Cutillo (Uil Rua): dalla Revisione della Spesa timori per le Istituzioni Culturali del Molise

“In attesa di conoscere il dettaglio dei tagli che ammontano a circa 15 miliardi di euro, cosi come annunciato ieri nella consueta conferenza stampa di presentazione dal Premier Renzi, e le eventuali ricadute negative che una “Spending Review” cosi importante avrà sui servizi pubblici in Molise, è inaccettabile che nella Legge di Stabilità non ci sia nulla sul rinnovo dei contratti per i pubblici dipendenti”. Cosi dichiara Andrea Cutillo, Segretario Uil Rua del Molise in una breve nota rilasciata stamani. “Non vorremmo– prosegue il Segretario- che una manovra che viene presentata come espansiva e che elargisce risorse a più categorie di persone, sia finanziata con tagli indiscriminati alla spesa, con il rischio, neanche tanto velato nel “dossier Cottarelli” che di questa manovra sembrerebbe essere la guida, di una effettiva soppressione/accorpamenti di uffici pubblici anche nella nostra Regione. Pur consapevoli della necessità di combattere gli spechi e le inefficienze della Pubblica Amministrazione, ove eventualmente riscontrate, e di aumentare la produttività di tutte le strutture, abbiamo seri dubbi che una Spending Review cosi importante non implichi la logica dei tagli lineari, penalizzando anche l’Università, il Conservatorio e tutte le Istituzioni di Ricerca e di Formazione che rappresentano, non solo un indiscutibile volano di crescita economica, ma sono ancora dei punti fermi nello scenario lavorativo in Molise, in un momento in cui in Regione, vi sono molteplici crisi aziendali”. Rispetto a questo scenario, secondo Cutillo, tutto il Sindacato è chiamato a dare una risposta forte e coesa: “sono previsti una serie di appuntamenti sul territorio molisano già dai prossimi giorni, nell’ambito di un percorso  che si concluderà il prossimo 8 novembre a Roma con una manifestazione di tutti i lavoratori del Pubblico Impiego, per protestare contro le manovre pseudo riformiste del governo: attraverso il continuo bailamme – conclude il Segretario- si è raggiunto un duplice scopo: “denigrare” il pubblico dipendente agli occhi dell’opinione pubblica e, contestualmente, impoverirlo attraverso il reiterato blocco della contrattazione collettiva”.

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