Il Tar Molise boccia l’esame per avvocato della sessione 2014-15

E’ una pronuncia destinata sicuramente a fare molto rumore. Il 17 agosto scorso il Tar Molise, con sentenza 335/2016 ha accolto il ricorso di un partecipante all’esame di abilitazione per la professione di avvocato svoltosi presso la Corte d’Appello di Campobasso per la sessione 2014-15. Il ricorrente, assistito dagli avvocati Lucia Colangelo e Dario Vania, ha impugnato gli esiti a lui sfavorevoli della prova orale e il Tribunale Amministrativo Regionale gli ha dato ragione, disponendo la rinnovazione dell’esame orale. Al di là della vicenda specifica molto importante è quanto, nella sua pronuncia ha affermato il Tar Molise, con possibili importanti ricadute su numerosissime situazioni similari in tutto il territorio nazionale. Il Tribunale amministrativo ha ritenuto infatti illegittima la composizione della commissione giudicatrice. Cerchiamo di spiegare meglio. La commissione giudicatrice degli esami di avvocato deve essere composta da un magistrato, da un avvocato e da un professore universitario. La materia è stata innovata recentemente dalla legge 247 del 2012 che ha stabilito come la proporzione della composizione della commissione debba considerarsi fissa. E quindi, a differenza di prima, se un membro di commissione magistrato non è disponibile il membro supplente deve essere anche lui un magistrato. Nel caso di specie, invece, vista l’indisponibilità del membro di commissione magistrato era stato nominato come supplente un avvocato. Il Tar su questo punto è molto preciso e netto. “La ratio che pervade la riforma- si legge nella sentenza- è tesa a limitare i conflitti di interesse e le logiche corporative interne alla categoria forense…il motivo scrutinato travolge tutti gli atti successivi della sequenza procedimentale”. Insomma la composizione della commissione è fissa e non si può cambiare. Se si cambia i risultati della sua attività sono nulli. Una pronuncia quella del collegio molisano (presidente Silvestri, consigliere Monteferrante, estensore De Falco) che, benché soggetta a possibile appello al Consiglio di Stato, innova fortemente,e a nostro avviso meritoriamente, sulle prassi di ammissione agli albi professionali. La forza delle corporazioni in Italia è enorme e rappresenta un grande freno al pieno sviluppo economico della nostra economia. Questa sentenza va nella direzione della trasparenza e nella distinzione dei ruoli e delle funzioni, specie nel delicato settore dell’ammissione alla vita lavorativa e professionale dei giovani. Molto soddisfatto l’avvocato Dario Vania “Il mio cliente ha avuto coraggio e determinazione nell’affrontare una situazione difficile e complessa. Il Tar Molise con una sentenza esemplare ha riconosciuto le nostre ragioni con una pronuncia che sicuramente avrà grande eco e farà giurisprudenza in materia. Sono molto soddisfatto perché abbiamo raggiunto un traguardo rilevante, specie in un settore, quello delle professioni, dove la trasparenza è sempre più importante”.

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