di Massimo Dalla Torre
L’allarme arriva direttamente dal cuore dell’Europa. Il Consiglio dei ministri europei per la Salute e le Politiche Sociali ha rivolto un invito agli Stati membri a fermare l’aumento dell’obesità infantile presente nei 27 Stati dell’Ue. Una sfida importante per la salute, secondo i rappresentanti dei governi europei, perché le persone in sovrappeso hanno maggiori rischi di incorrere in una serie di problemi medici come diabete, asma, ipertensione e malattie cardiovascolari, ecco perché necessita contrastare il fenomeno già in età infantile per evitare che i più piccoli accumulino peso anche in età adulta. Il tutto in considerazione che il problema, obesità, nasce dalla mancanza di attività fisica e da una sregolata assunzione di cibo specialmente se questa è a base di grassi insaturi e zuccheri che minano le basi della salute.
Per questo, l’invito a promuovere l’attività fisica nelle scuole e nei luoghi di svago riducendo non solo la pubblicità di cibi particolarmente ricchi di zuccheri e grassi, ma soprattutto gli spot che hanno quali destinatari proprio i bambini e gli adolescenti. Infatti, secondo l’Istituto di statistica europeo, nel 2014, quasi un adulto su sei è da considerare in sovrappeso o obeso, con percentuali che mostrano come il 51,6% dei cittadini comunitari (di cui 35,7% in pre-obesità e 15,9% sono nella condizione di obesi). Inoltre, la quota di obesi, varia secondo l’età o del livello d’istruzione: cresce con l’aumentare degli anni, passando dal 5,7% tra 18 e 24 anni al 22,1% tra i 65 e i 74 anni, e diminuisce con l’aumentare del livello educativo, passando dal 20% di persone in sovrappeso con un livello basso di istruzione all’11,5% per la popolazione con un alto livello educativo. Scorrendo le statistiche tra gli Stati membri dell’Ue per i quali sono disponibili i dati, le percentuali più basse di obesi tra la popolazione che ha quale punto di partenza diciotto anni si registra in Romania (9,4%) e nel nostro Paese Italia (10,7%).
Realtà che precedono i Paesi Bassi (13,3%), Belgio e Svezia (entrambi 14,0%), mentre di tutt’altro segno cioè più di 1 su 4 si registra a Malta (26,0%), e circa 1 su 5 in Lettonia (21,3%), Ungheria (21,2%), Estonia (20,4%) e Regno Unito (20,1%). Si tratta di un fenomeno preoccupante che vede una casistica che preoccupa gli studiosi e gli esperti della materia per questo, nonostante l’ilarità e il buonismo che suscitano le immagini di bambini e di adulti sorridenti, è bene tenere alta la guardia nei confronti di un qualcosa che silentemente mina l’esistenza e che, se non tenuto sotto controllo vede l’aumento di decessi anche nelle fasce più giovani.