Assegno Unico figli: al di là della demagogia due milioni ci rimettono

Una vecchia canzone dei Camaleonti iniziava così:”quanta polvere negli occhi, quasi non vedevo più” politici che si sperticano ad assumersi la paternità dell’assegno unico mi sembrano come quei giocatori di carta vince,carta perde dei vicoli di napoli,dove chi vince o è il cartaro o l’amico del cartaro,tanta polvere negli occhi.

La legge che istituisce  l’Assegno Unico e universale per i figli a carico fino a 21 anni, è stata approvata dal Parlamento e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 6 aprile 202, si aspettano i decreti attuativi per regolare con maggiore precisione importi, soglie di accesso, maggiorazioni e modalità di erogazione ,la partenza è prevista per il  mese di luglio 2021.

L’ assegno unico è destinato a tutte le famiglie con figli ma l’importo sarà calibrato sulla situazione economica della famiglia “sulla base di principi di universalità e progressività”.

L’ importo previsto va: dai 40  euro mensili ai 200/250 euro per chi è sotto la quota ISEE di 13mila euro di reddito, destinati ai figli da 0 a 18 anni, aumentati del 20% per i figli successivi al primo.

Per i figli disabili  la legge prevede una maggiorazione non inferiore al 30% e non superiore al 50%, per l’assegno fino a 18 anni, mentre dopo i 18 anni l’assegno sarebbe in  misura ordinaria.

Viene anche prevista una maggiorazione per le madri  di età inferiore a un  certo limite (da definire nei decreti attuativi)

Gli importi  saranno inferiori   per i figli a carico (studenti o disoccupati o in tirocinio) dai 18 ai 21 anni

I totali effettivi  delle risorse  non sono ancora definitivi  così come le percentuali di maggiorazione e  gli scaglioni  ISEE,  il che rende  ancora incerti  gli  importi massimali dell’Assegno Unico.

 Lo stanziamento della legge di bilancio 2021 ammonta a 6 miliardi cui si aggiungono  le risorse recuperabili dalle misure in vigore e che saranno “gradualmente ridotte o abolite”:

detrazioni fiscali per  i minori  (12 miliardi l’anno),

assegni al nucleo familiare INPS  al lavoro dipendente (4,6 miliardi),

fondo di sostegno alla natalità gestito dalla Consap (23 milioni),

bonus bebè – premio alla nascita (400 milioni di euro annui).

Bonus mamma domani

Dal testo della legge non verrebbe abrogato il voucher asili nido.

l’assegno è compatibile con altri contributi  a favore dei figli a carico erogate dalle regioni, dalle province autonome e dagli enti locali

l’assegno è compatibile con il Reddito di cittadinanza e della Pensione di cittadinanza;

l’assegno è concesso nella forma di credito d’imposta ovvero di erogazione mensile di una somma in denaro, se il nucleo familiare è titolare di Reddito di cittadinanza l’assegno sarà corrisposto contestualmente;

l’assegno è ripartito in pari misura tra i genitori ovvero, in loro assenza,  a chi esercita la responsabilità genitoriale, in caso di separazione o divorzio , l’assegno spetta, al genitore affidatario.

Da alcune stime e simulazioni effettuate dall’Istat, dall’Inps e dall’ Associazione famiglie numerose,   in molti  casi, la riforma porterebbe anche svantaggi economici ad alcune categorie.

Ma, qui casca l’asino e si prospetta la fregatura, secondo ISTAT la riforma dell’assegno Unico determina un incremento di reddito per il 68% delle famiglie, tra cui i lavoratori autonomi che  oggi non percepiscono gli ANF, coloro che non raggiungono la soglia per la capienza delle detrazioni fiscali per il 2,4% dei genitori non cambia nulla. 

Per il 29,7 % si ha un peggioramento a livello di aiuti. In particolare risultano  danneggiati:

i nuclei familiari con figli over 21 a carico dei genitori che resterebbero esclusi  sia dall’Assegno unico che dalle attuali detrazioni  le famiglie particolarmente numerose in quanto  la scala di equivalenza dell’Isee che dal quarto figlio  attribuisce valori in proporzione inferiori

le coppie di fatto  che oggi per il calcolo degli Anf possono computare il solo reddito del richiedente mentre passando all’Isee dovrebbero considerare i redditi di entrambi i genitori.

le famiglie con redditi e patrimoni elevati.

Con i dati sulle famiglie con figli, ipotizzando  venti miliardi  di risorse   a disposizione, risulterebbe che:

Una famiglia con ISEE inferiore a 30 mila euro riceverebbe 161 euro mensili per figlio (cui va aggiunta una percentuale aggiuntiva per secondi figli o figli disabili)

Una famiglia con ISEE inferiore a 52 mila euro riceverebbe 67 euro mensili per figlio.

Questa simulazione prevede che solo con l’accantonamento di 800 milioni in più si assicurerebbe una clausola di salvaguardia che impedisca un peggioramento della situazione per la famiglie più numerose che ora godono di alti assegni familiari e detrazioni (se lavoratori dipendenti) le quali, come visto negli esempi precedenti rischierebbero di ricevere meno che oggi.

Su questo aspetto se i firmatari della legge,e i partiti che oggi strombazzano l’assegno non mettono il massimo impegno e nuovi stanziamenti, la misura  risulterà penalizzante per una platea di circa due milioni e mezzo di lavoratori.

Alfredo Magnifico

Segretario generale Confintesa Roma capitale

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