mercoledì, Settembre 24, 2025
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Criminalità, SOS Impresa Rete per la Legalità di Campobasso e Isernia: in basso Molise si è vicini al punto di non ritorno

Prima gli avvertimenti alle Case funerarie di Termoli e Larino, poi l’accoltellamento di un addetto alla sicurezza di un’attività turistica, l’occupazione abusiva di ettari di terreno da parte di alcuni imprenditori agricoli nel basso Molise, infine l’abbattimento di filari di viti con la distruzione quasi totale del raccolto a Campomarino. Episodi che si aggiungono alle evidenze inquietanti emerse dall’inchiesta della DDA di Campobasso sull’illecito smaltimento di rifiuti, lo spaccio di droga e le minacce a imprenditori.

Senza dimenticare gli innumerevoli furti d’auto e le aggressioni registrate in questi ultimi mesi: è evidente che Termoli, Campomarino, Petacciato, Montenero di Bisaccia, Guglionesi e l’area a ridosso della costa sono presi di mira come mai prima.

A poche miglia dal Molise, alle Isole Tremiti, la giovane imprenditrice Angela Attanasio ha subito danneggiamenti alla sua flottiglia turistica. Un avvertimento di chiaro stampo mafioso non isolato: prima, nei pressi della sua abitazione, erano stati innescati candelotti di fuochi pirotecnici e all’interno delle piccole imbarcazioni fatti ritrovare pesci morti.

Fatti, ripetuti e allarmanti, che dimostrano una sola cosa: in basso Molise siamo vicini al punto di non ritorno. Questi episodi danno conto dell’interesse di cartelli mafiosi per le attività economiche della zona del Molise più florida e con maggiori prospettive di sviluppo e crescita. Appare verosimile che i clan abbiano scatenato, anche attraverso addentellati locali, un attacco poderoso, con l’obiettivo di impadronirsi del controllo dei settori produttivi, utilizzando l’intimidazione ambientale.

Per questo, Sos Imprese Rete per la Legalità fa appello alle Istituzioni perché la risposta sia all’altezza della gravità della situazione, elevando in modo esponenziale il livello d’attenzione e dispiegando, ora , perché domani potrebbe essere già tardi, tutta la potenza preventiva e repressiva necessaria affinché i molisani possano avvertire concretamente la presenza dello Stato.

Non è più il momento di ragionare in termini di costi e benefici, i molisani hanno il diritto di vivere e produrre in sicurezza. Alla politica oggi tocca uno sforzo consistente ma necessario e obbligato al fianco delle Istituzioni che presidiano la legalità: in Molise bisogna far arrivare rinforzi consistenti per aumentare il personale dei presidi di sicurezza. L’appello in questo caso è rivolto ai parlamentari ma anche ai consiglieri regionali, perché si adoperino con i propri rappresentanti nazionali.

I cittadini e gli imprenditori possono giocare un ruolo cruciale, strategico, agevolando il lavoro degli investigatori con la denuncia perché l’omertà aiuta i criminali e danneggia l’economia legale. Allo stesso tempo, però, chi si espone, chi denuncia, deve essere certo che verrà adeguatamente protetto e informato e che le Istituzioni svolgeranno con solerzia e scrupolosità le investigazioni necessarie a chiarire tutte le sfaccettature della vicenda attenzionata e a mettere fine, con tempestività, ai soprusi denunciati.

Chi decide di denunciare deve infine sapere che potrà rivolgersi ad un’associazione antiracket per essere affiancato e supportato. Le associazioni, come SOS Impresa, possono aiutare le vittime a vincere la solitudine (se si può condividere con altri sospetti e timori ci si sente più sicuri e forti), a fungere da raccordo fra vittime e Istituzioni (l’opera di mediazione infatti può far raggiungere il massimo risultato con la minima esposizione), a garantire una valida prospettiva di sicurezza (grazie alla natura collettiva della denuncia promossa dalle associazioni) e, infine, a curare l’inoltro dell’istanza di accesso al fondo per le vittime di estorsioni e usura, istituito proprio per chi denuncia.

Sos Imprese Rete per la Legalità Campobasso e Isernia

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Il futuro delle consegne? Un robot gigante senza conducente: come è fatto

(Adnkronos) – Robomart, startup con sede a Los Angeles, ha presentato il nuovo RM5, un robot per le consegne a domicilio che porta all’estremo il concetto dei piccoli veicoli da marciapiede. A differenza dei tradizionali dispositivi su ruote capaci di trasportare un singolo ordine, il modello lanciato dall’azienda californiana ha le dimensioni di un minibus e può ospitare fino a 230 chili di carico distribuite in dieci armadietti indipendenti e climatizzati, progettati per servire più clienti in un unico tragitto. Il veicolo è classificato come autonomo di livello 4, quindi non richiede spazio per un conducente e circola a velocità limitata, con un massimo di 40 km/h. Totalmente elettrico, dispone di un’autonomia di circa 180 chilometri e di un peso complessivo di poco superiore alla tonnellata. “Robomart esiste per rendere finalmente sostenibile ed economicamente efficiente la consegna on-demand”, ha dichiarato Emad Suhail Rahim, co-fondatore e chief strategy officer, sottolineando come l’obiettivo sia quello di creare una sorta di “Instacart autonomo”, ma realmente redditizio sia per i retailer sia per i consumatori. Il modello di business prevede un’app proprietaria sullo stile di Uber Eats o Instacart, dove sarà possibile selezionare prodotti da supermercati, ristoranti e negozi convenzionati. Ogni consegna avrà un costo fisso di 3 dollari a ordine, senza maggiorazioni, commissioni o mance, elemento che l’azienda considera chiave per attrarre utenti in un mercato dove gran parte dei servizi di delivery non riesce ancora a generare profitti. Dal punto di vista logistico, RM5 si distingue perché può raccogliere ordini da più rivenditori prima di avviare il giro di distribuzione, con percorsi dinamici e multi-stop ottimizzati dall’intelligenza artificiale. Una volta giunto a destinazione, il cliente utilizza l’app per sbloccare l’armadietto assegnato e ritirare la propria spesa. Secondo Tigran Shahverdyan, co-fondatore e CTO, il robot “può trasportare cinquanta volte più carico rispetto ai piccoli bot da marciapiede o ai droni, evitando i limiti di capacità e di manodopera dei metodi tradizionali”. Robomart non parte da zero: già quattro anni fa aveva sperimentato la formula utilizzando minivan Mercedes modificati per le consegne. Oggi la società vanta collaborazioni con marchi come Ahold Delhaize, Unilever, Mars, Avery Dennison e Yamaha Motors, e ha raccolto finanziamenti da fondi come Hustle Fund, Wasabi Ventures e HAX, per un totale inferiore ai 5 milioni di dollari dalla fondazione nel 2018. Il debutto commerciale è previsto entro la fine dell’anno a Austin, Texas, con l’intenzione di coinvolgere partner locali per testare la scalabilità del servizio.  —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Stellantis Termoli: il tempo è scaduto. Non bastano proroghe, serve un futuro certo

fiom cgil

Dal 1° settembre 2025 al 31 agosto 2026 scatterà un nuovo contratto di solidarietà che coinvolgerà 1.823 lavoratrici e lavoratori dello stabilimento Stellantis di Termoli.
Un altro anno di sacrifici che non risolve nulla. È l’ennesimo tampone che scarica i costi della mancanza di prospettive sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori, riducendo salari, tutele e dignità.

La realtà è sotto gli occhi di tutti:

il GSE è in affanno per il crollo della domanda della Panda;

il GME vive un picco momentaneo, destinato a calare con l’avvio delle produzioni negli stabilimenti americani;

il 16V è fermo da giugno e i lavoratori sono stati spostati sul GME;

il V6 procede senza alcun rilancio;

il nuovo cambio eDCT arriverà solo alla fine del 2026, con la piena produzione rinviata al 2027.

Nel frattempo, si parla di trasferte verso altri siti, prova lampante che Stellantis non ha un vero piano industriale per Termoli. La Gigafactory, annunciata con grande clamore, rimane un’incognita: una promessa non mantenuta che rischia di trasformarsi in una colossale illusione per tutto il territorio.

Le lavoratrici, i lavoratori e l’intera comunità molisana non possono vivere di comunicati e rinvii. È inaccettabile che un polo industriale strategico venga lasciato senza futuro, mentre si chiedono nuovi sacrifici ai dipendenti.

Per questo la FIOM-CGIL denuncia con forza l’assenza di un progetto serio per lo stabilimento di Termoli e chiede al Governo di intervenire immediatamente, convocando un tavolo urgente a Palazzo Chigi.
Non servono altre promesse: servono investimenti concreti, scelte industriali chiare e la garanzia di un futuro occupazionale. Il Molise non può essere cancellato dalla mappa industriale del Paese.

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La vera questione sociale è il caro vita 

Alfredo Magnifico

Il vero problema per le famiglie italiane è il caro vita, l’ aumento dei prezzi, la flessione dei salari, la difficoltà a mantenere uno standard di vita dignitosa.

I dati ufficiali a volta sono in contraddizione con la vita reale, come se si fosse in una realtà parallela,talk e politici enfatizzano il calo dei tassi di inflazione con enfasi trionfalistici della politica economica,ma poi la realtà della vita quotidiana racconta un’altra storia: stipendi da fame, rincari quotidiani dei beni essenziali di consumo, sacrifici enormi per arrivare a fine mese.

Tra teoria e pratica c’è un abisso tra gli indicatori economici e il costo reale della vita, i più devono fare salti mortali per arrivare a fine mese.

La corsa ai rincari,il caro vita non sono solo un problema economico ma una questione di giustizia sociale.

Troppi sono afflitti dalla sopravvivenza e si barcamenano tra rinunce e sacrifici, mentre le famiglie stringono la cinta i grandi gruppi energetici, finanziari e della distribuzione registrano “profitti enormi “.

I costi vengono scaricati sulle famiglie.

e i ricavi si concentrano sui già opulenti ricavi delle compagnie.

L’assenza di regole crea vantaggi ai ricchi e accresce la miseria della povera gente.

Il caro vita incide sul disagio economico,con rinunce, debiti e precarietà che genera sfiducia, rassegnazione e frammentazione sociale, facendo risaltare sfiducia e frammentazione sociale.

Per contrastare il caro vita occorre non solo un intervento economico,ma resilienza e fantasia.

Dietro i rincari fatti senza controlli si annidano cadute di dignità e di giustizia sociale.

Alfredo Magnifico 

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Cina: al via il più grande rivelatore di neutrini per svelare i ‘fantasmi’ dell’universo

(Adnkronos) – La Cina ha segnato una nuova tappa nel campo della fisica delle particelle con l'avvio operativo del Jiangmen Underground Neutrino Observatory (JUNO). Situato a 700 metri di profondità nella provincia meridionale del Guangdong, JUNO è il più grande rilevatore sferico trasparente al mondo, dedicato alla ricerca sui neutrini con una precisione senza precedenti. Dopo oltre un decennio di preparazione e costruzione, secondo quanto riporta l'agenzia stampa cinese Xinhua, l'osservatorio ha completato il riempimento del suo rilevatore con 20.000 tonnellate di scintillatore liquido e ha iniziato a raccogliere dati. Le prime rilevazioni, ottenute durante la fase di prova, hanno confermato che gli indicatori di performance hanno soddisfatto o superato le aspettative di progetto. Questo successo posiziona JUNO come uno strumento fondamentale per rispondere a una delle questioni più importanti della fisica delle particelle: l'ordine di massa dei neutrini. I neutrini, spesso soprannominati "particelle fantasma" per la loro natura elusiva e la rarità con cui interagiscono con la materia, sono tra le particelle fondamentali meno comprese. JUNO li rileverà attraverso deboli lampi di luce generati dalla loro interazione con l'idrogeno all'interno del rilevatore, trasformando questi segnali in dati analizzabili.  

Ricercatori al lavoro in una sala di controllo del Jiangmen Underground Neutrino Observatory (JUNO) a Jiangmen, nella provincia cinese del Guangdong. Crediti immagine Liu Yuexiang/Xinhua

   "Completare il riempimento del rilevatore JUNO e avviare la raccolta dei dati segna una tappa storica. Per la prima volta, abbiamo messo in funzione un rilevatore di questa scala e precisione dedicato ai neutrini. JUNO ci permetterà di rispondere a domande fondamentali sulla natura della materia e dell'universo", ha dichiarato Wang Yifang, portavoce di JUNO e ricercatore presso l'Istituto di Fisica delle Alte Energie (IHEP) dell'Accademia Cinese delle Scienze (CAS) all'agenzia stampa Xinhua. La costruzione di JUNO, proposta nel 2008 e approvata nel 2013, ha rappresentato un'enorme sfida ingegneristica. "Costruire JUNO è stato un percorso di sfide straordinarie", ha affermato Ma Xiaoyan, ingegnere capo di JUNO. "Ha richiesto non solo nuove idee e tecnologie, ma anche anni di pianificazione accurata, test e perseveranza." Al centro della struttura si trova una sfera acrilica di 35,4 metri di diametro che ospita lo scintillatore liquido, supportata da un traliccio in acciaio inossidabile e da oltre 45.000 tubi fotomoltiplicatori. 

Dopo aver completato il riempimento del suo rilevatore con 20.000 tonnellate di scintillatore liquido, il JUNO nel Guangdong ha iniziato a raccogliere dati dopo oltre un decennio di preparazione e costruzione. (Crediti Foto Xinhua/Jin Liwang)

   JUNO è un progetto collaborativo che vede la partecipazione di più di 700 ricercatori provenienti da 74 istituzioni in 17 Paesi e regioni. La comunità internazionale ha giocato un ruolo chiave nello sviluppo del progetto. "Questo risultato storico che annunciamo oggi è anche il risultato di una fruttuosa cooperazione internazionale garantita da molti gruppi di ricerca al di fuori della Cina, che hanno portato a JUNO la loro esperienza acquisita in precedenti configurazioni di scintillatori liquidi", ha spiegato Gioacchino Ranucci, professore dell'Università di Milano e vicedirettore di JUNO. Con una vita operativa prevista fino a 30 anni, JUNO ha il potenziale per diventare un'infrastruttura di ricerca leader a livello mondiale. È stato progettato per indagare la massa assoluta dei neutrini e testare se sono particelle di Majorana, ossia identiche alle proprie antiparticelle. L'osservatorio aprirà nuove finestre per esplorare la fisica sconosciuta, con ricadute significative sulla comprensione della fisica delle particelle, dell'astrofisica e della cosmologia.   Crediti Immagini ( Xinhua/Jin Liwang) —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Spotify introduce i messaggi diretti, come inviarli

(Adnkronos) – Spotify ha annunciato l’arrivo di Messages, una funzione di messaggistica che consente agli utenti di scambiarsi raccomandazioni audio senza dover ricorrere ad applicazioni di terze parti. La novità, disponibile da questa settimana in alcuni mercati selezionati, è accessibile su dispositivi mobili per tutti i profili Free e Premium a partire dai 16 anni. Per utilizzare i messaggi diretti basta toccare l’icona di condivisione mentre si ascolta un brano, un podcast o un audiolibro nella schermata di riproduzione, quindi selezionare un contatto con cui avviare la conversazione. Si potrà inviare contenuti a chi condivide lo stesso piano Spotify o a persone già connesse tramite funzioni collaborative come Jams, Blend e playlist condivise. Tutti i contenuti inviati o ricevuti verranno raccolti in una casella Messages, accessibile dall’icona del profilo in alto a sinistra, così da poterli ritrovare facilmente. La piattaforma sottolinea che i messaggi sono protetti da crittografia “a livello industriale” e che le conversazioni saranno esclusivamente uno a uno, con supporto a testo ed emoji. Gli utenti possono decidere se accettare o rifiutare le richieste, bloccare mittenti indesiderati o disattivare completamente la funzione. Sarà inoltre possibile segnalare contenuti, messaggi o account sospetti: Spotify effettuerà controlli proattivi per individuare materiale illecito o dannoso e passerà in revisione le chat segnalate. Non è ancora chiaro se gli account artistici potranno utilizzare i messaggi per interagire con i fan, ma l’azienda precisa che la novità vuole rendere più immediata la condivisione di contenuti già attiva su Instagram, WhatsApp, TikTok e altre piattaforme, senza sostituirla. Resta il fatto che, con questa funzione disponibile anche per gli utenti free, solitamente soggetti a forti limitazioni, Spotify apre la strada a un’evoluzione più social della propria esperienza di ascolto. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Scuola, blockchain in aula? Colmare gap di competenze per futuro digitale e occupazionale

(Adnkronos) – L'integrazione della blockchain e del Web3 nei programmi di studio tradizionali è sempre più cruciale. Sebbene molti studenti europei abbiano una conoscenza emergente delle criptovalute come Bitcoin, la comprensione della tecnologia alla base, delle applicazioni pratiche e del più ampio ecosistema Web3 è spesso limitata. Ne parla all’Adnkronos Labitalia Vugar Usi Zade, coo di Bitget, società Web3 tra i principali exchange di criptovalute al mondo. "Questa lacuna di conoscenza – afferma – è in gran parte dovuta alla scarsità di risorse educative complete. La maggior parte della formazione sulla blockchain, infatti, è relegata a corsi brevi, università private o diplomi post-laurea. Sono disponibili anche programmi di master accreditati e corsi gratuiti dedicati a questo argomento, ma ciò rimane raro in tutta l'UE”. "La domanda di professionisti con competenze nella tecnologia blockchain – spiega – è in forte crescita. Una recente ricerca di Bitget ha previsto che il settore creerà 500.000 posti di lavoro entro il 2030, con applicazioni che si estenderanno dalla logistica, alla sanità, fino alla finanza. L’istruzione tradizionale fornisce una solida base, ma le competenze specialistiche in aree come sistemi decentralizzati, smart contract e crittografia non sono tipicamente coperte. Incorporando questi argomenti, si potranno preparare gli studenti alle carriere future, aiutandoli a sviluppare un nuovo modo di pensare al business e alla tecnologia".  Al di fuori del mondo professionale, queste tecnologie offrono anche nuovi modi per risparmiare, investire e effettuare transazioni. "Senza sapere come utilizzare questi strumenti – avverte Vugar Usi Zade – le persone rischiano di essere escluse dai sistemi finanziari emergenti che potrebbero offrire un maggiore controllo e nuove opportunità per la creazione di ricchezza". Diventa, inoltre, importante comprendere sia i benefici di questa tecnologia, ma anche i potenziali rischi per la sicurezza: con l'ascesa dell'Ia, strumenti come i deepfake e altre forme di disinformazione rappresentano una minaccia significativa. Per il coo di Bitget "è cruciale, quindi, che gli studenti imparino a capire come valutare criticamente le informazioni e come queste tecnologie possono essere sfruttate per truffe e frodi". Insegnare ai giovani argomenti complessi come la blockchain e gli smart contract richiede approcci pedagogici innovativi e coinvolgenti. "I workshop pratici, ad esempio, consentono agli studenti – racconta – di partecipare attivamente e costruire la loro comprensione attraverso compiti pratici, andando oltre la conoscenza teorica. La gamification è un altro metodo efficace, come si vede nelle iniziative 'Learn2Earn' che premiano gli studenti con token digitali o badge per aver completato moduli educativi, rendendo il processo più interattivo".  "Allo stesso modo, l'apprendimento basato sul gioco trasforma concetti complessi in esperienze divertenti e memorabili. La Bitget Web3 Encyclopedia, con il suo formato A-Z adatto ai principianti e illustrazioni divertenti, esemplifica questo approccio rendendo argomenti come altcoin e zero-knowledge proofs accessibili ai giovani lettori", aggiunge. "Per migliorare la qualità e la rilevanza dell'educazione sulla blockchain, è fondamentale un approccio collaborativo tra le istituzioni. Le partnership tra università e leader del settore possono portare alla co-creazione di corsi e programmi specializzati che affrontano direttamente il gap di competenze nel mondo del lavoro, garantendo che il curriculum rimanga attuale e allineato con le esigenze di un’economia digitale in continua evoluzione" conclude Vugar Usi Zade di Bitget. —lavoro/professionistiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Scuola, fra colori, praticità e benessere dal design un aiuto per il Back to school

(Adnkronos) – L’inizio delle scuole è alle porte e per venire incontro alle esigenze dei più piccoli, le aziende del settore dell’arredo propongono soluzioni per semplificare la vita e trasformare la casa in un luogo dove i bambini possano giocare, studiare e rilassarsi. Dalla cameretta con stile alla zona snack in cucina, le soluzioni sono molteplici e fanno tendenza.  “Potrà sembrare strano ma quando si parla di rientro a scuola – rivela Jessica Fistani, direttrice marketing del brand veneto Arredo3 – anche la cucina può contribuire a rilassare gli animi agitati dei più piccoli che a malincuore devono tornare tra i banchi. Per questo, possono essere utilizzati piani snack e postazioni home office: permettono ai nostri figli di uscire dalla cameretta per rilassarsi e fare un break o lavorare in un altro ambiente. Personalizzabili e disponibili in diversi materiali, si adattano perfettamente ad ogni esigenza garantendo comodità, confort e praticità. Un modo di concepire la gestione di spazi e tempi dei più piccoli confidando che questo li aiuti ad affrontare l’anno scolastico con il giusto spirito”. Per il rifugio dei più piccoli, va di moda anche il trend orientale con abitudini diverse come, ad esempio, le dimensioni che altrove sono più importanti. Ne è la conferma il giovane brand indiano Diviana che immagina una stanza con “arredi caratterizzati da linee pulite, sensazione di equilibrio e attenzione alla qualità", come sottolinea Fabio Miotto, ad of Sales Italia. "La Q Collection – spiega – prevede anche un’originale postazione studio firmata dal designer italiano Marco Corti che si inserisce in camerette decisamente più grandi. In questo contesto, gli arredi sono protagonisti e creatori di momenti indimenticabili. Tutta la bellezza della tradizione indiana fatta di colori, tessuti e ispirazioni ma con il tocco europeo per poter soddisfare il gusto del Vecchio Continente. Un ambiente sofisticato ma semplice allo stesso tempo che trasforma lo spazio in esperienza tattile e di vita". Punta invece su soluzioni capaci di incentivare l’apprendimento, Somma1867, marchio premium del Gruppo Gabel e sinonimo di eccellenza italiana nel mondo del tessile per la casa. “Per il back to school, il Gruppo Gabel – afferma Michele Moltrasio, presidente e ad del Gruppo – ha da sempre creato delle proposte tessili caratterizzate da una scelta di tessuti, sia per il letto che spugna per il bagno, di alta qualità, certificati e rigorosamente prodotti nei nostri stabilimenti in Italia (tutta la filiera produttiva Gabel è certificata Step). Per la nuova stagione Autunno/Inverno stiamo producendo dei designi pensati per i nuovi nati fino al target teen. L’offerta è contraddistinta da colori e stampe divertenti e vivaci sempre studiati per stimolare la curiosità, i sogni dei più piccoli di casa ed accompagnarli nella vita di tutti i giorni, come le lettere dell’alfabeto della linea Trudi di Somma1867, capaci di stimolare l’apprendimento come un gioco sia nel momento della nanna che dopo il bagnetto". Molteplici e mutevoli sono le esigenze dei bambini e sistemi organizzativi durevoli e modificabili nel tempo sono la soluzione pratica e al tempo stesso sostenibile, per accompagnare i piccoli di casa durante ogni fase della crescita. “Usm Modular Furniture – ricorda Dario Caspani, Country Manager Italia – da 60 anni offre soluzioni modulari per tutti gli ambienti domestici, incluso la cameretta dei bambini. Grazie ai mobili Usm Haller è possibile progettare una cameretta funzionale e colorata, partendo dai primi giorni di vita fino ai teenager".  "Alla base della filosofia di Usm Modular Furniture c’è il desiderio di realizzare creazioni in continua evoluzione. I moduli possono essere sempre modificati a seconda dei gusti e delle esigenze, grazie all'inserimento di nuovi elementi e accessori, ideali come proposte per riporre anche il materiale scolastico e giochi. Infinite sono le possibilità di personalizzazione, un approccio sostenibile per chi preferisce un prodotto durevole negli anni in grado di crescere assieme al proprio bambino”, conclude. —lavoro/made-in-italywebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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GdF Roan Termoli: salvata tartaruga Caretta Caretta alle Isole Tremiti

Nella mattinata del 24 agosto, le unità navali del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di finanza di Termoli,
rischierate presso le isole Diomedee nell’ambito dei servizi di potenziamento nelle aree a più alta vocazione, di
pregio e connotate da elevata densità turistica, hanno recuperato e salvato un giovane esemplare di tartaruga
marina della specie caretta caretta.
L’allarme è stato lanciato intorno alle 12:30 da alcuni diportisti a bordo di un motoveliero che hanno avvistato
l’animale e allertato i finanzieri della Stazione Navale in pattugliamento in zona, a bordo della motovedetta.
A prima vista, i militari hanno notato la presenza di numerosi parassiti, in particolare balani (denti di cane), che
rendevano l’animale sofferente. L’esemplare, di circa un anno di età, misurava circa 20 centimetri di lunghezza al
carapace. Valutata la situazione, è stato contattato il Centro Recupero Tartarughe Marine di Manfredonia. Dopo
aver inviato un report video, il personale del Centro ha confermato la necessità di un intervento urgente per
mettere in salvo l’esemplare. L’unità navale del Corpo ha quindi trasportato la tartaruga al porto di Termoli, dove
è stata affidata alle cure del personale specializzato del Centro di Recupero.
Le operazioni, svolte in conformità con le linee guida per il recupero e la riabilitazione delle tartarughe marine,
sottolineano il ruolo cruciale della Guardia di finanza nella protezione dell’ecosistema marino e nella sicurezza
dei suoi utenti.
La presenza costante del Corpo alle isole Tremiti non si limita a garantire l’ordine e la sicurezza, ma si conferma
come un punto di riferimento essenziale per i fruitori del mare, dimostrando che la collaborazione tra diportisti e
forze dell’ordine è fondamentale per la tutela dell’ambiente e della biodiversità.
L’attività si inserisce pienamente nelle funzioni attribuite al Corpo, in via esclusiva, di polizia del mare, che oltre
al contrasto degli illeciti, mirano alla tutela ambientale e alla salvaguardia delle specie protette, pilastri
fondamentali per garantire la sostenibilità delle risorse marine.
Referente: Ten.

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Vino/Coldiretti Molise: innovazione e ricerca al centro dell’incontro con l’assessore Micone

Innovazione e ricerca: due degli elementi cardine su cui si sono concentrati i suggerimenti che alcuni viticoltori della Coldiretti Molise hanno ritenuto di poter proporre all’Assessore Salvatore Micone durante l’incontro svoltosi nei giorni scorsi, presso l’Assessorato all’Agricoltura del Molise a Campobasso.

A promuovere l’incontro la Coldiretti Molise, attraverso il proprio vice presidente, Adamo Spagnoletti, che dopo innumerevoli incontri sul territorio, ha valutato la necessità di rafforzare ed allargare il confronto tra i diversi attori della filiera, coinvolgendo anche l’Istituzione regionale al fine di affrontare le problematiche e stabilire le azioni sinergiche che gli imprenditori privati e le Istituzioni possono mettere in campo per affrontare prima e superare poi le principali criticità del comparto.

Al meeting hanno preso parte, oltre all’Assessore Micone, il vice presidente Spagnoletti, accompagnato dal direttore Aniello Ascolese, il presidente della Cantina Nuova Cliternia, Armando Panella, accompagnato dal vice Presidente nonché sindaco di San Martino in Pensilis, Gianni Di Matteo, il presidente della Cantina San Zenone, Adamantonio Flocco, il presidente del Distretto del Vino Molisano, Vincenzo Glave, il titolare della cantina Di Majo Norante, Alessio di Majo, ed il titolare dell’azienda agricola De Lisio Giuseppe.

Nel corso del colloquio i rappresentanti di Coldiretti hanno sottolineato il valore strategico della filiera all’interno del sistema enogastronomico nazionale, dando continuità agli impegni presi del Tavolo Vino, svoltosi a livello nazionale lo scorso 4 agosto alla Presidenza del Consiglio.

In quell’occasione sono stati affrontati temi di massima rilevanza quali: l’esclusione del vino dal premio accoppiato nella proposta di riforma della PAC, equiparandolo ai prodotti nocivi; la crescente demonizzazione mediatica del vino come alimento pericoloso per la salute, fino ad arrivare all’annunciato aumento dei dazi statunitensi sulle importazioni che potranno costare all’export italiano un mancato introito di circa 317 milioni di euro e che di sicuro avrà un forte impatto sulle piccole imprese italiane che sono quelle che si caratterizzano sempre più per le produzioni di elevata qualità, ancorché di nicchia.

“Seppur celato da una forte fiducia, sostenuta dalle previsioni di un’ottima vendemmia – ha affermato Spagnoletti – sia in termini qualitativi che quantitativi, la condizione emotiva dei nostri viticoltori, veri attori della filiera, è di grande apprensione. Certo bisogna riconoscere a tutti l’impegno profuso nel mettere in atto i migliori strumenti disponibili per contrastare i cambiamenti climatici e il forte rischio di avversità fitosanitarie, forti della terribile emergenza causata dalla peronospora nel 2023”.

Il Presidente della cantina Nuova Cliternia, Armando Panella, ha esordito evidenziando che “è giunto il momento di avviare un percorso per cambiare oltre che le regole anche l’approccio al vino. Occorre – ha aggiunto – tener presente della necessità del mercato mondiale di ridurre la gradazione alcolica dei vini, puntando a strutturare le aziende secondo le nuove tecnologie in grado di rispondere rapidamente ai repentini cambiamenti dei mercati internazionali”, evidenziando altresì la “necessità di finanziare in modo equo e immediato la distillazione straordinaria”.

Vi è inoltre la necessità, da tutti i partecipanti condivisa, di regolamentare al meglio l’erogazione dei fondi disponibili dell’OCM Vino, riducendo la quota a disposizione delle ristrutturazioni e reimpianti, incrementando, di contro, quella per gli investimenti in macchine e attrezzature innovative.

Nel suo intervento il presidente del Distretto del Vino Molisano, Vincenzo Glave, ha evidenziato fortemente la necessità di semplificazione delle procedure amministrative che affliggono il mondo della viticoltura, con particolare riferimento alla difficoltà di sovrapposizione dei dati del fascicolo aziendale, non sempre corrispondenti a quanto riportato nelle diverse dichiarazioni vitivinicole, complicando non poco la corretta definizione della documentazione necessaria a mettere in regola le aziende.

Il vicepresidente Coldiretti, Adamo Spagnoletti,  ha sottolineato la necessità di pensare a interventi strutturati nello spazio e nel tempo, in grado di poter rispondere con immediatezza alle diverse problematiche emergenti; rafforzare i fondi per l’internazionalizzazione attraverso la valorizzazione delle agenzie italiane all’estero; valutare l’opportunità di una moratoria sui finanziamenti per le imprese in difficoltà; prevedere sgravi fiscali per gli investimenti in sostenibilità; includere misure a sostegno dell’enoturismo che rappresenta una leva strategica per la promozione del vino nei territori, favorendo il consumo consapevole e creando valore aggiunto per le imprese.

Il mutamento climatico, lo sviluppo sostenibile, la protezione dell’ambiente e della biodiversità, sono state al centro dell’intervento del vice Presidente della cantina Nuova Cliternia, Gianni Di Matteo. “E’ sempre più presente tra i consumatori – ha specificato – l’esigenza di trasparenza, sicurezza e salubrità a cui è necessario dare risposte chiare”.  

Alessio di Majo e Adamantonio Flocco, nel ribadire la piena condivisione su quanto detto dagli interlocutori che li hanno preceduti, hanno sottolineato come sia importante il ruolo dell’Istituzione regionale per superare una parte delle problematiche che investono il settore, a partire dalla semplificazione.

Gli agricoltori, in pratica, debbono poter lavorare in azienda e non impegnare tempo a rincorrere le questioni burocratiche il più delle volte frutto di problematiche tecniche di cui non hanno assolutamente responsabilità ma a causa delle quali sono enormemente penalizzati.

Nel concludere l’incontro, l’Assessore Micone, ringraziando tutti i partecipanti e condividendo appieno le problematiche evidenziate, ha ritenuto rimarcare l’importanza del momento per i differenti problemi affrontati, individuando questa giornata quale prezioso avvio di una strategia condivisa a partire dalla costituzione di un tavolo tecnico consultivo, che possa tenere alta l’attenzione sull’argomento e possa dare alla struttura politica e tecnica regionale quegli strumenti di confronto tali da poter affrontare le problematiche emergenti sempre più con capacità risolutoria.

L’Assessore ha Inoltre chiaramente sottolineato la rilevanza del confronto con il mondo produttivo anche in relazione alla possibilità di operare positivamente con il suo staff tecnico nell’ambito del nuovo Decreto Agricoltura appena approvato e che mette a disposizione del settore fondi specifici per la crescita dell’intero Sistema Agricolo nazionale.

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