La pandemia ha generato la crisi peggiore dai tempi della “Grande depressione” degli anni Trenta

Nell’aggiornamento del World economic outlook, il’Fmi parla di una “crisi come nessun’altra” definendo “incerta” la ripresa ,l’impatto dell’epidemia di coronavirus sull’economia ha avuto effetti “catastrofici”  il riflesso sul mercato del lavoro, è stato “piu’ negativo” del previsto, il calcolo della perdita di ore lavorate nel secondo trimestre dell’anno, equivale alla cancellazione di 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno nel Mondo rispetto all’ultimo trimestre del 2019.

Il Fondo taglia le stime, il Pil globale crollerà del 4,9%, contro il -3% atteso ad aprile, mentre l’anno prossimo crescerà del 5,4%, lo 0,4% in meno rispetto a quanto prevedesse in primavera.

Le previsioni restano circondate da un grado di incertezza superiore al solito, molto dipende dall’evoluzione della pandemia e dalla durata delle misure di distanziamento sociale imposte per combatterla, crescono i rischi di una bolla finanziaria, con il rimbalzo dei mercati “disconnesso” dalle reali condizioni di salute delle economie sottostanti.

Nei Paesi avanzati, nel 2020, il Pil potrebbe contrarsi dell’8%, con taglio dell’1,9% rispetto al dato di aprile, il peggioramento è legato al crollo superiore alle attese dell’attività economica del primo semestre, che suggerisce anche “una ripresa più graduale” per il 2021 pari al 4,8%.

Le previsioni, di quest’anno, indicano, un crollo del Pil dell’8% negli Usa (-2,1%), del 10,2% nell’Eurozona (-2,7%), del 5,8% in Giappone (-0,6%), del 10,2% in Gran Bretagna (-3,7%), del 7,8% in Germania (-0,8%) e del 12,5% in Francia (-5,3%). Per il 2021 il rimbalzo dell’attività economica dell’area è fissato al 4,8% (+0,3%),mentre, per i mercati emergenti e in via di sviluppo la sforbiciata sulle stime 2020 è del 2%, per un calo del Pil stimato, adesso, al 3%, il coronavirus avrà effetti pesanti sull’India (-4,5%) ,ancora più devastante sarà l’impatto sull’America latina, dove la pandemia non sembra ancora arrestarsi, l’economia brasiliana si contrarrà del 9,1%, quella messicana del 10,5%, si salverà la Cina, dove il lockdown è terminato prima e grazie a questo, dovrebbe vedere il suo prodotto salire quest’anno dell’1%,per  l’anno prossimo si attende un rimbalzo del 5,9%, in larga parte trainato dalla Cina (+8,2%)mentre, il prodotto dell’area scende del 5% nel 2020 e risale del 4,7% nel 2021.

Il F.M.I stima che; il commercio globale si contrarrà dell’11,9% nel 2020, la domanda di beni e servizi risulterà considerevolmente più debole, incluso il turismo”, in linea con la previsione di una graduale ripresa dei consumi, l’anno prossimo il commercio dovrebbe crescere dell’8%.

La crisi economica scatenata dal coronavirus costerà “oltre 12.000 miliardi di dollari” all’economia mondiale nel biennio 2020-2022, stima fornita dalla capo economista, Gita Gopinath, si tratta, “della crisi peggiore dai tempi della Grande depressione” degli anni Trenta.

L’Italia pagherà lo scotto maggiore alla pandemia di coronavirus, con un crollo del Pil del 12,8% nel 2020, pari soltanto a quello dell’economia spagnola, nel 2021, l’attività economica italiana rimbalzerà invece del 6,3%, l’1,5% in più rispetto a quanto previsto l’istituto di Washington si attendesse in primavera, il rapporto tra deficit e Pil risulterà pari al 12,7% quest’anno e al 7% il prossimo, mentre salirà sino al 166,1% nel 2020 per poi calare al 161,9% nel 2021.

Secondo l’Fmi, “le misure fiscali prese dalle maggiori economie possono frenare un più profondo declino della fiducia , saranno ancora più efficaci quando la pandemia si allenterà e le persone potranno tornare alle loro attività”.

L’organizzazione di Washington considera positivo l’intervento delle banche centrali che hanno garantito liquidita’ e fiducia nel sistema, contribuendo a limitare lo shock assicurando che l’economia sia ben posizionata per la ripresa.

Alfredo Magnifico

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