Registro delle Unioni Civili, Pilone: si andrebbe ad approvare un registro che non ha alcun valore giuridico

In merito all’annuncio della prossima discussione in Commissione Politiche Sociali dell’istituzione del Registro comunale delle unioni civili, nel rispetto delle posizioni di ciascuno, intendo avanzare alcune considerazioni in virtù del fatto che il mio impregno politico continua ad essere rivolto ad una realtà, quella della Famiglia fondata sul matrimonio, nei confronti della quale le istituzioni pubbliche continuano a riservare una scarsa considerazione. Quella delle unioni civili, a mio avviso, è una questione che viene sovradimensionata ed enfatizzata continuamente dai mezzi di comunicazione di massa. In Italia tutti i diritti personali riguardanti anche le persone omosessuali sono riconosciuti. Quello che manca è un serio e duraturo sostegno alla famiglia che continua a “tirare un grosso carro”: mettere al mondo i figli, educarli e costruire quindi il futuro della nazione, di un popolo.
Vorrei ricordare l’appello rivolto da S. E. Mons. Giancarlo MARIA BREGANTINI durante la sua visita al Consiglio Comunale di Campobasso nello scorso maggio: “Lasciate che di queste cose se ne occupi Roma, voi pensate al bene della famiglia”. In effetti – ci tengo a ricordarlo – si andrebbe malauguratamente ad approvare un registro che non ha alcun valore giuridico.
Il popolo della famiglia – che ha riempito con un milione di papà, mamme e bambini Piazza San Giovanni lo scorso 20 Giugno – si va organizzando. Sabato scorso si sono tenute a Roma e Milano due grossi convegni che segnano una forte presa di posizione su educazione e gender che noi, da Campobasso, seguiamo direttamente e che ci vede in prima linea.
Nell’esprimere quindi la mia netta contrarietà all’istituzione a Campobasso del Registro comunale delle unioni civili, voglio solo citare l’intervento di Mons. Galantino, Segretario Generale della CEI, ospite al programma di Lucia Annunziata “In Mezz’ora”: “Il problema della famiglia fatta di padre, madre e figli, che può assicurare continuità e futuro alla società non è un problema della Chiesa. È una realtà che riguarda soprattutto la società. Io come credente e come cittadino, gradirei che si mettesse in atto quello che l’articolo 29 della Costituzione dice a proposito della famiglia”.

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