invece di puntare agli elettori per liberarsi di lui. "È dolorosamente chiaro che abbiamo un presidente che degrada ogni cosa che tocca, una persona che non capisce, o a cui non importa che il suo dovere è difendere la democrazia", scriveva l'attore famoso per il suo attivismo politico. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)












