In Italia l’occupazione cresce solo per gli ultracinquantenni

Il tasso di occupazione a maggio sale al 62,9%,con 124 mila in più, i giovani arrancano e non guidano più la crescita, i nuovi occupati sono tutti ultracinquantenni, tutte le altre classi d’età, invece, hanno il segno meno davanti.

L’aumento dell’età pensionistica ha allungato la permanenza dei lavoratori nel mercato: in un anno, i lavoratori senior sono 572mila in più, oltre mezzo milione, a perdere terreno sono soprattutto i giovani tra 25 e i 34 anni, quella di ingresso nel mercato del lavoro, che a maggio conta ventinovemila posti di lavoro in meno rispetto ad aprile e in un anno guadagna solo tremila occupati in più.

Tra i 15 e i 24 anni, in un mese si perdono seimila posti, 47mila in un anno, il tonfo si registra anche nella fascia intermedia dei 35-49 anni, con meno ottomila posti in un mese e una perdita di addirittura 120 mila occupati in un anno.

Dopo lo stop di marzo e aprile, tornano a crescere i contratti a tempo indeterminato: più 67mila, a fronte di un calo di quattromila contratti a termine. Una tendenza che è legata certamente alla crescita dell’occupazione tra i lavoratori senior, tra i quali i contratti stabili sono più diffusi rispetto ai giovani.

Un’altro motivo potrebbe essere il ritorno in attività di lavoratori in cassa integrazione, considerati non occupati dopo tre mesi di sussidio nelle precedenti rilevazioni Istat.

I dati dicono che sono gli over 50 a trainare ormai da tempo la crescita del mercato del lavoro italiano, i giovani, che avevano guidato il rimbalzo post Covid, soffrono in un mercato debole.

In un anno l’occupazione tra i senior è cresciuta del 4,2% tra i 35 e i 49 anni si registra un più 0,2%, mentre tra gli under 35 abbiamo addirittura un segno meno con -1,1%.

Il mercato del lavoro continua a macinare record, il tasso di occupazione a maggio sale al 62,9%, l’aumento degli occupati (più 80mila) coinvolge uomini e donne, più le donne (+46mila) che gli uomini (+34mila), crescono molto anche i disoccupati: più 113 mila in un mese (+7,1%), a fronte di un calo netto degli inattivi di ben 172 mila unità, 320 mila in meno in un anno, il che è una buona notizia, significa che chi non ha un lavoro si è messo alla ricerca, soprattutto per le fasce più anziane della forza lavoro: in un mese gli over 50 riducono la popolazione di inattivi di oltre centomila unità, in un anno di 230mila unità.

Il tasso di disoccupazione sale al 6,5%, quello giovanile al 21,6%, mentre quello inattività scende al 32,6%.

In un anno, sul mercato si contano 408 mila lavoratori in più: aumentano i contratti a tempo indeterminato (+388 mila) e gli autonomi (+175mila), mentre calano i dipendenti a termine (-155mila). I posti stabili sono 16 milioni 420 mila, gli autonomi 5 milioni 223 mila, mentre i dipendenti a termine sono scesi a 2 milioni 659 mila. Un calo drastico che riguarda i giovani, tra i quali questi contratti sono più diffusi.

Alfredo Magnifico

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