Jobs act, come al Grande Fratello?

Si è Scatenata una grossa polemica sui controlli a distanza dei lavoratori contenuti in uno dei decreti attuativi del Jobs Act. Durissima la posizione dei sindacati ,siamo come al Grande Fratello, è uno spionaggio nei confronti dei lavoratori. Sembra evidente che sia un abuso rispetto alle norme di diritto che esistono sulla privacy delle persone ,il lavoro ultimamente sta diventando sempre di più una merce giocata al ribasso, ed è l’ennesima conferma di un disinvestimento sul lavoro, diventa illusorio ogni lotta alla precarietà e  sono negate dalle modalità concrete con cui si impedisce ai lavoratori di essere persone libere.
La legge Fornero prima con la liberalizzazione dei licenziamenti e la norma dei controlli a distanza assumono sempre di più in maniera del tutto coerente  un disegno involutivo messo in atto e perseguito da mesi, non si è mai vista una produzione legislativa così sfavorevole ai lavoratori del nostro Paese, questo provvedimento rappresenta l’ennesimo strumento di un neoliberismo dalla faccia buona, ma non meno sfrenato di quello antico La materia era regolamentata dalla contrattazione: ora si legifera in maniera tale che si lascino i lavoratori completamente alla mercè dell’impresa.
Non c’è dubbio che questa norma sui controlli a distanza si presta alle più svariate interpretazioni creando allarmismo tra i lavoratori e nell’opinione pubblica.
E’ necessario che su questo tema così delicato, che riguarda anche l’autonomia delle parti sociali,il governo ci ripensi e con le parti sociali trovi una posizione rispettosa dei contratti e delle norme sulla privacy. Il Ministro in maniera superficiale ed estemporanea afferma che non c’è nessuna liberalizzazione, anche la fornero garantiva la responsabilità delle aziende nei licenziamenti al di sotto dei cinque dipendenti ,oggi più di un azienda è diventata peggio del Sor Titta a Roma come tagliatore di teste –  – le imprese che montano le telecamere o altri impianti hanno l’obbligo di avere l’accordo sindacale come prima.
Quello che cambia, aggiunge, riguarda gli “strumenti di lavoro, non le telecamere ma gli ‘I-pad’ o ‘I-phone’: prima le aziende li consegnavano al lavoratore e vigeva la regola della privacy, ora la norma prevede che l’impresa deve informare il lavoratore su utilizzo e finalità dello strumento, ma la regola della privacy continua ad essere in vigore come prima.
Alfredo Magnifico

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