mercoledì, Novembre 26, 2025
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Marche, Cardinali (Confindustria): “Regionali? Zes e tavolo industria priorità da subito”

(Adnkronos) – "Noi siamo pronti a lavorare con tutti e a misurare, chiaramente, il prossimo governo regionale proprio sulla concretezza e sulle iniziative che intenderà portare avanti fin dal primo giorno. Quello che ci aspettiamo fin dai primi giorni è l'attivazione del tavolo regionale per la politica industriale e che siano individuate le risorse per alimentare la legge regionale al riguardo varata ad agosto. E poi sulla Zes chiediamo che il nuovo governo regionale spinga da subito per dare concretezza a questo strumento". Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, il presidente di Confindustria Marche, Roberto Cardinali, sulle misure che gli industriali marchigiani si attendono nei primi 100 giorni di governo del nuovo esecutivo regionale che uscirà dalle elezioni in programma il 28 e 29 settembre. Confindustria Marche ha incontrato i candidati lo scorso 11 settembre. "E' stata l'occasione -spiega Cardinali- per presentare un nostro documento strategico di analisi e di proposte, molto puntuali e che rappresenta una sintesi delle attese, delle sfide, delle priorità per le imprese per i prossimi anni. Un documento che a nostro parere può essere la base per la costruzione di un programma di politica industriale per la nostra regione. E abbiamo proprio chiesto ai candidati -sottolinea- di mettere al centro dell'agenda politica per lo sviluppo della nostra regione proprio l'industria, che è chiaramente il motore della nostra economia regionale e soprattutto fondamentale per, appunto, la coesione sociale", ribadisce.  E Cardinali ricorda che "lo scorso primo agosto è stata approvata una legge a livello regionale sulle politiche industriali, particolarmente importante perché dà una cornice appunto organica per la politica industriale mettendo al centro un po' tutti i temi più importanti". "E istituisce soprattutto un tavolo regionale per la politica industriale dove istituzioni, imprese, sindacati, ed eventualmente altri attori vengono chiamati a lavorare insieme. Ma il tavolo va 'animato' e vanno individuate le risorse, e questo è tra le prime cose che chiederemo al nuovo governo regionale", sottolinea ricordando poi che "chiederemo al nuovo esecutivo di intercedere con il governo nazionale per potere beneficiare rapidamente della Zes con risorse adeguate e certe, è una priorità assoluta per il nostro territorio". "E a livello regionale dobbiamo lavorare per adottare quelle misure compensative che servono per quella parte di territorio regionale che non potrà usufruire dei benefici fiscali legati Zes. E poi ci sono i temi delle infrastrutture e dei rifiuti, con l'autosufficienza impiantistica della nostra regione, su cui ci attendiamo interventi in tempi brevi. E chiediamo anche un sostegno all'internazionalizzazione delle aziende, per rispondere a shock estremi come quello dei dazi Usa che stiamo vivendo in queste settimane", aggiunge ancora. L'allarme dazi E sul tema dei dazi Usa il presidente di Confindustria Marche sottolinea che "gli effetti li vedremo a pieno sicuramente nei prossimi mesi. Fino ad oggi abbiamo avuto un impatto sulla nostra economia regionale soprattutto determinato da un elevato livello di incertezza. Ora il livello dei dazi è stato fissato e oltre ai dazi però ricordiamo che c'è una questione importantissima che è quella legata al cambio euro-dollaro, un ulteriore tasso implicito che ostacola la vendita dei nostri prodotti", aggiunge ancora.  Per Cardinali, si deve "partire dal presupposto che il mercato americano è uno dei primi mercati di riferimento extra-Ue per il nostro Paese ma anche per la nostra regione". "Guardando i numeri sono impattati trasversalmente un po' tutti i settori ma in particolare quelli di specializzazione della nostra regione come ad esempio i macchinari, la meccanica, il comparto moda, il distretto del mobile e ovviamente anche l'agroalimentare", dice. "Ci aspettiamo un impatto trasversale ma direi che bisogna lavorare sia a livello nazionale che a livello regionale per prendere le adeguate contromisure, e quindi agire anzitutto con un piano per il supporto all'internazionalizzazione delle nostre imprese, diversificando i mercati internazionali di riferimento, a partire dal Mercosur come appunto più volte è richiesto anche dalla Confindustria nazionale ma guardando anche altre aree in Asia", conclude. —lavoro/datiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Zero Emissions Day, dal procurement al digitale la sfida delle imprese

(Adnkronos) – Alla vigilia della Giornata mondiale delle Emissioni Zero (21 settembre), il mondo produttivo e dei servizi si interroga sul ruolo che le imprese possono avere nel percorso verso la neutralità climatica. Secondo l’Agenzia europea dell’Ambiente, il settore industriale e quello energetico contribuiscono insieme a oltre il 40% delle emissioni di gas serra nell’Ue, mentre la sola pubblicità digitale, spesso sottovalutata, pesa ormai più del traffico aereo globale. Dalla supply chain all’advertising, dalle energie rinnovabili alla manifattura, diversi player italiani, interpellati da Adnkronos/Labitalia, testimoniano come la strada verso le emissioni zero non sia solo un traguardo al 2050, ma un obiettivo che richiede azioni immediate, investimenti e sinergie. Il primo passo riguarda il procurement, snodo strategico per tutte le aziende. Daniele Civini, Head of Sales Jaggaer Italia, non ha dubbi: “Il procurement è diventato un alleato indispensabile per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità di un’azienda. Tramite le scelte d’acquisto si può influenzare direttamente l’impatto ambientale dell’intera organizzazione. Oggi, grazie all’innovazione digitale è possibile ottimizzare la supply chain riducendo inefficienze, costi nascosti ed emissioni”. Una visione che trova conferma anche nel controllo della filiera estesa, dove trasparenza e monitoraggio diventano fattori imprescindibili, come conferma Azzurra Gullotta, Sales Manager di Achilles per l’Italia e la Spagna: “Per raggiungere realmente le emissioni zero, è indispensabile coinvolgere l’intera filiera, incluse le migliaia di fornitori della long tail. Trasparenza e monitoraggio costante sono essenziali per assicurare credibilità e un impatto ambientale concreto. Molti fornitori desiderano ridurre la loro impronta di carbonio, ma non sempre hanno risorse o competenze. Per questo è indispensabile supportarli con piani pratici, sviluppati con esperti e aggiornati nel tempo, così da garantire miglioramenti concreti e duraturi". Accanto alle filiere produttive, il contributo delle energie rinnovabili e delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) rappresenta un altro pilastro della transizione.  “Siamo oramai nel pieno della sesta ondata di innovazione e rivoluzione tecnologica – spiega Moreno Scarchini, Ceo di EnergRed – il cui driver fondamentale è l’energia: progresso sociale ed economico, capacità produttiva e occupazionali, benessere individuale e collettivo dipenderanno da come l’energia viene prodotta ed impiegata. Aiutare imprese e territori a dotarsi di un’infrastruttura di generazione altamente distribuita da fonti rinnovabili per auto-consumo fisico (Seu) e diffuso (Cer) è la strada maestra per approntare rapidamente un presente più efficiente, sostenibile, inclusivo e ricco per tutti”. Anche l’universo digitale è chiamato a fare la sua parte, con strumenti innovativi di misurazione delle emissioni. “Con l'inasprimento delle normative sulle emissioni di carbonio e delle aspettative degli stakeholder, sempre più brand – assicura Elisa Lupo, Country Manager Italia, Spagna e Portogallo di Integral Ad Science (Ias) – si impegnano concretamente per la sostenibilità. In questo contesto, misurare l’impronta di carbonio delle campagne pubblicitarie digitali sta diventando una componente fondamentale, al pari di standard come la viewability, la prevenzione delle frodi e la brand safety & suitability. La misurazione dell’impatto carbonico è essenziale: non solo per garantire trasparenza e rendicontazione, ma anche per assicurare che le azioni siano coerenti con le promesse di sostenibilità in ogni campagna”. Ma parlare di emissioni zero non significa solo ridurre: vuol dire anche compensare localmente, investendo nei territori in cui si opera, come afferma Mauro Lajo, consigliere di Cisambiente e Ceo di Forever Bambù: “Parlare di emissioni zero non significa solo ridurre le emissioni con interventi di efficientamento sui processi aziendali, ma anche mitigare le emissioni supportando iniziative per la mitigazione della CO2 nei territori in cui si opera. I nostri bambuseti in Italia generano crediti di carbonio certificati, capaci di offrire alle imprese un percorso concreto e misurabile di responsabilità ambientale". Se la compensazione rappresenta un tassello importante, resta cruciale l’impegno delle istituzioni e delle aziende nel tracciare una roadmap chiara verso il 2035. “Il target 2035 per le auto a zero emissioni – dice Alberto Stecca, Ceo di Silla Industries – non dovrebbe essere oggetto di continui ripensamenti, ma al contrario rappresentare un punto fermo su cui costruire una strategia industriale ambiziosa. La transizione energetica è un’occasione storica per rilanciare filiere produttive, innovazione tecnologica e competitività europea. Servono regole chiare, investimenti coerenti e una visione a lungo termine: se messi nelle condizioni giuste, gli operatori del settore sono pronti ad accelerare, non a rallentare, il cambiamento”. Infine, anche il comparto manifatturiero dimostra come l’integrazione tra imprese possa rappresentare un vantaggio competitivo e sostenibile, come testimonia Michela Pancaldi, Ceo di Tecnocupole Pancaldi: “La sinergia tra imprese è la chiave. Noi disponiamo di una capacità produttiva Industria 4.0 molto elevata, spesso non saturata dalla nostra produzione. Offrire questa forza a disposizione di altre aziende italiane, riducendo le importazioni di componenti dall’estero, è un modo concreto per coniugare competitività ed emissioni ridotte”.  —lavoro/datiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Design, Antolini porta a Marmomac innovazione qualità e identità per lavorazione pietre naturali

(Adnkronos) – Da quasi 70 anni è leader nella lavorazione delle pietre naturali, con un occhio attento alle nuove tecnologie, senza mai dimenticare il valore della qualità. Forte delle sue radici, Antolini si prepara a sbarcare anche quest'anno a Marmomac, la fiera leader a livello internazionale per l’intera filiera della pietra naturale, dalla cava al prodotto lavorato, tecnologie, macchinari e strumenti, in programma a Verona dal 23 al 26 settembre. Nata in uno dei principali distretti italiani del marmo, è il principale hub internazionale del settore, luogo privilegiato per innovazione, cultura e formazione. Con oltre 1.400 espositori provenienti da più di 50 Paesi e una community globale composta di oltre 50.000 operatori e professionisti da 150 nazioni, assume un significato ancora più rilevante in un contesto internazionale incerto. "In un mondo internazionale in continua trasformazione, ci avviciniamo a questa edizione di Marmomac con entusiasmo, puntando su innovazione, qualità e identità: valori che oggi più che mai ci guidano. Il marmo resta una vera eccellenza globale, frutto di un equilibrio unico tra creatività, maestria artigianale e tecnologie all’avanguardia", afferma in un intervista ad Adnkronos/Labitalia il Ceo Alberto Antolini. Per Antolini, la pietra naturale è molto più di un materiale: "E' un patrimonio senza tempo – racconta – che porta autenticità ed eleganza in ogni progetto. Grazie a un costante dialogo con il mercato e all’attenzione verso le esigenze dei nostri clienti, sviluppiamo soluzioni che parlano a chi, come noi, ama la bellezza e la qualità. Con il nuovo progetto 'Padiglione Antolini' vogliamo proseguire in questa direzione". A Verona l'azienda sarà protagonista con un intero padiglione, oltre allo stand dedicato. "Oltre al nostro stand – anticipa – nei padiglioni tradizionali di Veronafiere, che rimane il cuore della nostra presenza, apriamo le porte a un nuovo spazio eccezionale: il 'Padiglione Antolini', allestito nelle due navate centrali delle Gallerie Mercatali, importante architettura industriale del dopoguerra di fronte all’ingresso principale del quartiere fieristico. Il 'Padiglione Antolini' nasce per offrire un’esperienza immersiva e coinvolgente nel mondo della pietra naturale. Un percorso unico che conduce i visitatori dalla cava, attraverso il blocco grezzo e le più avanzate tecnologie di lavorazione, fino alla bellezza delle lastre finite, dove ogni particolarità racconta una storia unica". Una filiera, quella della pietra naturale, che sta vivendo una fase delicata. "La filiera della pietra naturale – spiega Antolini – sta vivendo una fase di trasformazione, segnata da importanti dinamiche globali. Nonostante le sfide, il settore mantiene una solida tenuta, grazie alla qualità riconosciuta del prodotto italiano e alla domanda costante di Made in Italy. Da quasi settant’anni Antolini opera in questo mondo seguendo l’intera filiera: dall’estrazione alla lavorazione delle pietre naturali realizzata interamente presso i nostri stabilimenti produttivi. Oggi siamo tra le realtà più riconosciute a livello mondiale e partecipiamo attivamente alle associazioni di settore quali Confindustria Marmomacchine: un impegno che riflette la nostra volontà di contribuire concretamente allo sviluppo e alla tutela dell’intera filiera, promuovendo un comparto capace di unire tradizione, innovazione e visione internazionale". A quasi 70 anni dalla nascita dell’azienda, il legame con il territorio resta fortissimo. "La lavorazione della pietra naturale – ricorda – è il nucleo della storia di Antolini, un’identità profondamente radicata nel territorio in cui operiamo. Da quasi settant’anni, il cuore pulsante dell’azienda batte in Valpolicella, terra in cui la tradizione si tramanda di generazione in generazione. Qui confluiscono pietre provenienti da tutto il mondo, trasformate da maestranze italiane altamente qualificate, cresciute in un contesto unico per cultura e competenza artigianale".  "È proprio questa conoscenza approfondita del materiale, maturata e costantemente affinata, a farci diventare un punto di riferimento internazionale. Questo legame con il territorio è anche una responsabilità: investiamo attivamente nella trasmissione del know-how alle nuove generazioni, attraverso formazione interna e condivisione dell’esperienza. In un mondo in continuo cambiamento, Antolini, con passione, competenza e rispetto della tradizione, rimane pioniere tracciando costantemente nuovi percorsi", sottolinea. E il Made in Italy è ancora un valore che fa la differenza a livello internazionale e questo vale anche nel settore della pietra naturale. "Per noi il Made in Italy – rimarca – è un valore assoluto. Il know-how italiano nella lavorazione della pietra naturale è riconosciuto in tutto il mondo, ed è proprio questa competenza artigianale la risposta alle necessità dei professionisti di tutto il mondo. Le nostre maestranze rappresentano un saper fare tutto italiano che si esprime con lavorazioni raffinate, incisioni complesse ed abilità uniche che caratterizzano ogni pezzo lavorato. Le pietre Antolini, provenienti da tutto il mondo, prendono forma in Italia, nella consolidata tradizione della Valpolicella, trasformandosi da materia grezza in opere d’eccellenza". Negli ultimi anni, l'azienda si è aperta a partnership eterogenee: da collaborazione con l’artista Murran Bill, che sarà tra i protagonisti dello spazio in fiera, a quella con il colosso danese Bang & Olufsen. "Questa collaborazione – fa notare – nasce dal desiderio di esplorare nuove potenzialità della pietra naturale. Nell’edizione 2025 di Milano Design Week, il percorso ha messo in luce l’unicità della materia, rivelando la sua capacità di dialogare con la creatività contemporanea. Questo progetto ci ha permesso di superare l’idea della pietra come semplice materiale da rivestimento, evidenziandone il potenziale come elemento capace di emozionare, rinnovarsi creando nuove mode". "In Antolini crediamo nell’innovazione e nella versatilità della pietra naturale, nella sua straordinaria capacità di adattarsi a linguaggi creativi diversi. È da questa visione che nasce la decisione di proseguire la collaborazione a Marmomac 2025 con una nuova esperienza immersiva, pensata per continuare a celebrare e valorizzare la pietra in tutte le sue sfumature. Programmi futuri? Li scopriremo insieme", conclude il Ceo.    —lavoro/made-in-italywebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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GdF Campobasso: Denunciata una persona per detenzione di stupefacenti

I Finanzieri della Compagnia di Termoli, nella notte del 16 settembre scorso, nell’ambito del dispositivo di controllo economico del territorio e di contrasto dei traffici illeciti, effettuavano un controllo di polizia nei confronti di due persone a bordo di un’autovettura, all’esito del quale venivano rinvenuti e sottoposti a sequestro alcuni grammi di hashish, occultati all’interno del mezzo.

Veniva quindi eseguita una perquisizione d’iniziativa presso l’abitazione del conducente, a seguito della quale si perveniva al sequestro di ulteriori 32 grammi di droga (del tipo hashish), nonché degli strumenti atti alla pesatura ed al confezionamento di dosi di stupefacente (un bilancino di precisone, un coltello da cucina recante residui di sostanza stupefacente, alcune bustine di cellophane).

L’utilizzatore dell’immobile veniva pertanto deferito, a piede libero, alla competente Procura della Repubblica presso il Tribunale di Larino, per il reato di cui all’art. 73 dPR 309/90 (detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti).

Per il principio di presunzione di innocenza, la responsabilità dell’indagato sarà definitivamente accertata solo nel caso in cui intervenga una sentenza irrevocabile di condanna.

L’attività di servizio testimonia il costante presidio della Guardia di finanza per la tutela della legalità, volto a garantire la sicurezza dei cittadini e a contrastare fenomeni connotati da una più accentuata pericolosità sociale, come lo spaccio di sostanze stupefacenti.

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GRIM/Perdite occulte di acqua, chiarimenti ed informazioni agli utenti

I. DEFINIZIONE DI PERDITA IDRICA OCCULTA

Il Gestore prevede l’applicazione dello sgravio su fatture i cui maggiori consumi siano attribuibili a perdite d’acqua, avvenute esclusivamente nella sezione dell’impianto posta a valle del contatore, non visibili e non dovute ad incuria o negligenza nella conduzione dell’impianto d’utenza.
La perdita d’acqua di cui trattasi deve essere derivata da un fatto accidentale, fortuito ed involontario e deve avvenire in una parte dell’impianto interno privato (cioè a valle del contatore), non visibile e non rilevabile esternamente in modo diretto ed evidente, se non attraverso un consumo anomalo rilevato dal contatore.
A titolo esemplificativo ma non esaustivo sono escluse dalla definizione di perdita occulta quelle derivanti da guasto o non perfetto funzionamento di rubinetti, impianti di utilizzazione, idranti o impianti d’innaffio, sca­richi igienici, addolcitori, quelle derivanti da danneggiamenti in occasione di interventi di riparazione effet­tuati dall’utente, quelle conseguenti a rotture delle tubazioni provocate dall’utente o da terzi, quelle conse­guenti a lavori edili e/o stradali e/o da scavi e/o da sbancamento del terreno nonché quelle conseguenti ad ogni specie di danno indiretto; in particolare, non rientrano altresì nella presente disciplina le perdite causate da malfunzionamento di apparecchiature al servizio di utenze non domestiche che, in quanto tali, dovrebbero essere soggette a programmi di ispezione e/o di manutenzione periodica (es. banchi frigoriferi, ecc).

II. DEFINIZIONE DI CONSUMO ECCESSIVO

In caso di consumo eccessivo (almeno pari al doppio del consumo medio degli ultimi due anni antecedenti la rilevazione dell’anomalia), l’utente ha la facoltà di richiedere l’attivazione delle tutele previste per perdite occulte.

III. PROCEDURA E DOCUMENTAZIONE DA INVIARE
La richiesta di sgravio per perdita occulta può essere presentata solo una volta che la perdita sia stata ripa­rata, inviando la seguente documentazione:1. Modulo richiesta rettifica fattura – perdita occulta (scaricabile sul sito internet del gestore);
2. Foto della lettura finale del contatore;

3. Documentazione attestante l’avvenuta riparazione della perdita (autocertificazione dell’idraulico completa di foto della riparazione) con descrizione particolareggiata dell’intervento
4. Documento d’identità del titolare dell’utenza;
5. Fattura su cui si è rilevato il consumo anomalo;
6. Ricevute delle ultime letture rilevate (non stimate) afferenti a due anni antecedenti la perdita occulta.I documenti sopra elencati potranno essere inviati:
a) A mezzo posta certificata all’indirizzo grimolise@pec.it;

b) A mano presso gli uffici di Front Office dall’utente intestatario del contratto di fornitura o da altro soggetto munito di delega espressa e fotocopia di un documento di identità del titolare dell’utenza.

IV. RETTIFICA DELLA BOLLETTA

Lo sgravio viene applicato per i soli mc eccedenti, determinati dall’ufficio tecnico del gestore, che provvederà a calcolare la media dei consumi rilevati almeno degli ultimi due anni scomputandoli dai mc dell’ultima lettura valida rilevata (come da foto di cui al punto 2). Ai metri cubi eccedenti verrà applicata la prima classe di tariffa ridotta del 50% ed alla restante parte la normale applicazione della tariffa in uso.
Ai mc eccedenti sarà detratta la quota relativa e fogna e depurazione, se dovuta.

V. CONDIZIONI ESSENZIALI PER LA RETTIFICA
La richiesta di sgravio per perdita occulta può essere accordata dal Gestore solo in caso di invio/consegna dell’intera documentazione richiesta.

Perdite Occulte – art.35 Regolamento del SII

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Trasparenza PA: ANAC e CNR lanciano TrasparenzAI

(Adnkronos) – L'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) compie un passo decisivo verso la creazione della Piattaforma Unica della Trasparenza, integrando TrasparenzAI, una soluzione open source realizzata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nell'ambito di un protocollo d'intesa congiunto. Il software, accessibile al link https://trasparenzai.anticorruzione.it/, contribuirà all'obiettivo di offrire un punto di accesso unico per i dati pubblici, rispondendo alla crescente domanda di trasparenza da parte di cittadini e istituzioni. Il progetto mira a semplificare le procedure per le amministrazioni, rendendo la trasparenza non più un mero adempimento formale, ma un "fattore abilitante e spinta propulsiva per un'azione amministrativa migliore e più efficiente, per la partecipazione attiva e consapevole dei cittadini e, non da ultimo, per la tutela dei diritti fondamentali", come sottolinea il Presidente di ANAC, Giuseppe Busìa. La strategia si basa su un approccio di "integrazione e interoperabilità con le principali banche dati pubbliche, che consentirà di ridurre progressivamente gli oneri a carico delle amministrazioni/enti, garantendo al contempo maggiore coerenza e confrontabilità delle informazioni". A sua volta, il Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Andrea Lenzi, ha evidenziato il valore del contributo scientifico: "Si tratta di un'iniziativa che dimostra come la ricerca possa tradursi in soluzioni concrete a beneficio delle istituzioni e dei cittadini". Il progetto, aggiunge, "rappresenta un esempio di come il sapere e l'innovazione possano sostenere la qualità dell'azione amministrativa, riducendo oneri e complessità e accrescendo la fiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini". Il Presidente Busìa ha rivolto un ringraziamento particolare al CNR e a tutti gli esperti che hanno lavorato al progetto. 

Come Funziona TrasparenzAI

 Il cuore tecnologico di TrasparenzAI risiede nell'uso di strumenti avanzati di web crawling e web scraping. Il software analizza direttamente le sezioni "Amministrazione Trasparente" dei siti web di tutte e 23.663 le Pubbliche Amministrazioni in meno di 20 ore. Attraverso un sistema di navigazione e rilevazione automatica, verifica la conformità della struttura dei siti e la presenza di tutte le sezioni previste dal decreto legislativo 33/2013 e successive modifiche. Questo processo consente di valutare in modo oggettivo e standardizzato il rispetto dei requisiti normativi, individuando eventuali carenze o difformità. Le informazioni acquisite, che provengono da una navigazione automatica, andranno a costituire parte della Piattaforma Unica della Trasparenza di ANAC, che riunisce anche banche dati interne all'Autorità e fonti esterne come la Banca dati nazionale ANAC dei contratti pubblici, la Banca dati dei servizi pubblici locali e l'indice IPA. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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“Fabbrica AI” per il futuro digitale

(Adnkronos) – Nella storica cornice del Castelvecchio di Verona, si è tenuto l'evento "Fabbrica AI" di Kiratech, per celebrare i primi vent'anni dell'azienda nel campo dell'innovazione tecnologica. L'appuntamento, dedicato al futuro digitale, ha offerto una giornata di approfondimento con sessioni e panel focalizzati su tre pilastri tematici cruciali: AI, Platform Engineering e Security. L'evento ha visto la partecipazione di relatori provenienti da partner internazionali di Kiratech come Dynatrace, Elastic, IBM, Red Hat, Nutanix e UpWind. I loro interventi hanno fornito contributi di scenario e presentato casi concreti di innovazione, offrendo al pubblico una visione a 360 gradi delle sfide e delle opportunità del settore. La giornata si è conclusa con il discorso di Krateo, il ramo aziendale di Kiratech specializzato in PlatformOps. 
A fine evento, il CEO di Kiratech, Giulio Covassi, si è dichiarato molto soddisfatto: "La chiusura della giornata e del tavolo tecnico è stata molto positiva. Anche l’audience è stata molto contenta sia di ascoltare gli speech di Kiratech e di Krateo, ma anche dei vendor, partner e sponsor. Siamo dunque molto soddisfatti". 
Il CIO e CISO di Kiratech, Marco Bizzantino, ha ripercorso la storia dell'azienda: "Siamo partiti piccoli, come si suol dire, ma abbiamo sempre avuto un carattere molto forte, spingendo l’innovazione anche in maniera audace su aziende che per loro natura magari sono poco recettive a innovazioni così spinte". Nonostante le sfide, l'azienda è riuscita a crescere: "Siamo riusciti a fare breccia; entrando in determinati mercati che per le nostre dimensioni magari erano fantascienza. Siamo riusciti poi a crescere anche come azienda e adesso siamo finalmente una realtà affermata in ambito italiano, ma anche in ambito europeo, e ci conoscono proprio per essere dei portatori di innovazione". L'anniversario non ha rappresentato un semplice traguardo, ma un punto di partenza verso nuove sfide. Bizzantino ha concluso con una visione per il futuro: "Questi sono stati i primi vent'anni; i prossimi vent'anni ci auguriamo di poter continuare su questa strada: aiutare le aziende ad innovare come dei pionieri dell'innovazione futura". L’evento ha ribadito il ruolo di Kiratech come partner di riferimento nell'evoluzione tecnologica, consolidando una visione che guarda avanti con competenza e passione. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Codau 2025, conclusa a Milano la 22ª edizione, un Patto per l’innovazione e la collaborazione tra Atenei

(Adnkronos) – Si chiude oggi la tre giorni del XXII Convegno Nazionale del CoDAU che ha messo al centro il tema della coopetizione universitaria, ovvero della capacità di costruire strategie che coniughino collaborazione e competizione, generando risultati di valore condiviso. Hanno partecipato più di 80 istituzioni universitarie, con 350 rappresentanti, tra direttori generali e dirigenti. All’apertura dopo l’intervento del Presidente del CoDAU, Alberto Scuttari, è intervenuto a nome del Governo il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che ha ricordato che il CoDAU è sempre stato il primo comunicatore del cambiamento e ha contribuito ad affrontare momenti di grande difficoltà. È molto importane che il perdonale tecnico, amministrativo e bibliotecario segua, insieme ai professori e agli studenti, qual e processo di internazionalizzazione che è fondamentale per la vita dell’università. La Presidente CRUI, Giovanna Iannantuoni, ha ricordato il ruolo primario delle università come motore di accelerazione e osservato che tutti insieme possiamo costruire un’università più forte per un Paese migliore, raccogliendo le sfide che si apriranno nel periodo dopo il PNRR per garantire a tutti i nostri giovani l’opportunità dell’alta formazione. I temi centrali dei numerosi seminari svoltisi nei giorni seguenti hanno affrontato, con la moderazione di autorevoli giornalisti, i temi della governance, della gestione delle infrastrutture, della collaborazione con i territori, delle nuove competenze e della formazione sanitaria. Al convegno hanno partecipato anche delegazioni internazionali con un momento dedicato al confronto con le esperienze di Gran Bretagna, Francia e Finlandia. Le università italiane, diverse per storia, dimensioni, governance e collocazione territoriale, si trovano oggi di fronte a una scelta cruciale: agire come attori isolati o come squadra. La cooperazione nella ricerca scientifica, lo sviluppo di programmi didattici comuni, la condivisione di infrastrutture e l’internazionalizzazione rappresentano esempi concreti di come la collaborazione possa rafforzare l’intero sistema. Negli ultimi anni, il PNRR ha garantito risorse straordinarie, incrementando il finanziamento pubblico agli Atenei. Tuttavia, l’esaurirsi di questa spinta apre nuove sfide, in ragione dei costi cresciuti a causa dell’incremento del personale di ricerca e della gestione delle nuove infrastrutture. A ciò si aggiunge l’impatto del progressivo calo demografico, che presto si rifletterà anche sul sistema universitario. La sostenibilità del sistema universitario dipenderà, nel medio periodo, da tre fattori chiave: il livello del finanziamento pubblico ordinario, la capacità di attrarre risorse esterne da destinare a sviluppo e innovazione, la solidità manageriale nella gestione di questa nuova fase. Sul fronte del finanziamento pubblico, il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) ha raggiunto i massimi degli ultimi 15 anni, ma è anche cambiata la struttura dei bilanci con l’aumento dei costi fissi. Restano margini di miglioramento anche nella flessibilità di utilizzo delle risorse, così da garantire maggiore autonomia agli Atenei e sostenere progetti collaborativi di lungo periodo per fronteggiare le sfide, premiando i risultati conseguiti. Quanto alla capacità di attrazione di risorse competitive, i progressi degli ultimi anni sono stati significativi, ma il divario con la media europea resta ampio e gli Atenei devono sfruttare i risultati di tali finanziamenti anche per alimentare gli investimenti previsti dalle strategie di sistema. A ciò si aggiunge la necessità di competenze adeguate per la gestione di progetti complessi e infrastrutture di frontiera. Qui emergono ancora vincoli normativi e finanziari che limitano il reclutamento e la crescita professionale delle persone. In questo contesto, la collaborazione tra università diventa sempre più decisiva per garantire una prospettiva istituzionale che coniughi qualità, equità di accesso, ricerca, innovazione didattica, utilizzo strategico delle tecnologie e sviluppo infrastrutturale, fisico e digitale. Un ulteriore ambito strategico è rappresentato dal rapporto con i territori: solo rafforzando le relazioni con le istituzioni e comunità locali sarà possibile generare impatti positivi sul diritto allo studio e sulla vita degli studenti, anche attraverso servizi residenziali, sociali e sportivi di qualità. “Guardando al futuro”, afferma il Presidente del CoDAU, Alberto Scuttari “le università, anche per cluster omogeni, dovranno farsi carico di preservare e sviluppare il proprio ecosistema, con l’obiettivo di creare valore pubblico mediante la formazione delle nuove generazioni, garantendo equità di accesso e attraendo risorse umane, finanziarie e tecnologiche”. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Codau 2025, Milano città universitaria al centro del dialogo tra atenei e istituzioni

(Adnkronos) – La ventiduesima edizione del Convegno Nazionale del CoDAU, ospitata presso l’Università Bocconi, ha aperto un altro giorno di lavori dedicati alla competizione e alla collaborazione tra atenei italiani. L’evento, organizzato per la prima volta in sinergia tra Bocconi e Università Cattolica, ha visto l’intervento di Martina Riva, Assessora allo Sport, Turismo e Giovani del Comune di Milano, che ha sottolineato il ruolo strategico delle università come cuore pulsante della città e l’importanza di una collaborazione sempre più stretta tra istituzioni accademiche e amministrative per affrontare le sfide urbane. “È un onore per Milano ospitare il CoDAU. La nostra è una città universitaria con oltre 210 mila studenti, che su una popolazione di un milione e quattro rappresentano il tessuto principale della città, quello a cui dobbiamo dedicarci”, ha dichiarato l’Assessora Riva. “Milano inaugurerà a brevissimo il Villaggio Olimpico, che subito dopo le Paralimpiadi diventerà uno studentato con 1700 posti letto, una risposta concreta al bisogno di alloggi per rendere la città inclusiva e attenta alla coesione sociale”. Riva, ex studentessa milanese, ha espresso gratitudine per il contributo delle università non solo nella formazione, ma anche nell’organizzazione di eventi culturali, nella riqualificazione degli impianti sportivi e nell’attrazione di fondi per opere pubbliche al servizio della cittadinanza. “Abbiamo bisogno che il Comune di Milano e le università lavorino sempre più insieme per affrontare con serietà e competenza le emergenze della nostra città, prima fra tutte quella abitativa per gli studenti e quella di trattenere i talenti sul nostro territorio, dopo averli formati in modo eccellente come avviene nelle università milanesi”, ha aggiunto, augurando buon lavoro alle autorità accademiche presenti. Il CoDAU 2025 si conferma un momento cruciale per rafforzare il dialogo tra atenei e istituzioni locali, con l’obiettivo di rendere Milano e il sistema universitario italiano sempre più attrattivi, inclusivi e capaci di rispondere alle esigenze delle nuove generazioni, in un contesto di sfide globali e opportunità come quelle legate al post-PNRR e all’internazionalizzazione. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Codau 2025, Università e città in osmosi per la rigenerazione urbana e la formazione dei cittadini

(Adnkronos) – Al 22° Convegno Nazionale del CoDAU, in corso a Milano presso l’Università Bocconi, si è tenuto il panel dedicato a “Università e città”, un momento di riflessione sul ruolo sinergico degli atenei nel tessuto urbano. Antonella Polimeni, Rettrice della Sapienza Università di Roma, ha partecipato con grande entusiasmo, enfatizzando l’importanza di un’osmosi continua tra università e contesti urbani, dove le cosiddette terza e quarta missione – trasferimento delle conoscenze e contribuzione alla formazione di cittadini attivi – rappresentano la forza propulsiva degli atenei come driver di rigenerazione e innovazione. “Credo che l’aspetto più importante da sottolineare sia come le università e le città, all’interno delle quali insistono gli atenei, debbano lavorare in grande osmosi”, ha dichiarato la Rettrice Polimeni durante il panel. “In particolare, la terza e la quarta missione dell’università, ovvero il trasferimento delle conoscenze e la contribuzione fondamentale alla formazione di cittadini e cittadine, rappresentano il valore aggiunto dell’università nella città, così come la loro forza nell’essere driver di rigenerazione urbana e di competenze che in maniera multidisciplinare e transdisciplinare lavorano con le istituzioni”. Le parole della Rettrice Polimeni, prima donna a guidare la Sapienza, sottolineano come questa integrazione non sia solo un’opportunità, ma una necessità per affrontare le sfide contemporanee, dal calo demografico al post-PNRR, promuovendo un modello di università aperta e inclusiva che valorizzi il dialogo con le amministrazioni locali per una rigenerazione urbana sostenibile e multidisciplinare. Il CoDAU 2025, con oltre 300 partecipanti tra direttori generali, rettori e rappresentanti istituzionali, continua a delineare strategie per un sistema universitario italiano più coeso e impattante sul territorio, rafforzando il legame tra atenei e città come leva per l’innovazione sociale e culturale. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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