Elezioni/ Hanno ammazzato i Cinque Stelle, i Cinque Stelle sono vivi…

Il turno di voto amministrativo dell’11 giugno va inserito in più ampio contesto di analisi. Viene dopo la Brexit, l’elezione di Donald Trump, l’elezione di Macron, il default di Theresa May e le legislative francesi. Partiamo da queste ultime: con il 30% di voti il partito di Macron En Marche, un partito che non esisteva sino ad un anno fa, conquista la maggioranza assoluta dei seggi all’assemblea nazionale francese. Peccato che a votare sia stato meno della metà dei francesi (il 49,8%) ma è anche vero che ha votato per la stragrande maggioranza volti nuovi della politica. L’80% dei candidati del partito di Macron era nuovo a qualsiasi esperienza politica. E ricordiamo anche che il rinnovatore Macron si è fatto le ossa in uno dei templi della finanza laica mondiale, ossia la banca Rotschild.In Gran bretagna la May deve fare un governo con un partito di ex paramilitari irlandesi, che sul suolo della Gran Bretagna non ha mai preso un voto in tutta la sua esistenza. Tutto questo per dire che siamo in un periodo di grandi trasformazioni, economiche, sociali e politiche e che l’arte della predizione, quando ci sono le turbolenze, è davvero impossibile. O meglio è impossibile sul breve periodo, non sul medio-lungo periodo. In questa quadro di turbolenze si inseriscono anche le amministrative italiane, con quella che è la notizia, o che tutti i media riportano come notizia: la sconfitta dei Cinque Stelle.

In effetti se si guarda al risultato del primo turno amministrativo si nota come il Movimento di Grillo abbia lisciato la quasi totalità dei suoi obiettivi restando fuori dai ballottaggi in tutte le principali città dove si votava. Ma, benchè per molti questa sconfitta porti ad un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo, l’analisi non è così banale. Certo i 5stelle hanno fatto molto per arrivare a questo risultato: dal suicidio di Genova, alle mancanza di dinamismo della Raggi a Roma (dove però nessuno dice che, finalmente e dopo oltre 30 anni, non si ruba più) ai pasticci sulla legge elettorale, alla proposta sul territorio spesso di candidati improbabili o in alcuni casi improponibili. Ma questa è un’analisi di breve, quella che oggi fa contento il Renzi o l’Alfano o il Berlusconi di turno. Il punto è capire se la proposta di rinnovamento dei Cinque stelle sia esaurita e cosa succederà nei prossimi tempi. E qui subentra l’analisi di medio periodo. Il cambiamento non si può fermare, porti esso il nome dei Cinque stelle o di Macron.

Perchè non dipende dalla volontà degli elettori, non dipende dai poteri forti, dai politici al governo o dalle televisioni e stampa di regime. E’un meccanismo profondo, derivante dalla crescente automazione dei processi e dalla diffusione delle relative informazioni. Prima rubare risorse pubbliche, distogliendole dalla loro finalità di supporto alla collettività era mille volte più facile. Perchè un atto amministrativo esisteva solo in archivi remoti ben presidiati e inaccessibili alle masse. Prima una mazzetta in contante difficilmente poteva lasciare una traccia. Prima un pagamento all’estero non risultava da nessuna parte, era introvabile, perso nei paradisi fiscali di turno. Oggi è tutto più trasparente, disponibile. Le transazioni sono sempre più elettroniche, quindi tracciabili. I social network registrano ogni stormir di foglia di questo o quel personaggio pubblico, lo tracciano, lo tengono monitorato. Gli atti amministrativi devno essere pubblici e consultabili online. Ogni centesimo di spesa pubblica deve essere tracciabile sul web. E con il contante ci fai poco.

E se vai nei paradisi fiscali, ti pizzicano anche lì, vedi la brutta storia dell’ex presidente della Camera Fini o i Panama papers. E’un mondo molto più trasparente e molto più efficiente. L’automazione è di per sé efficiente e quindi pone un metro di confronto sempre più pressante. Se sei un sindaco incapace, non risce nemmeno a costruire una scuola, non sai fare un progetto, ti perdi i finanziamenti il giorno dopo sei crocifisso, giustamente, su facebook o sul social di turno . Ed in questo mondo che cambia anche le istituzioni devono cambiare. I 5stelle sono stati importanti, e secondo me lo saranno ancora, perchè hanno portato all’attenzione della popolazione il tema dell’onestà (un presupposto dell’azione amministrativa, non una qualità) e dell’efficienza nell’uso delle risorse pubbliche. Hanno posto il tema della democrazia diretta, economica e veloce, che prima o poi diventerà realtà. Questi temi domineranno l’agenda politica a prescindere dalla presenza stessa del Movimento Cinque Stelle.

Si chiami Macron, si chiami Sanders o Trump, si chiami Navalny in Russia, si chiami Grillo o Iglesias le istanze sono comuni e non dipendono dai personaggi che le animano di volta in volta . Per cui oggi sono sicuramente contenti i vari uomini piccoli della politica italiana, ma domani ritroveranno tutto quello cui, nella loro miopia di persone mediocri, pensano di essere sfuggiti. La rivoluzione, come diceva qualcuno più di un secolo fa, non si ferma. Ed aveva ragione.

Ps. Consentitemi una breve digressione personale. Si è votato anche a Capena, piccolo comune a Nord di Roma dove il Gruppo Terminus è attivo con il marchio Impresapuntonet. Si candidava al consiglio comunale anche il mio socio, nonché fraterno amico Pasquale meglio conosciuto come Lino Rizzo. La sua lista ha eletto il nuovo sindaco di Capena, Roberto Barbetti e lui personalmente con 182 preferenze ha conosciuto un grande riconoscimento personale. Lino è una persona capace, trasparente, nuova alla politica e piena di passione civile. Una persona rivoluzionaria, per quello che ho detto poco prima. E allora diamoci dentro, amico mio,cambiamo questa società per noi e soprattutto per i nostri figli. (P.C.)

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