Revive 2014: Il Cep al centro di progetti di rigenerazione. Nuovi spazi e verde nel quartiere popolare

Si è concluso sabato 15 novembre il seminario (Re) vive, organizzato dalla fondazione dell’ordine degli architetti di Campobasso. Durante queste cinque giornate, mentre nella sede dell’ex GIL di Campobasso si svolgevano seminari con architetti, istituzioni, artisti, in un’aula dell’Università del Molise un nutrito gruppo di studenti e tutor lavoravano alacremente, giorno e notte, per terminare le loro proposte di “rigenerazione” del quartiere CEP di Campobasso. L’esperimento di edilizia residenziale e pubblica, disegnato da Enrico Mandolesi a partire dal 1945, è stato oggetto di numerosi sopralluoghi da parte degli studenti che hanno saputo mettere in luce problematiche e potenzialità del quartiere. I risultati di questo workshop sono stati presentati ieri mattina, in occasione dell’ultima delle giornate di (Re) vive. A monte di una condivisione generale delle problematiche individuate, quali la manutenzione, la scarsa partecipazione degli abitanti e la preponderanza di spazi vuoti e inusati sui pieni, la varie Università hanno saputo restituire sguardi e proposte progettuali varie e eterogenee.
Gli studenti dell’Università degli studi di Camerino Simone Coccia, Costanza Collese, Alessia Guaiani, Rossella Lussone, Silvia Marchetti, Francesca Siragusa, guidati dal prof. Marco d’Annuntiis e dai tutors Sara Cipolletti ed Emmanuele Pedicone, hanno proposto una nuova “geografia del verde”, ovvero un segno del suolo con spazi verdi capaci di ricucire relazioni e connettere le corti delle palazzine, ripensate come “hall” e come nuovi spazi pubblici.
Gli studenti dell’Università di Pescara Victoria Aprile, Roberta Cirillo, Gianvito D’Ambrosio, Domenico Dentico, Federica Graziano, Rossella Guglielmi, Francesco Nardella, Luca Preziosa, Alessio Sergi, Valentina Scutti, Pio Antonio Vigilante, guidati dai proff. Antonio Alberto Clemente e Domenico Potenza, e dai tutors Michele Luca Galella e Camilla Lops hanno invece immaginato di svuotare i piani terra degli edifici trasformandoli in spazi per il coworking, o fab-lab, con un un’attenzione all’uso più che all’immagine del quartiere, alla partecipazione come strumento reale di trasformazione. Gli studenti dell’Università Politecnica delle Marche Laura Coltrinari, Francesca De Angelis, Rita Di Loreto, Alice Filippetti, Davide Romano, Piergiorgio Tursini, guidati dal tutor Claudio Tombolini e dal prof. Gianluigi Mondaini, hanno immaginato di ricavare uno spazio verde nel quale realizzare un piccolo edificio ad “L”, capace di dialogare con le strutture esistenti e di restituire una dimensione pubblica agli spazi. A seguire gli studenti dell’Università del Molise Valerio Fontana, Gerardo Michele Iagulli, Michele Pepe, Michele Quercio, Viviana Zaccari, guidati dal tutor Costantino Carluccio e Michele Porsia e dai proff. Luciano De Bonis e Stefano Panunzi, con l’idea di disseminare lungo la sezione stradale una serie di piccoli contenitori fab-lab, con spazi per abitazioni e lavoro e rooftop verdi per l’assorbimento delle polveri sottili. L’auspicio è che tanto brillanti proposte possano trovare eco e in qualche modo incidere nelle riflessioni future sulla città.

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