Non dormire ci costa miliardi. Uno studio spiega le conseguenze economiche della stanchezza

Una ricerca rivela dei lati poco approfonditi degli effetti dell’insonnia o della carenza di sonno, in particolare per ciò che riguarda le conseguenze economiche. Uno studio ha valutato in alcuni miliardi di euro all’anno in Europa i costi generati da lavoratori che soffrono di insonnia o che non riposano a sufficienza.

Un problema che però viene piuttosto ignorato dalle imprese. Riposare, dormire, staccare la spina: è infatti sempre più difficile da fare in un mondo del lavoro nel quale molti responsabili si vantano di dormire pochissimo. Ma la mancanza di sonno provoca appunto costi notevoli per le aziende, come dimostra uno studio dell’economista Marco Hafner, dell’istituto di ricerca RAND Europe.

Hafner spiega che questa ricerca ha permesso di scoprire che “chi dorme meno si 6 ore a notte perde tra i 5 e i 10 giorni di lavoro all’anno rispetto a chi dorme tra le 7 e le 8 ore a notte in media. Chi dorme poco è più spesso malato e inoltre è meno produttivo. Si distrae più facilmente al lavoro e fa più fatica a elaborare le informazioni” Ogni anno la stanchezza causa la perdita di 4,5 milioni di giornate di lavoro. Un peso per l’economia, dice lo studio. Con costi che sono valutati tra i 5 e gli 8 miliardi di euro.

La mancanza di sonno dipende dal nostro modo di vivere, sostiene lo psicologo del lavoro Theo Wehner, che ha dedicato all’argomento una mostra a Pfäffikon e che ai nostri microfoni spiega: “Nella nostra cultura pensiamo di essere produttivi solo quando siamo svegli. Non diamo abbastanza valore invece alle ore di sonno” Sarebbe nell’interesse delle aziende quindi promuovere un adeguato riposo.

“Due aspetti già noti e importanti per una vita sana, come l’alimentazione e il movimento, devono essere completati con un terzo aspetto, il sonno”, aggiunge Wehner. RAND Europe è un istituto di ricerca no profit che aiuta a migliorare la politica e il processo decisionale attraverso la ricerca e l’analisi. Per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di ulteriori buoni motivi per cercare di vivere una vita con meno stress e alla ricerca del giusto riposo quotidiano per stare bene con sé stessi e con gli altri.

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