La pandemia ci deve insegnare come investire meglio tempo e denaro, tra piacere e felicità

Nel libro “The Hacking of the American Mind” il dottor Robert Lustig, professore dell’Institute for Health Policy Studies della California a San Francisco teorizza: “benché mass media, marketing e cultura dei consumi ci hanno abituato a crederlo; piacere e felicità non sono per nulla la stessa cosa, in quanto l’insorgere in noi delle due manifestazioni dipende da origini differenti: il piacere dalla dopamina e la felicità dalla serotonina”.

Il settore degli influencer digitali è in crescita esponenziale, dimostrazione che siamo alla ricerca di un successo comodo ,facile e redditizio,vedi la coppia Fedez Ferragni “i Ferragnez”, con il rischio di essere inappagati e depressi.

Molti economisti pensano che il miglior indicatore della salute di una società sia il benessere e non i soldi, fenomeno in forte ascesa è il mondo degli influencer virtuali, per i quali le limitazioni dei vari DPCM, per contenere la pandemia, non intaccano minimamente la libertà d’azione e lo sviluppo del loro business, addirittura sono il combustibile per la loro rapida espansione, a differenza degli influencer in carne ed ossa, chiusi in casa come tutti.

Il mercato nel quale gli influencer si muovono è quello del marketing, entro il 2022, secondo Business Insider Intelligence, porterà le aziende a investirvi fino a 15 miliardi di dollari l’anno, il doppio rispetto agli 8 miliardi del 2019,mentre il marketing tradizionale è in crisi.

La condizione attuale ha fatto cancellare molti lanci di prodotti e viaggi sponsorizzati, da cui gli influencer umani traggono il proprio fatturato, una larga fetta di questi investimenti andranno nelle tasche di quelli virtuali o dei loro creatori.

Ad es. i creatori di Lil Miquela, modella fittizia usata da molte case di moda del settore del lusso, sul sito inglese di commercio elettronico OnBuy, quest’anno festeggiano un guadagno di 11,7 milioni di dollari, soldi non fittizi, così come non lo sono i 6 milioni di dollari raccolti il mese scorso da Superplastic, la società che produce Junky e Guggimon, influencer virtuali, che su Instagram insieme cubano 2,3 milioni di followers e che, a differenza di quanto avviene in genere, non hanno sembianze umane ma attengono al mondo dell’immaginifico, come anche non è fittizio il milione di dollari raccolto da Aww, la startup giapponese che ha creato Imma, modella virtuale dai capelli rosa che ha conquistato 300 mila follower.

Un potenziale enorme se si guarda con l’occhio al fatturato, un enorme depotenziamento umano se invece si guarda in ottica sociologica e antropologica, essendo virtuali non creano alcun problema, sono controllabili in senso assoluto, possono soddisfare richieste contemporanee potenzialmente infinite poiché loro sì, hanno il dono dell’ubiquità e dell’eterna giovinezza,di conseguenza  lavorare con loro sarà meno problematico e più conveniente poiché la loro irrealtà non rende meno credibile la loro capacità di influenzare preferenze e acquisti orientando creazioni di piaceri materiali ,momentanei, da possedere.

Lusting ci fa capire che il primo neurotrasmettitore dice al nostro cervello: «mi sento bene, voglio ancora di più» mentre il secondo dice: «sono contento, ho ottenuto il massimo», la dopamina sollecita una ricompensa mentre la serotonina appaga e l’aumento dei piaceri momentanei crea una dopamina cronica che riduce il livello di serotonina e, quindi la felicità.

Molti economisti ritengono miglior indicatore della salute di una società la felicità e non i soldi, anche se il denaro non annulla infelicità o depressione, anzi la costante ricerca di piacere crea dipendenze, ansia, depressione fattori che sabotano la capacità di essere felici.

La maggior parte delle persone, quando spendono i soldi, sbagliando, pensano che un oggetto fisico durerà più a lungo, e di conseguenza anche la felicità che ne deriva, rispetto a una esperienza come un concerto, un viaggio o un incontro con persone straordinarie, uno dei nemici della felicità è l’adattamento, un oggetto che dura a lungo ci rende meno felici rispetto a un’esperienza fatta un’unica volta nella vita, sono queste ultime a costruire la nostra identità.

Su cosa investire denaro e tempo per essere più felici non è una delle domande più importanti nella vita di un uomo oggi, ma è la regina delle domande per la generazione z, che insieme ai millennials, a breve 2,5 miliardi di persone, costituiscono l’enorme mercato al quale mirano i creatori di personaggi digitali.

Alfredo Magnifico

Commenti Facebook